Dossieraggio, c’è maretta nella Procura di Perugia: Cantone sotto “sorveglianza”. Il Pg Sottani: “Non è una censura”
Venti di guerra nella Procura di Perugia. L’intera gestione della delicata vicenda suoi presunti dossieraggi da parte del procuratore di Perugia Raffaele Cantone finisce sotto accusa da parte di Sergio Sottani, procuratore generale di Perugia, che per legge deve vigilare sulla correttezza dei comportamenti di Cantone e dei suoi pm. Fa discutere il comunicato diramato nella serata di lunedì dal pg che promette di «segnalare agli organi deputati al controllo quelle che potrebbero apparire eventuali anomalie comportamentali nell’esercizio della funzione giurisdizionale». Cosa non è andato a genio a Sottani del modus operandi di Cantone? L’intera gestione pubblica della vicenda e l’esposizione mediatica. Il comunicato è stato infatti diramato dopo che «sono comparsi sugli organi di informazione degli articoli in cui si riporta il contenuto di interlocuzioni che sarebbero state intrattenute, all’interno della Procura della Repubblica di Perugia, tra un funzionario di cancelleria, sottoposto a procedimento penale per accesso abusivo a sistema informatico, ed alcuni magistrati dello stesso ufficio perugino».
Dossieraggio: la “sorvevglianza” del Pg sull’inchiesta di Cantone
Non sarebbero piaciute a Sottani il fatto che Cantone abbia subito chiesto alla Commissione Antimafia di essere ascoltato insieme a Melillo, capo della Dna. La pesantezza e la gravità del contenuto di tali audizioni sono state riportate da tutti i quotidiani. Sottani ha definito “inusuale” l’audizione congiunta e le notizie sulla vicenda. Che, così come sono state riportate dalla stampa potrebbero violare «il rispetto della presunzione di innocenza». In un’intervista a Repubblica Sottani torna sulla vicenda, tenedo a precisare come l’attivazione delle sue «funzioni di sorveglianza» non devono essere viste come «una censura» a Raffaele Cantone. Lo ha detto lo stesso procuratore generale di Perugia parlando con Repubblica. L’obiettivo, per il pg, è quello di «acquisire informazioni e, se opportuno, sottoporre la vicenda al Consiglio Superiore della Magistratura», ha aggiunto Sottani.
Dossieraggio, il pg di Perugia avverte Cantone: “presunzione d’innocenza a rischio”
Con queste parole, il magistrato ha così negato che ci siano attriti all’interno della Magistratura democratica. Il Tempo parla di “scontro aperto”«Non è così», ha ribadito il pg. Scrive Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera: “Se le parole hanno un senso, un procuratore generale che proclama di essere pronto a controllare l’operato di un procuratore lascia inevitabilmente intendere che le mosse di quel procuratore potrebbero non essere state corrette, altrimenti non ci sarebbe motivo di rassicurare la pubblica opinione che c’è un pg a vigilare. Come peraltro prevede la legge: dunque perché ribadirlo in forma così solenne?, si chiede l’editorialista. Ricordiamo che Cantone ha affermato pubblicamente che “Striano non ha agito da solo”, parlando di “verminaio”, “mostruoso”, “inquietante” per descrivere la vicenda.