Fisco, la rivoluzione gentile. Meloni: “Le tasse non sono bellissime, ma necessarie” (video)
La sintesi è in due frasi: niente sconti, mano tesa agli onesti. Giorgia Meloni, al convegno dal titolo esplicito “La riforma fiscale“, ci mette la faccia e anche il sorriso nell’annunciare la “rivoluzione” che è già iniziata, prosegue a botta di decreti attuativi e andrà avanti, come annuncia il viceministro Leo, “in favore dei redditi medio alti”. I ricchi, in Italia, non devono necessariamente piangere, lascia intendere la Meloni, che invece replica ai giornali di sinistra che presentano le misure fiscali come un regalo agli evasori. “Non abbiamo amici a cui fare favori, non aiutiamo i furbi, ma solo gli italiani onesti che pagano le tasse – scandisce la presidente del Consiglio -. E anche gli italiani onesti che si trovano in difficoltà meritano di essere aiutati e messi in condizione di pagare ciò che devono”.
Il fisco del governo Meloni non sarà più “nemico”
In un salone di Montecitorio particolarmente affollato di giornalisti, Meloni e il “braccio fiscale” del governo, Maurizio Leo, accanto al ministro dell’Economia Giorgetti, hanno fornito un quadro molto approfondito della riforma, nata da una delega del Parlamento. “Affrontiamo un momento storico particolarmente complesso a livello internazionale – sottolinea la premier – ma le crisi possono anche diventare un’occasione. Ci viene imposto di dare risposte coraggiose e strutturali. Il fisco è una delle prime materie affrontate da questo governo, con l’obiettivo di disegnare una nuova Italia. E’ una riforma attesa da 50 anni, la rivendico come le prime fatte dal governo con l’obiettivo di disegnare una nuova idea di Italia, più attrattiva”. “Abbiamo dato seguito a un impegno preso coi cittadini: era scritto nel nostro programma – sottolinea Meloni – e dunque era doveroso farlo. La riforma fiscale non è solo un ammasso di regole, ma uno dei perni attorno ai quali ruota il tessuto economico della nazione, uno degli strumenti attraverso i quali lo Stato può prosperare, mettendo le aziende nelle condizioni migliori per produrre ricchezza”.
La frase sulle tasse che smentisce lo slogan della sinistra
“Le tasse sono una cosa bellissima”, disse nel 2007 l’allora ministro del governo Prodi Tommaso Padoa Schioppa. “Non penso e non dirò mai che le tasse sono una cosa bellissima, sono bellissime le libere donazioni e non i prelievi imposti per legge”. Ed è la ragione per cui c’è “una grande responsabilità” nel “gestire quelle risorse che non possono essere usate in modo irresponsabile per garantirsi facile consenso immediato e lasciare chi viene dopo a ripagare quella irresponsabilità”, è invece la tesi di oggi della premier, che poi replica alle critiche dell’opposizione. Sulla riforma fiscale “ci hanno accusato di tutto e di più. Ci hanno accusato di voler aiutare gli evasori, di voler fare condoni immaginari, di voler allentare le maglie del fisco. A smentire queste accuse ci sono i numeri”, ricorda Meloni ma “il 2023 è stato anno record nella lotta all’evasione – rivendica ‘snocciolando’ i numeri -: sono stati recuperati 24,7 miliardi, 4,5 in più rispetto all’anno precedente. Con altri 6,7 sono frutto dell’attività di recupero dell’Agenzia delle Entrate per altri enti si arriva alla cifra record di 31 miliardi di euro. Questo grazie al lavoro della Gdf e dell’Agenzia delle Entrate ma anche grazie a norme che abbiamo introdotto, come quelle contro il fenomeno odioso delle attività ‘apri e chiudi'”, ha rivendicato Meloni.
Amici mai, quando ci sono in ballo dei favori
“Non abbiamo amici a cui fare favori, non aiutiamo i furbi, ma solo gli italiani onesti che pagano le tasse. E anche gli italiani onesti che si trovano in difficoltà meritano di essere aiutati e messi in condizione di pagare ciò che devono”, ha detto il presidente del Consiglio. “Il vantaggio che abbiamo è il tempo: un orizzonte di legislatura che ci consente di fare le cose per bene e nell’interesse degli italiani”.
Leo: “La lotta all’evasione fiscali”
“Siamo intervenuti sui redditi medio bassi ma ora dobbiamo occuparci del ceto medio”. Così il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, intervenendo ad un convegno alla Camera sulla riforma fiscale. “Chi guadagna 55mila euro non può essere considerato super ricco e questi soggetti oggi pagano oltre 50% di tasse”, ha osservato, aggiungendo che il governo intende “trovare le risorse” per questo intervento. Nessun condono” ma “un cambio di passo”. Tra gli elementi cardine, la cooperative compliance e la mano tesa al contribuente onesto ma in difficoltà, la certezza del diritto e le semplificazioni per attrarre investimenti, la lotta all’evasione”che rimane per noi un elemento fondamentale, abbiamo un tax gap da 85 a 100 miliardi l’anno”, ha detto Leo.