Gasparri: “Questo dossieraggio è cento volte la P2. E a De Benedetti chiedo: non ti vergogni?”.
“Nel Parlamento e ovunque chiederemo verità e trasparenza. È una vicenda inaccettabile, uno scandalo senza precedenti“. Il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, è durissimo sul caso dossieraggio, la vicenda degli accessi illeciti alle banche date compiuti dal luogotenente della Finanza Pasquale Striano, al centro di un’inchiesta di Perugia e di un caso politico che, sottolinea, genera sospetti che chiedono chiarimenti immediati e intreccia anche il tema della riforma della giustizia e di un certo modo di fare informazione.
Gasparri: “Con questo dossieraggio siamo di fronte a una P2 moltiplicata per cento”
Con questo caso di dossieraggio “siamo di fronte a una P2 moltiplicata per cento. Ecco perché bisogna tenere alta la guardia”, ha avvertito Gasparri, in un’intervista al Tempo di oggi, rilasciata alla vigilia della riunione dell’ufficio di presidenza della Commissione Antimafia, allargato ai rappresentanti dei gruppi, che oggi dovrà decidere sull’audizione richiesta dal procuratore Antimafia Giovanni Melillo e dal procuratore di Perugia Raffaele Cantone. “Chi ha conflitti d’interessi non partecipi, mi riferisco a chi è stato alla guida della Direzione nazionale antimafia. La cultura del sospetto, d’altronde, l’hanno creata i grillini”, ha detto ancora Gasparri, con un riferimento che l’intervistatore identifica in Federico Cafiero De Raho, vicepresidente della commissione, che in passato ha ricoperto proprio quel ruolo.
I procuratori Antimafia diventati parlamentari della sinistra
Per Gasparri è davvero difficile crede che tutta la vicenda possa essere in capo a Striano. “Credo – ha chiarito – che ci siano complicità. Vorrei capire dal procuratore nazionale antimafia cosa è successo, se queste cose riguardano solo l’attuale gestione del dottore Melillo o anche vicende del passato”. “Una cosa è certa – ha poi aggiunto – gli ultimi tre procuratori Antimafia sono diventati parlamentari della sinistra. È successo a Grasso, senatore che stimo, a Roberti, diventato europarlamentare col sostegno di De Luca e a Cafiero De Raho, oggi tra le file grilline. Ecco perché bisogna avviare più di una riflessione di fronte a un dossieraggio riguardante solo esponenti di centrodestra. Mancano alcuni di noi, sono quasi sorpreso”.
Un caso che incrocia riforma della giustizia e informazione
Il tema, ha sottolineato ancora, pone anche come “un’urgenza” una riflessione sulla giustizia. “Forza Italia ha chiesto che una serie di temi vengano affrontati. Abbiamo approvato un pezzo della riforma, quello che limita l’abuso delle intercettazioni e che prevede che il trojan venga usato solo per determinate indagini. Attendiamo che la Camera possa discutere della separazione delle carriere. Si va avanti seppur con difficoltà”, ha ricordato l’esponente azzurro, sottolineando che queste difficoltà sono dovute “a una sinistra che fa ostruzionismo”. “Mi vengono dei sospetti”, ha quindi commentato Gasparri, chiedendo: “C’è un collegamento tra politica e dossieraggi solo nei confronti di avversari, tra l’altro non indagati? La trasparenza della giustizia – ha avvertito – dovrebbe essere un’esigenza per tutti. Lo scenario è inquietante. Sbagliato sottovalutarlo”.
Gasparri incalza De Benedetti: “Nulla da dire sul ruolo del Domani? Non si vergogna?”
Gasparri, inoltre, nel corso di un precedente intervento si era soffermato anche sulla “connessione con l’informazione che è veramente inquietante”. In particolare, tre cronisti del Domani – Giovanni Tizian, Stefano Vergine e Nello Trocchi – risultano indagati. “Che cosa ha da dire l’ingegner De Benedetti su questa vicenda? Come coniuga il suo ruolo di alfiere della libertà con l’attività del suo giornale ‘Il Domani’, al quale è molto legato e del quale molto si è interessato dimostrandosi un editore veramente attento alla sua creatura? È questa la metodologia che De Benedetti auspica?”, ha chiesto Gasparri. E, ancora: “Vedere un giornale e i sui redattori connessi a strutture investigative e che svolgono delle attività illegali per poi eventualmente pubblicare materiali ottenuti in modalità incredibili? È queste idea leninista che anima l’ingegner De Benedetti? Non si vergogna? Non chiede scusa?”. “De Benedetti – ha quindi esortato Gasparri – batta un colpo. Risponda. O come un coniglio scapperà davanti a queste vicende? Ma non glielo consentiremo, perché ne parleremo nel Parlamento e in tutti i luoghi liberi dove lo chiameremo in causa. De Benedetti rispondi! E purtroppo per loro – ha aggiunto – dovranno rispondere anche i procuratori antimafia di ieri e di oggi. E per alcuni scatta da subito un chiaro conflitto di interesse”.