L’abbraccio tra Salvini e Meloni irrita l’opposizione: scena raccapricciante… E Tajani: love story che dura da 30 anni

20 Mar 2024 18:07 - di Francesco Severini

C’era la sedia vuota del vicepremier, un’assenza sulla quale molto si è ricamato e si ricamerà, ma c’è stato anche l’abbraccio della “pace”. Prima che la premier Meloni prendesse la parola in aula lei e Matteo Salvini si sono abbracciati, una mossa che non è sfuggita ai deputati e ai commentatori e che ha subito assunto la parvenza di una riconciliazione a favor di telecamere, di fotografi e di elettori disorientati. Antonio Tajani commenta: nel centrodestra la love story tra alleati va avanti da 30 anni. Sarebbe questo per lui il  titolo giusto per lo scatto dell’abbraccio.

“Anche quando gli altri sperano che noi perdiamo – aggiunge – alla fine vinciamo. Guardate l’Abruzzo, tutti quanti parlavano di testa a testa e poi abbiamo vinto. Adesso vediamo di vincere anche in Basilicata, in Piemonte, e di vincere in tanti i comuni. Poi se uno una volta perde non è che è la fine della coalizione di centrodestra”.

Insomma nonostante le incaute parole di Salvini sulle elezioni russe la maggiorana resta solida e coesa. Più caustico il commento di Giorgio Mulè: L’abbraccio di oggi in aula tra Salvini e Meloni è stato “una ‘bidenata’, come la riedizione del bacio sulla fronte che il presidente americano ha dato alla premier italiana…”.

Indispettito il deputato di Italia Viva Mauro Del Barba: “Salvini si è sdraiato come un gattino sulla spalla della premier, è stata una scena goldoniana: mentre dicevo alla Meloni che il suo problema era il leader della Lega, lui è entrato in aula. A quel punto dato che Salvini si è sentito chiamato in causa, ha voluto mostrare che loro non stavano litigando o forse voleva fare pace. Abbiamo visto dal vivo questa scena raccapricciante…”.

Molta enfasi su quell’abbraccio dunque perché tutti sanno che se al governo ci fosse il cosiddetto “campo largo” la coesione in politica estera sarebbe fragilissima, altro che le parole di Salvini su Putin e Navalny. Lo rimarca il ministro degli Esteri Tajani, spiegando che a lui in Europa nessuno chiede conto di ciò che dice Salvini (un problema che ha solo il centrosinistra):  “A me non ha mai chiesto conto nessuno. Io rendo conto di quello che dico io. La linea politica la fa il ministro degli Esteri e naturalmente il presidente del Consiglio”.

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