L’editoriale. Elly porta a Roma gli “amichetti” del Pse: fronda anti-italiana (tranne uno)

1 Mar 2024 7:00 - di Antonio Rapisarda

Elly Schlein, quando mancano poco più di tre mesi alle elezioni, ha iniziato finalmente a discettare di Europa. È avvenuto ieri, durante la presentazione del congresso del Pse che si terrà a Roma. La buona notizia finisce qui, perché la leader del Pd, nel presentare l’assise socialista, non è riuscita ad andare oltre la solita manfrina “amichettista”: «Altri hanno portato in Italia euroscettici, nemici dell’interesse italiano, amici di Putin, nazionalisti di estrema destra – ha spiegato -. Noi portiamo gli amici dell’Italia: ci stiamo battendo per tirarla fuori dall’isolamento in cui la sta cacciando Meloni con la sua sudditanza verso gli alleati nazionalisti».

Isolamento e sudditanza che continuano a vedere solo al Nazareno, dato che l’Italia su tutti i dossier qualificanti – dalla revisione della Pac al fronte immigrazione – è oggettivamente interlocutrice centrale, se non già ispirazione, in Consiglio europeo. E con posizioni più che autonome rispetto ai suoi stessi “alleati”. Quanto ai nazionalisti alleati di Meloni, che dire a proposito? I polacchi, ad esempio, sono così “chiusi” che hanno accolto più di un milione di profughi ucraini in fuga dalla guerra (vera) sferrata dalla Russia. E Viktor Orbàn? Proprio il “cattivone” magiaro (grazie anche ai buoni uffici di Giorgia Meloni) alla fine ha detto sì al mega-finanziamento europeo a favore della causa ucraina. La stessa che l’alleato di Schlein, Giuseppe Conte, intende rimuovere a colpi di pochette: proprio ieri i suoi 5 Stelle hanno bocciato una risoluzione di sostegno a Kiev al Parlamento europeo bollandola come «troppo bellicista». E meno male che ci pensano Elly e i tipi del campo largo, insomma, a tirarci dall’isolamento internazionale.

E i suoi sodali europei? Tutti amici dell’«interesse italiano»? Vediamoli all’opera. Il più conosciuto, in realtà, non ha bisogno di presentazioni: è il compagno di partito Olaf Scholz. Il cancelliere tedesco, uomo forte dei rigoristi del Centro-nord, è celebre da sempre per la sua spiccata severità nei confronti dell’Italia. Tutti ci ricordiamo dello spirito di collaborazione dimostrato da quest’ultimo sulla redistribuzione dei migranti: no? No! E sempre caro fu Scholz quando si opponeva al tetto sul prezzo del gas (fortemente richiesto dall’Italia) e sfidava – in barba alla solidarietà europea – gli altri paesi dell’Ue con 200 miliardi di finanziamenti di Stato e aiuti contro il caro-energia.

Quanto ad autoreferenzialità il tedesco è in buona compagnia. Che dire, ad esempio, di Frans Timmermans? Il commissario socialista del Green Deal “anti-sociale”. Odiato, praticamente, da tutta la classe lavoratrice italiana ed europea: operai, agricoltori, lavoratori della manifattura, proprietari di casa e via discorrendo. Ma gli amici di Schlein, si sa, sono ferrei difensori dello Stato di diritto: il paradigma contro le torsioni degli esecutivi. Come quello di Pedro Sanchez, ad esempio, altro alleato di ferro del Pd. Già, proprio il premier spagnolo, pur di formare un governo, ha sottoscritto un vero e proprio patto col diavolo. Con chi? Con i separatisti catalani. Come? Garantendogli quell’amnistia che lui stesso aveva solennemente dichiarato essere contro la Costituzione spagnola. Decisione che più arbitraria, davvero, non si può.

Qualcuno avverta Elly Schlein che fra gli amici che accoglierà a Roma si annidano non solo falchi rigoristi ma anche pericolosi “sovranisti”: da far invidia agli odiatissimi governi di destra. Uno di questa è la presidente socialdemocratica danese Mette Frederiksen: fra i primi (e prima del conservatore inglese Sunak) ad annunciare di voler stringere accordo con il Ruanda per spedire lì gli immigrati clandestini. E pensare, infine, che l’unico socialista davvero solidale con l’Italia è l’unico che Schlein & co vorrebbero cacciare a pedate dal Pse. Parliamo del premier albanese Edi Rama: “reo” di aver messo a disposizione due piccole porzioni della sua Albania per ospitare un Cpr e aiutare fattivamente l’Italia e il suo governo a gestire la pressione migratoria. Come si è permesso…

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