Liberate le università dai collettivi: due italiani su tre bocciano le “okkupazioni” pilotate dall’estrema sinistra
Due italiani su tre sono ostili alle occupazioni delle università, che i collettivi stanno portando avanti un po’ in tutta Italia, spesso scatenando momenti di tensione. Online solo il 35% esprime un sentiment positivo relativamente alle occupazioni degli atenei, contro un 65% che, invece, guarda con negatività e/o perplessità al fenomeno, registrato di recente a Roma, Napoli, Genova, Torino, Bologna e Macerata. È quanto emerge da una ricerca, condotta in esclusiva per l’agenzia di stampa Adnkronos, da Vis Factor, società leader a livello nazionale nel posizionamento strategico, attraverso Human, la propria piattaforma di web e social listening sviluppata a partire dal 2018 con algoritmo a base semantica italiana.
Due italiani su tre contrari alle occupazioni delle università: suscitano rabbia e sfiducia
Dalla ricerca di Vis Factor emerge che le emozioni più associate al tema sono rabbia (32%), frustrazione (21%), sfiducia (16%) e solidarietà (15%). Sostegno agli studenti e alla causa Palestinese sono i concetti più associati al sentiment positivo; condanna o perplessità a questo tipo di manifestazione sono alla base di una più ferma opposizione e delle perplessità che portano la maggior parte degli italiani a dirsi contrario alle occupazioni.
Scontri e insulti: i casi di Roma e Genova
La ricerca arriva dopo una serie di episodi di occupazioni negli atenei italiani. Il più recente è quello della Sapienza di Roma, occupata l’altra notte, dopo l’assemblea dei Collettivi all’interno del Rettorato. Cori sono stati intonati contro Israele e le forze di polizia, con le quali ci sono stati momenti di tensione. Ieri a Genova, inoltre, il rettore Federico Delfino è stato pesantemente insultato e contestato dagli studenti.
L’autolesionismo di Torino: no al bando di ricerca della Farnesina
A metà novembre un gruppo di studenti dell’università di Genova aveva occupato la facoltà di Lettere e Filosofia in solidarietà con il popolo palestinese. E poi Napoli, dove gli antagonisti hanno occupato l’Università Orientale, ancora una volta a sostegno della Palestina. “Fino alla vittoria” si leggeva sul drappo appeso al balcone centrale di Palazzo Giusso. Così è stato a Bologna, sempre a novembre scorso, dove “gli studenti e le studentesse di Unibo hanno risposto alla mobilitazione in tutta Italia in solidarietà alla resistenza palestinese”, avevano avuto modo di spiegare in una conferenza. C’è poi il caso di Torino, dove il Senato accademico si è piegato ai diktat dei collettivi e ha detto no alla partecipazione del bando del ministero degli Esteri per una collaborazione con le università israeliane nel campo della ricerca.