L’intervista. Gigliuto (Istituto Piepoli): “Meloni? Agli italiani piace per il suo ruolo in Europa”

6 Mar 2024 16:31 - di Antonella Ambrosioni

Livio Gigliuto  è il presidente dell‘istituto Piepoli, ha in mano il polso della situazione politica e del “sentiment” degli italiani riguardo al gradimento dei  partiti e dei leader. Una  chiacchierata con lui è risolutiva. L’analisi, confortata, dai dati, sul premier Giorgia Meloni  è lontana anni luce da quanto detto e scritto dai media più lontani politicamente dal presidente del Consiglio. Anzi, il giudizio “super partes” del numero uno del prestigioso di ricerca rovescia la narrazione di una premier andata da Biden a “prendere ordini” dal presidente Usa: come affermato dal capo del M5S Giuseppe Conte, fra gli altri. E come ripetuto sui quotidiani marcatamente antigovernativi

Livio Gigliuto, la premier Meloni è stata criticata e sminuita per “l’abbraccio” di Biden durante la sua recente visita negli Usa e in Canada in qualità di leader del G7. Vignette spregevoli a parte, i detrattori dell’attuale governo e alcuni leader politici hanno usato termini sprezzanti, delegittimando il ruolo internazionale che l’Italia sta svolgendo. Da sondaggista le chiedo una lettura equilibrata: come ne è uscita Giorgia Meloni ?

Le rispondo con un sondaggio realizzato un mese fa. Alla domanda su quale elemento fosse il più gradito del premierato di Giorgia Meloni, spiccava la sua capacità di tessere relazioni internazionali. Una risposta data sia dall’elettorato di centrodestra che di centrosinistra. Anche in maniera inattesa per chi non l’ha votata, è stata gradita la linea della premier in politica estera, la sua linea atlantista, percepita in continuità con l’approccio del governo Draghi. Questa linea di continuità è molto piaciuta a quell’opinione pubblica che non non ha votato la premier e che temeva un cambio di passo sullo scacchiere internazionale.

Molti think tank internazionali, come l’Atlantic Council, e il Nyt hanno elogiato Meloni.  La foto con Biden ha dato, al contrario,  fiato alle trombe degli oppositori della premier. Da quello che lei afferma possiamo dunque tranquillamente rovesciare la narrazione negativa che si è tentato di veicolare ?

L’abbraccio di Biden? Tutti sanno che non c’è corrispondenza politica tra la premier Meloni e il  democratico Biden. Anche tale “abbraccio” è stato percepito in continuità con i rapporti che anche i precedenti governi hanno sempre avuto con i presidenti Usa. Per quanto riguarda le letture che sono state date, è stato sempre così per tutte le premiership: decifrate attraverso una lettura e il suo opposto.

Dunque, quel è il profilo di Giorgia Meloni che emerge dai dati di cui lei in possesso? 

Sono dati che si riferiscono ad un contesto internazionale che vede in questo momento alcune leadership europee in netto calo: quella di Macron, ad esempio, logorata dal fattore tempo e da alcuni problemi pesanti da affrontare, come la protesta dei trattori. Sono in calo anche lo spagnolo Sanchez e il tedesco Scholz. Questo contesto fa sì che attualmente Giorgia Meloni sia vista come punto di riferimento sulla scena internazionale. La premier ha un grande consenso sia sulla politica interna, con un’ampia maggioranza in Parlamento; sia in politica estera. E i sondaggi la vedono sempre al primo posto nel gradimento dei leader. Pertanto la percezione esterna  è che quella della Meloni sia una premiership forte.

Il contrasto all’immigrazione illegale messo in atto dal governo Meloni è stato preso a modello in Europa. E’ un elemento importante nella valutazione internazionale positiva della presidente del Consiglio?

In questo momento il tema immigrazione non  è prioritario per gli italiani. Tira di più il tema economico.

A proposito del fattore tempo, lei sostiene che sia questo aspetto ad incidere sulla fase declinante delle premiership. Da questo punto di vista, cosa si può dire dopo un anno e mezzo di governo Meloni?

La premier era al 50% del gradimento tra i leader al suo insediamento a Palazzo Chigi. Ora è al 40 per cento, ampiamente in cima agli altri leader. Il calo è assolutamente fisiologico. A debita distanza (22 per cento) seguono infatti Conte e Tajani più o meno appaiati.

Come vi regolate per sondare il gradimento dei leader, classifica dominata dalla premier?

Esistono diversi tipi di leadership. Noi chiediamo al campione degli italiani consultati  quanta fiducia ripongano in un determinato leader. Le risposte sono: molta, abbastanza, poca. La risposta “molto” la guadagnano i leader fortemente polarizzati: che hanno molti estimatori ma anche molti detrattori. Sono insomma i leader “trascinatori”.  Non lo sono coloro che ottengono la risposta “abbastanza”: perché non hanno né tanti fan né tanti “haters”, per così dire.

Che ci può dire delle elezioni Regionali in Abruzzo? 

Noi non abbiamo fatto sondaggi nelle ultime settimane. In Abruzzo il fattore voto disgiunto non c’è. E questo è un elemento di valutazione importante.

 

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