Malga Bala, 80 anni fa la strage sparita dai libri di storia: 12 carabinieri trucidati dai partigiani titini
Cade oggi l’ottantesimo anniversario dell’eccidio di Malga Bala: una strage compiuta dai partigiani titini che non troverete sui libri di storia né tantomeno nei bollettini dell’Anpi.
La celebra, in quasi assoluta solitudine, la pagina social dell’Arma dei carabinieri. Dodici carabinieri incaricati della protezione a Bretto Inferiore, una frazione ora del comune sloveno di Plezzo, nella locale centrale idroelettrica. Il più giovane dei militari ha 19 anni, il più anziano 39. I carabinieri vengono catturati da partigiani sloveni e costretti ad affrontare un percorso impervio sino all’altipiano di Logje, dove verranno trattati con modalità che inorridiscono solo a riferirle.
Costretti a ingerire un minestrone avvelenato, torturati e sterminati
Il lungo tragitto viene intervallato infatti da poche soste, di cui l’ultima la sera del 24 marzo, in una stalla sull’altopiano di Logje. Qui viene loro somministrato minestrone a cui è stata aggiunta soda caustica e sale nero, usato per il bestiame perché ad elevato potere purgante. La mattina successiva viene fatto percorrere ai prigionieri l’ultimo tratto di strada che li separa dal luogo della mattanza, un casolare a Malga Bala. Il comandante del distaccamento, il vice brigadiere Dino Perpignano viene arpionato a un calcagno con un uncino, appeso a testa in giù e costretto a vedere la mattanza dei propri uomini. Verrà finito a calci in testa.
Gli altri carabinieri vengono sterminati altrettanto barbaramente, dopo essere stati incaprettati con filo di ferro. Il carabiniere più anziano ha 39 anni: si chiama Primo Almenici. Per impietosire i partigiani titini fa vedere la foto dei suoi 5 bambini che porta sempre in tasca. Lo troveranno con la foto conficcata nel cuore. I dodici corpi saranno rinvenuti oltre una settimana più tardi, sfigurati e accatastati in mezzo alla neve.
In memoria di quei 12 martiri, e di tutte le altre «vittime con gli alamari », nel 2009 è stata conferita alla bandiera dell’Arma la medaglia d’oro al merito civile, che ricorda il sacrificio di quei militari che, per amor patrio e solidarietà umana, non ebbero paura di fare da ultimo baluardo «contro la barbarie e la ferocia inumana».
Il generale dei carabinieri Luzi: “Malga Bala è un presidio della memoria”
Questa mattina, a 80 anni dall’eccidio dei 12 Carabinieri caduti a Malga Bala (oggi Slovenia), a Tarvisio, alla presenza del Comandante Generale dell’Arma Teo Luzi, si è svolta la toccante cerimonia di commemorazione, a cui ha preso parte anche il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani.
Dopo la funzione religiosa nella Chiesa “Santi Pietro e Paolo”, gli onori resi ai caduti da un reparto in armi e una corona d’alloro deposta nel Tempietto Ossario che custodisce le spoglie di 7 dei 12 carabinieri trucidati.
“Malga Bala è un presidio della memoria, dove raccogliere il sentimento di quanti riconoscono quei drammatici avvenimenti come parte integrante della nostra storia nazionale e che deve essere spiegata alle nuove generazioni”, ha dichiarato il generale Luzi nel suo intervento.
C’è da aggiungere che, purtroppo, la maggior parte degli italiani di questo eccidio non sa nulla: i motivi sono facilmente noti. Degli orrori commessi dai partigiani (inclusi quelli titini) è vietato parlare per non incorrere nell’accusa di “revisionismo”.