Poli Bortone: “In campo perché Lecce non mi piace più. E poi pure mia nipote mi vuole sindaco”

1 Mar 2024 17:19 - di Federica Parbuoni
poli bortone

Due circostanze l’hanno spinta ad accettare la candidatura. La prima riguarda lo stato della città: “Ho deciso di scendere in campo perché Lecce oggi non mi piace”, è “morta, “triste” e “sciatta”. L’altra attiene agli affetti familiari: “La mia nipote più piccola, che ha 14 anni, da quando aveva 4 anni mi dice: Nonna, perché sono nata dopo che hai fatto il sindaco? Devi farlo un’altra volta”. E così, quando il centrodestra le ha proposto di correre come primo cittadino di Lecce, Adriana Poli Bortone, attualmente al servizio della città come consigliere comunale, ha accettato volentieri quella che definisce “l’ultima corsa, la definitiva”.

Adriana Poli Bortone scelta dal centrodestra come candidata a sindaco di Lecce

L’annuncio della candidatura di Poli Bortone è arrivato mercoledì. “Con questa scelta, abbiamo voluto offrire alla città una proposta all’insegna della credibilità e dell’autorevolezza e siamo certi che con lei, conosciuta e amata, daremo al Comune una guida forte in grado di rilanciare le prospettive per il futuro”, hanno spiegato in una nota congiunta i coordinatori regionali del centrodestra in Puglia Marcello Gemmato di FdI, Roberto Marti della Lega, Mauro D’Attis di FI, Luigi Morgante di Noi Moderati, Tanino Brattoli dell’UdC, Luigi De Mucci dei Liberali riformisti Nuovo Psi (Npsi) e Pierpaolo Signore di Movimento Regione Salento (Mrs).

Poli Bortone: “Il mio politico di riferimento era, è e sarà sempre Almirante”

Poli Bortone, due volte sindaco di Lecce e poi ministro e parlamentare, intervistata dal Corriere del Mezzogiorno, ha spiegato che ancora oggi la sua fonte di ispirazione politica è Giorgio Almirante. “Il mio politico di riferimento era, è e sarà sempre Giorgio Almirante. Mi ha insegnato lui a fare politica”, ha detto, aggiungendo che di fare la nonna a tempo pieno “non mi passa neanche per la testa” e che, anzi, la famiglia è la sua prima “tifoseria”. Quanto al ruolo di sindaco, “penso che sia un incarico fortemente cambiato. Ci sono tante responsabilità nuove. Sono cambiate le città, i cittadini, le esigenze e le leggi. E ancora, i mutamenti hanno interessato il rapporto tra enti locali, Regioni e governo. È tutto cambiato”.

In campo per Lecce perché “è diventata una città morta, triste, sciatta”

“Io – ha chiarito – ho seguito il flusso grazie alla mia passione per la politica, ne ho anche interpretato gli aspetti più complessi. Ho avuto sempre cura di fare incontri e riunioni con persone che avevano idee diverse dalle mie, così da poter essere sempre al corrente di quello che accadeva”. Lecce, ha spiegato ancora Poli Bortone, “è diventata una città morta. Triste. Quando l’ho lasciata nel 2007 era piena di gente, non solo di turisti mordi e fuggi. Prima si facevano i percorsi artigianali qui, ora è una città sciatta. Neanche bella esteticamente. Forse essendo donna presto più attenzione a questi aspetti, ma se al posto di un’aiuola ci sono dei panettoni bianchi e rossi di plastica per me è un pugno nello stomaco”.

Una “offerta per la città” che parte dall’ascolto dei cittadini

“La nostra offerta per la città – ha poi spiegato Poli Bortone – passerà dal lavoro di un comitato in cui sono rappresentate tutte le liste. Non voglio un programma fatto da me, preferisco che ci si lavori tutti insieme. Solo così lo possiamo veicolare al resto della città. Per me la sfida più importante è quella della partecipazione. La sinistra se n’è riempita la bocca ma poca se n’è vista. Io penso che qualsiasi iniziativa come sono quelle sul traffico, sull’utilizzo della tassa di soggiorno o sulla gestione degli eventi, se non le si condivide con le espressioni civiche allora falliscono”.

Il grande apprezzamento per Giorgia Meloni: “Capace, sa quello che dice e sa dialogare”

Poi, rispondendo alle domande di Enrico Filotico, che firma l’intervista, ha spiegato di apprezzare molto il governo e Giorgia Meloni in particolare: “Ci dimostra quello che aveva già avuto modo di far vedere in passato all’interno del partito. È una donna capace, sa quello che dice e ha la capacità di dialogare. Quello che sta facendo in politica estera lo ha fatto solo Silvio Berlusconi negli ultimi trent’anni, però lei sembra anche più avanti”. E i rapporti tra FdI e Lega? “Io penso – ha risposto Poli Bortone – che ci sia ancora una ricerca della propria identità da parte della Lega. Deve capire se vuole essere un partito nazionale, quindi presente su tutto il territorio con una progettualità coerente. Oppure se si vuole andare a rinchiudere ancora al Nord”. “Io pensavo che avessero già fatto un passo avanti. Ad ogni modo – ha sottolineato – trovo normale che ci siano delle frizioni all’interno di una coalizione, ogni partito ha il suo percorso e la sua storia. È naturale che stare insieme richieda un passo indietro per tutti”.

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