Politici di destra spiati, Rampelli. “La sinistra tace. A parti invertite avrebbe parlato di golpe”
Non si placa la polemica sul dossieraggio. Fabio Rampelli, vice presidente della Camera, è uno dei politici “spiati” che ha messo il coltello nella piaga: il silenzio della sinistra sull’operazione messa in atto su un centinaio di personalità le cui operazioni bancarie e dichiarazioni dei redditi sono stati passati al setaccio del finanziere Pasquale Striano. E per il quale è stata aperta un’indagine dalla Procura di Perugia. Ancora non si capisce chi ordinava queste ispezioni e con quale finalità. “Repubblica” oggi non mette neanche la notizia in prima pagina, per dire, dobbiamo andare a pagina 13 per sapere che esiste questa inchiesta. Il vicepresidente della Camera è stato “attenzionato” dal finanziere all’epoca in cui si parlò di una sua possibile candidatura – poi non avvenuta – a sindaco di Roma per il centrodestra, nel 2021.
Rampelli: «Il monitoraggio abusivo ha riguardato particolarmente esponenti della destra»
Intervistato dalla “Stampa” esprime tutto il suo sconcerto nell’avere appreso di essere oggetto di un controllo abusivo. Come mi sento? «Non bene, è surreale che si possa commissionare un’attività illecita per fini illeciti, coinvolgendo parte del circuito editoriale. Posto che la fonte Striano era illecita, le notizie in questo modo non si cercherebbero neppure su Marte. Neppure a Mosca. È un fatto che deve preoccupare non solo il Parlamento, ma l’intera società”. C’è poi un altro aspetto non certo marginale. Un dato allarmante. «Il monitoraggio abusivo ha riguardato particolarmente esponenti della destra», afferma Rampelli. Ci sono anche, certo, le informazioni anche sugli ex premier Matteo Renzi e Giuseppe Conte, e sulla compagna di quest’ultimo, Olivia Paladino. Ma non c’è paragone: «Un numero esiguo, rispetto ai nomi del centrodestra. E il guaio è che la sinistra non ha avuto una reazione». Su questo aspetto non si può transigere e Rampelli parla chiaro.
Dossieraggio, Rampelli: “La sinistra tace, la cattiva coscienza dei garantisti a corrente alternata”
«Però, se fosse accaduto il contrario sarebbero scesi tutti in piazza a protestare. Il silenzio da parte della sinistra che a parti invertite avrebbe gridato al colpo di Stato, evocando scenari da P2, dimostra la cattiva coscienza dei garantisti a corrente alternata». Quanto al lavoro dei giornalisti che fanno il loro lavoro il vicepresidente della Camera puntualizza: «Sì, ma le notizie vanno verificate. E quando sai che la tua fonte non le ha avute in modo lecito o trasparente non dovresti pubblicarle. La deontologia professionale tutela innanzitutto i giornalisti, se rispettano le regole. Queste informazioni a chi sono state trasmesse e in cambio di cosa?». E’ infatti tutto da appurare.
La sinistra mette la sordina allo scandalo
Il cronista tenta di abbassare i toni dicendo che in fondo al momento non risulta che ci sia stata un’attività di dossieraggio nei confronti dei politici. Si è trattato di una divulgazione di notizie. Ma per Rampelli «la sostanza non cambia. E in uno Stato di diritto non va bene. Buona parte dei nomi “spiati” navigavano in contesti che nell’evoluzione del dibattito potevano prendere una china o un’altra: si potevano creare condizioni di ricatto». E fa un esempio pratico: «Pensi a me, io alla fine non mi sono candidato a sindaco di Roma, ma se lo avessi fatto sarei stato preso di mira».