In un articolo sulla rivista “Formiche”, l’ex senatore di An, Riccardo Pedrizzi, ha annunciato di voler sottoporre il caso anche in sedi istituzionali e politiche. “Sono stato dal 1994, per alcune legislature, responsabile nazionale del dipartimento “Politiche per la famiglia”, ho nel mio nucleo familiare un componente con grande disabilità, che però è la gioia dei genitori e dei fratelli, da parlamentare mi sono sempre occupato delle persone bisognose e in difficoltà della nostra società. Da qualche anno sto seguendo la vicenda che ora racconto. Per tutti questi motivi chi scrive ha ritenuto di dover richiamare l’attenzione su questa vicenda del ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Maria Roccella, di quello della disabilità, Alessandra Locatelli, di quello della Giustizia, Carlo Nordio e dell’assessorato del Welfare della Regione Lombardia, nella persona di Guido Bertolaso, anche al fine di dare tranquillità a tutte quelle famiglie che sono costrette ad avvalersi di tali istituti”, scrive.
Il gip ha fissato l’udienza nella quale valuterà se chiudere o meno il caso, per il prossimo 27 marzo. Dovrà valutare se quei lividi riscontrati anche in ospedale sul corpo di Alessandro, figlio di un artigiano, siano da attribuire a maltrattamenti subiti all’interno della struttura sanitaria, a causa degli omessi controlli da parte dei sanitari, o solo frutto di azioni violente di un ragazzino pakistano, su cui si pronuncerà il Tribunale dei Minori. Lo stralcio della posizione del ragazzino pakistano, che sarebbe autore di alcune lesioni aggravate, secondo gli avvocati non fanno decadere “l’ipotesi accusatoria anche nel presente procedimento nei confronti dei responsabili della Struttura”.