Scuola, è follia: a Pioltello si chiude per il Ramadan, a Cesena si nega al prete di benedire le aule per Pasqua
Scuola, sì al Ramadan, non alla benedizione delle aule per Pasqua: sulle vicende che interessano due istituti italiani (uno del Milanese e uno nella provincia di Forlì-Cesena) infuriano le polemiche. A Pioltello, cintura milanese e presidio dell’accoglienza, una scuola chiude per la fine del Ramadan. La decisione, varata all’unanimità tra personale e famiglie, vuole promulgare l’iniziativa sotto il simbolo politicamente corretto dell’inclusività per eccellenza. Nel frattempo, con buona pace della stessa inclusività, la dirigente scolastica di una scuola della provincia romagnola si sarebbe opposta alla tradizionale benedizione delle aule per Pasqua, lasciando il sacerdote ad aspettare invano fuori dal cancello del plesso scolastico. Due casi che rispolverano l’antico metro del “due pesi e due misure” e che in queste ore stanno suscitando polemiche e recriminazioni che lasciano il segno. E soprattutto, due vicende che, messe in parallelo, denotano una sperequazione che non può passare inosservata.
Scuola, sì al Ramadan, no alla benedizione delle aule per Pasqua
Partiamo da Pioltello, nel Milanese, dove all’istituto comprensivo Iqbhal Masih, per la prima volta in Italia, i bambini della scuola primaria e secondaria resteranno a casa mercoledì 10 aprile, in concomitanza con la ricorrenza della festività musulmana. La decisione del consiglio di istituto ha suscitato non poche recriminazioni. Una polemica su cui nelle scorse è intervenuto direttamente il ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, che volendo vederci chiaro su X ha postato: «In relazione al caso della scuola di Pioltello che ha deciso di sospendere le lezioni in occasione del Ramadan ho chiesto agli uffici competenti del Ministero di verificare le motivazioni di carattere didattico che hanno portato a deliberare la deroga al calendario scolastico regionale e la loro compatibilità con l’ordinamento».
A Pioltello si chiude per celebrare il ramadan, a Cesena si nega al prete di benedire le aule per Pasqua
Sì, perché stando a quanto asserito dal preside dell’istituto in questione, Alessandro Fanfoni, dalle colonne del Fatto Quotidiano, rilanciate dal Tgcom24, «a Pioltello abbiamo classi dove negli anni scorsi in occasione della fine del Ramadan, di fatto, venivano a scuola in tre o quattro. I bambini di fede islamica sono la maggioranza e nonostante le linee guida sull’inclusione consiglino di formare classi con non più del 30% di stranieri, noi arriviamo al 43% perché questa è la nostra utenza. Non possiamo chiudere gli occhi davanti a questi numeri e alla realtà. Questa festa è per molti di loro una tradizione, tra l’altro spesso condivisa anche dai compagni di classe italiani che partecipano per condividere».
Il vessillo dell’inclusione sventolato a senso unico
Ebbene, proprio sul tema dell’inclusione sventolata come un vessillo – che nella scuola di Cesena però sembra essere rimasto in soffitta – Silvia Sardone, eurodeputata della Lega, ha replicato con una nota definendo la decisione «particolarmente rilevante». Di più: «Preoccupante per quanto mi riguarda». Una iniziativa, quella dell’esponente del Carroccio contesta, che a sua detta «segna un precedente essendo probabilmente la prima volta in Italia che una scuola venga chiusa per il Ramadan». E aggiungendo in seconda battuta annotazioni che spiegano e motivano la suddetta preoccupazione.
La Sardone sul caso di Pioltello: «Credo sia un pericoloso arretramento sulla nostra identità»
Pertanto, prosegue la Sardone: «Per i dirigenti scolastici questa scelta aiuta l’inclusione. Io credo invece che sia un pericoloso arretramento sulla nostra identità: chiudendo le scuole per feste che non fanno parte della nostra cultura e della nostra storia diamo ancora più forza a quel processo di islamizzazione che si diffonde con forza in tutta Europa. Negli anni l’Unione delle comunità islamiche d`Italia ha chiesto che le feste islamiche fossero inserite nel calendario scolastico. È una deriva inaccettabile, mentre noi nascondiamo i nostri simboli e le nostre tradizioni, andiamo a chiudere le scuole per festeggiare il Ramadan. Non è questo il futuro che vogliamo!».
De Corato: «Interrompere le lezioni per una festività non riconosciuta dalla religione cattolica?»
Un punto, quello dell’ossequio alle tradizioni, a partire da quelle di casa nostra, ventilato anche dal deputato di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato, vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali alla Camera ed ex vicesindaco di Milano, che sul caso di Pioltello non a caso ha dichiarato: «Mi pare incomprensibile la scelta del Preside dell’istituto statale di Pioltello, comune dell’hinterland milanese, di dare un giorno di vacanza agli oltre 1.200 alunni il 10 aprile, giorno della festa di fine Ramadan. Mi auguro che il ministro Valditara voglia approfondire la questione per comprendere quanto sia lecito e compatibile con la necessità di garantire il diritto all’istruzione la decisione di interrompere le lezioni per una festività non riconosciuta dalla religione cattolica».
La vicenda della scuola di Cesena e del mancato permesso alla benedizione pasquale
E a proposito di religione cattolica, veniamo all’altra vicenda che arriva da un ambito scolastico, e che sta facendo discutere in queste ore: e non poco. Quella denunciata dal sito Cesena Today e rilanciata da Il Giornale, incentrata sul caso della tradizionale benedizione pasquale delle aule a cui una dirigente scolastica si sarebbe opposta. E sui, qualche ora fa, ha spiegato: «Le benedizioni pasquali violano il principio di laicità dello Stato poiché rappresentano l’effettuazione di un culto religioso».
La spiegazione della dirigente scolastica: viola il principio di laicità dello Stato
Aggiungendo anche a stretto giro: il vice-sindaco del Comune di Verghereto ha telefonato a scuola qualche giorno fa chiedendo se quest’anno si sarebbero svolte le benedizioni pasquali e gli è stato risposto che non sarebbe stato possibile – ha dichiarato la dirigente a Cesena Today –. Nessun sacerdote mi ha contattata né in forma scritta né in forma verbale per chiedere di poter svolgere la benedizione pasquale nei locali scolastici. Non è stata diramata alcuna circolare in merito da parte mia. Né sono pervenute osservazioni o richieste di chiarimenti».
Bartolini: quella della preside una «scelta incomprensibile»
Un episodio, secondo quanto riferito, cominciato dunque nel momento in cui all’istituto comprensivo di Bagno di Romagna e Verghereto al sacerdote che si è presentato per benedire le aule e incontrare alunni e personale scolastico, non viene concesso di procedere. Una decisione che il dirigente romagnolo di Fratelli d’Italia ed ex-consigliere regionale, Luca Bartolini, dalle colonne del quotidiano milanese bolla come «una scelta incomprensibile e disposta dalla direttrice didattica che non può che vederci contrari». Anzi, di più: «Siamo indignati al pari dei tanti genitori delle scuole medie ed elementari che ci hanno segnalato l’accaduto», rincara la dose l’esponente di FdI.
«Ormai si dà più importanza al Ramadan che alla Pasqua»…
Che poi, prima di concludere aggiunge anche un’osservazione di buon senso: «Se non si voleva urtare la sensibilità di chi professa un’altra religione o non è credente, bastava fare come in passato, con i ragazzi accompagnati in un’altra aula per il breve momento della benedizione». Ma, chiosa Bartolini, «negare la benedizione pasquale è venire meno alle nostre tradizioni, alla nostra cultura, alla nostra identità. Purtroppo ormai non c’è più da stupirsi, durante il Natale vediamo sotto attacco il Presepe, assistiamo a una deriva che ci porta lontano dai valori su cui si fonda la nostra storia, la nostra società e su cui dovrebbe poggiare il nostro presente. Ormai si dà più importanza al Ramadan che alla Pasqua”. Una postilla che accomuna, inestricabilmente, entrambe le vicende di Pioltello e Cesena…