Acca Larenzia: il Pd condanna…le commemorazioni. Silenzio sulla strage? L’Aquila dice “no”
La città dell’Aquila rifiuta l’intolleranza ideologica dell’antifascismo militante. È quanto emerso dall’ultima seduta del Consiglio comunale del capoluogo abruzzese, in cui è stato bocciato l’ordine del giorno presentato dalla consigliera ed ex parlamentare Stefania Pezzopane (Pd) e sottoscritto da tutta la minoranza di centrosinistra, che con il pretesto dei saluti romani intendeva condannare la commemorazione annuale della strage di Acca Larenzia. «Condannare gli esecrabili fatti avvenuti ad Acca Larenzia il 7 gennaio», recitava il testo della Pezzopane: ma è davvero sorprendente che con tale espressione ci si riferisse non all’odiosa strage del 1978, che vide l’uccisione dei militanti del Fronte della Gioventù Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, neanche menzionati nel documento, ma al cosiddetto “rito del presente” svolto, peraltro nelle stesse forme degli ultimi 45 anni, il 7 gennaio di quest’anno.
A mettere in luce questa palese stonatura è stata nel suo intervento la consigliera Claudia Pagliariccio (FdI), che ha anche osservato come l’odio ideologico praticato da certo antifascismo militante sia tornato di questi tempi ad assumere forme preoccupanti: dal tweet della prof della “Sapienza” Donatella Di Cesare sulla brigatista mai pentita Barbara Balzerani, salutata affettuosamente con il nome di battaglia “compagna Luna”, alle dichiarazioni di Christian Raimo sulla necessità di picchiare i “neonazisti”, fino alla pretesa di impunità per chi è accusato di andare a spaccare teste in giro per l’Europa (ogni riferimento al caso Salis è puramente voluto). Tanti segnali, insomma, del fatto che qualcuno a sinistra si sente forse più a suo agio nel celebrare o nel non condannare gli assassini piuttosto che nel ricordare le vittime.
E se nelle ultime settimane ha tenuto banco il dibattito sulla qualità dello stato di diritto in quel di Budapest, appare ancora più paradossale la seconda parte dell’odg della Pezzopane, che si proponeva di chiedere al Governo nazionale nientemeno che di accertare le responsabilità degli organizzatori e dei partecipanti alla commemorazione del 7 gennaio, con tanti saluti ai princìpi della separazione dei poteri e dell’indipendenza della magistratura. Gioco facile ha avuto dunque la consigliera Pagliariccio a parlare di un documento «senza capo né coda» e, pertanto, da rispedire senza tanti complimenti al mittente, cosa che è puntualmente avvenuta grazie al compatto voto contrario dell’intera maggioranza di centrodestra in Consiglio comunale.
Un segnale chiaro ai naviganti, dunque: a L’Aquila, e in generale nell’Italia del 2024, non può esserci spazio per l’odio ideologico di certa sinistra, né per chi, con il ricatto morale dell’antifascismo, vorrebbe occultare il ricordo delle vittime innocenti di destra degli “anni di piombo”.