Arte e fascismo: al Mart di Rovereto in esposizione 400 pezzi del Ventennio futurista e razionalista

14 Apr 2024 16:52 - di Marta Lima

Con circa 400 pezzi tra opere e materiali d’archivio, il Mart di Rovereto torna a indagare l’arte del Ventennio: dalle avanguardie futuriste all’architettura razionalista, “un grande percorso attraverso uno dei periodi più ricchi della storia dell’arte recente”, nelle parole di Vittorio Sgarbi, ideatore dell’esposizione curata da Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari.

La mostra “Arte e fascismo” al Mart fino al primo settembre

La mostra “Arte e fascismo”, aperta da oggi al 1 settembre 2024, analizza i vari e complessi modi in cui il regime fascista influì sulla produzione figurativa italiana, utilizzando a fini propagandistici i linguaggi dell’arte e dell’architettura. Affondando le sue radici nei decenni antecedenti e spaziando dalle pratiche tradizionali alle arti applicate, la cultura visiva del Ventennio testimonia lo svilupparsi di una varietà di stili senza precedenti. “Diversamente da altri regimi, quello fascista non impone un gusto, facendo proprie anche alcune delle tendenze artistiche che si affermano in quel periodo storico. La mancanza di un unico orientamento facilita lo sviluppo di un’eterogenea e dinamica presenza di espressioni e correnti”, spiegano i curatori.

Tra pittura, scultura, documenti e materiali d’archivio, il percorso espositivo si snoda tra 400 opere di artisti e architetti come Mario Sironi, Carlo Carrà, Adolfo Wildt, Arturo Martini, Marino Marini, Massimo Campigli, Achille Funi, Fortunato Depero, Tullio Crali, Thayaht, Renato Bertelli, Renato Guttuso. Provenienti da collezioni pubbliche e private le opere dialogano con alcuni dei grandi capolavori del Mart e con numerosi materiali provenienti dai fondi dell’Archivio del ‘900.

Otto sezioni cronologiche e tematiche

Otto sezioni cronologiche e tematiche scandiscono la visita: Novecento italiano, dedicata al grande progetto di sostegno agli artisti e alla cultura di Margherita Sarfatti, intellettuale e curatrice ante litteram; L’immagine del potere, sull’iconografia del Duce tra celebrazione del capo e diffusione del mito; Futurismo. Celebrare l’azione, l’arte totale della maggiore avanguardia italiana; Arte monumentale, l’educazione e la propaganda attraverso la grande arte murale, i mosaici, gli affreschi, i decori, i monumenti; L’architettura e il rapporto con le arti, progetti, bozzetti e arte astratta per edifici grandiosi che esaltassero la potenza italiana, Nuovi miti, non solo l’eroe e l’atleta, ma anche il lavoratore, la donna, la famiglia, alla ricerca della definizione di un sistema sociale virtuoso; Il sistema delle arti, l’organizzazione di un’arte di stato tra mostre, quadriennali, biennali e concorsi; La caduta della dittatura, la fine di un’era tra iconoclastia, satira e dramma.

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