Blitz dei collettivi alla “Federico” II di Napoli: inizia la settimana antagonista degli studenti rossi anti-Israele
La settimana antagonista negli atenei inizia con un’altra Università occupata: si tratta della Federico II di Napoli. Nella mattinata di oggi 8 aprile il collettivo universitario “Rete studentesca per la Palestina” ha occupato la sede del rettorato dell’ateneo. I motivi sono sempre gli stessi: basta accordi con le università israeliane che rientrano nei progetti del bando del ministero degli Esteri (Maeci). L’occupazione avviene due settimane dopo quella del rettorato della Sapienza di Roma, organizzata dal collettivo “Cambiare rotta“. Proprio questo gruppo di studenti “democratici” è sul sentiero di guerra: per domani hanno indetto una manifestazione nazionale che coinvolge 25 atenei. Una “macchina da guerra” per ribadire le richieste legate ai bandi inter-universitari. E sempre per martedì i collettivi si troveranno davanti alla Farnesina per un sit-it.
Gli antagonisti mettono a ferro e fuoco gli atenei: settimana di fuoco di “Cambiare Rotta”
“Oggi la Federico II e il suo rettore Matteo Lorito si sono svegliati così: abbiamo deciso di porre in essere un’azione forte occupando gli uffici del rettorato come è già avvenuto a Roma, a Torino, a Bologna”: così recita un post degli attivisti di Napoli su Instagram. Da una delle finestre del palazzo è stato esposto uno striscione con la bandiera palestinese. Non serviva che a Maurizio Molinari fosse impedito di parlare all’università di Napoli per capire che la situazione stava sfuggendo di mano. Questa ondata di occupazioni e di manifestazioni sono l’ennesima riprova che l’odio anti-ebraico e anti-israeliano sta dilagando nei luoghi simbolo del confronto delle idee. Questo il proclama degli studenti antagonisti:
L’odio anti-ebraico nelle università
«Quanto sta accadendo in Palestina in questo momento porta per noi il nome di genocidio – dicono gli studenti in una nota –: il banco Maeci, la fondazione Med’or, gli accordi stretti tra Italia e Israele a livello accademico, economico, militare rappresentano per noi un punto di non ritorno circa la complicità dell’accademia con il criminale progetto di Israele di cancellazione del popolo palestinese». Gli studenti del Collettivo autorganizzato universitario sostengono che non arretreranno; e che «porteranno avanti la loro battaglia fino ad acquisita garanzia di rescissione degli accordi tra università presieduta dal rettore Matteo Lorito e l’entità sionista».
Gli studenti rossi e e anti-Israele spaderoneggiano e pretendono di interpretare il sentire di tutti gli altri. Lo scorso 6 novembre era stata la volta dell’Università Orientale di Napoli, dove un gruppo di ragazzi incappucciati aveva occupato l’ufficio del rettore. La sceneggiatura di queste proteste si propaga: un gruppo di studenti, solitamente minoritario pretende che le autorità accolgano ogni loro richiesta. Se ciò non accade, piovono le minacce. Questi studenti autenticamente “democratici” hanno avuto buon gioco purtroppo a Torino, dove il Senato Accademico si è piegato alle minacce degli studenti. Ed Anche a Pisa, dove la Scuola Normale ha interrotto la collaborazione sul bando Maeci. Un susseguirsi di arretramenti sotto il profilo del confronto delle idee.
Severo era stato in quell’occasione il giudizio del ministero dell’Istruzione e del Merito: “In quell’occasione – ricordano le fonti del Miur – il ministro Anna Maria Bernini aveva giudicato la scelta sbagliata, seppur assunta nell’ambito dell’autonomia propria degli Atenei. Il ministro più volte e pubblicamente ha definito ogni forma di esclusione o boicottaggio “estranea alla tradizione e alla cultura dei nostri Atenei da sempre ispirata all’apertura e all’inclusività”. «Riempiamo di bandierine palestinesi la facoltà». scrivono i collettivi annunciando una giornata di sciopero e il presidio delle 15 davanti alla Farnesina. Numerose iniziative si terranno nella giornata di martedì 9 aprile negli atenei romani e davanti a diverse facoltà, da La Sapienza a Tor Vergata, da Roma Tre a Villa Mirafiori.