Cannabis in Germania, l’esperto gela la sinistra: “Legalizzare aumenta rischi e danni”. Ecco i dati
Aumento del consumo tra i giovanissimi, moltiplicazione degli accessi al pronto soccorso, incremento degli incidenti automobilistici e degli avvelenamenti accidentali dei bambini. Sono alcuni dei fenomeni che sono stati osservati negli Stati in cui è stato legalizzato l’uso della cannabis. A ricordarlo, dopo il via libera della Germania che ha fatto esultare anche la nostra sinistra, è stato Antonio Bolognese, professore onorario di Chirurgia all’Università Sapienza e responsabile scientifico della Commissione dell’Ordine dei medici e odontoiatri (Omceo) di Roma e provincia per la valutazione, prevenzione e divulgazione delle conseguenze dell’uso della cannabis e di altri disturbi dell’area delle dipendenze. “La cannabis – ha avvertito – non è una droga leggera“.
L’esperienza degli Stati Usa che hanno legalizzato la cannabis
Parlando con l’agenzia di stampa Adnkronos, il medico si è riferito in particolare ai dati provenienti dagli Stati degli Usa in cui la legalizzazione è avvenuta già anni fa. Dai quali, dunque, emerge una indicazione statistica valida e nota alla comunità medico-scientifica, che infatti in Germania, ha ricordato Bolognese, già lo scorso agosto, quando la legalizzazione è stata annunciata, “sul settimanale Der Spiegel lanciava un grido d’allarme”. Per il medico in Germania “è stata fatta una scelta politica”. “Non è stata fatta una scelta basata su dati puramente medici”, ma “su altri dati, forse socio-economici”, ha commentato.
L’aumento del consumo del 25% tra i giovanissimi
“In occasione della Giornata mondiale contro le droghe, lo scorso 26 giugno – ha ricordato Bolognese – alla Camera dei deputati sono stati invitati degli esperti a parlare di quello che è successo in alcuni Stati americani in cui la cannabis è stata legalizzata da diversi anni. I dati mostrano che la legalizzazione è associata ad un aumento del 25% del consumo di marijuana proprio tra i più giovani, tra i 12 e i 17 anni”. Questo dato è particolarmente importante, ha sottolineato il medico, perché “il nostro cervello si sviluppa fino all’età di 24 anni” e il tetraidrocannabinolo (Thc), principio attivo della cannabis responsabile dello ‘sballo’, causa “problematiche importanti sullo sviluppo del cervello”.
Il rischio di danni neurologici sul cervello in maturazione
“I danni scientificamente dimostrati che queste droghe determinano sui ragazzi sono molteplici”, ha proseguito il professore, spiegando che “interferisce con la normale maturazione cerebrale negli adolescenti, modifica la loro personalità e la loro capacità decisionale. I disturbi sono tanto più gravi quanto più precoce è la prima assunzione e quanto più è frequente e duratura”. “Oltre a deficit dell’attenzione, della memoria e quindi dell’apprendimento – ha chiarito ancora l’esperto – è provata una difficoltà di concentrazione, perfino una diminuzione del quoziente intellettivo di circa 8 punti in chi fa uso costante della cannabis ricreativa. A questo si aggiunge un’alterata percezione e l’interpretazione della realtà, la riduzione nella motivazione all’impegno nell’affrontare i problemi”.
Il contraccolpo sulla salute pubblica: accessi ai pronto soccorso, incidenti e avvelenamenti accidentali
Dalla salute individuale si passa poi alla salute pubblica: “Dal 2011 al 2021 gli accessi ai pronto soccorso legati alla marijuana sono praticamente raddoppiati” e “in generale, chi fa uso di cannabis ha una probabilità di andare al pronto soccorso o di essere ricoverato del 25% più alto rispetto ai non consumatori”. Sconvolgenti i dati americani, seguiti alla legalizzazione della cannabis: in California i ricoveri legati all’abuso sono aumentati dell’89%, in Colorado del 148%.
Ancora più preoccupanti poi i numeri legati agli incidenti collaterali: i casi di bambini esposti al rischi di un avvelenamento accidentale in California sono passati dai 598 del 2018 ai 2.470 del 2020; le chiamate per avvelenamento da marijuana in Colorado sono aumentate del 586% dal 2012 al 2019; nello stato di Washington del 214,5%. Ci sono poi gli incidenti automobilistici associati al consumo di cannabis: “In Colorado – ha riferito l’esperto – un incidente mortale su 4 è collegato alla marijuana. Nel 2020, il 24,3% dei conducenti coinvolti in incidenti mortali era positivo al Thc rispetto al 14,8% del 2013. Rispetto all’alcol, che dà un senso di euforia il Thc dà infatti una riduzione della percezione del rischio”.