Conte fa il gradasso contro il Pd, ma lascia i suoi nella giunta Emiliano. Foti: “Immorale commedia”
L’esplosione del campo largo a Bari, con Giuseppe Conte che molla il Pd, evoca il “Miles gloriosus” di plautina memoria: il gradasso, il fanfarone, il vanaglorioso Conte. Che “scandalizzandosi” dell’inchiesta che ha investito il “modello Emiliano” si smarca dalle primarie di Bari facendo il bel gesto e prounciando parole troppo grosse per le sue spalle: “Alla prima inchiesta giudiziaria se ne aggiunge oggi una seconda in cui è coinvolto ovviamente il voto di scambio, l’inquinamento del voto. Cosa che noi stiamo denunciando da tempo. Per il Movimento Cinque Stelle non ci sono le condizioni per svolgere seriamente le primarie”. Arrivederci e grazie.
Pd, caso Puglia, Foti smaschera Conte: “I grillini restano nella giunta Emiliano”
La fanfaronata di cui sopra è presto smascherata. Ad emergere in tutta questa storia poco edificante è la solita ambiguità di Giuseppi e l’evocazione retorica del termine moralità. Perché? E’ Tommaso Foti a spiegarlo “Evocano moralità ma restano nella giunta Emiliano. Le ultime notizie ci dicono che il Movimento 5stelle non parteciperà alle primarie del Pd per individuare il candidato sindaco di Bari; al grido di trasparenza ed onestà e dando lezioni di moralità”. “Peccato stigmatizza il capogruppo di FdI alla Camera- che il movimento guidato da Giuseppe Conte faccia parte in Regione della maggioranza che sostiene la giunta Emiliano: la stessa da cui si è dimessa Maurodinoia, coinvolta nell’indagine sulla compravendita dei voti”.
Foti: “Conte, ma quale moralità? Lascia i suoi nella giunta Emiliano…”
Morale della favola: Conte fa il “fenomeno” facendo saltare le primarie, ma lascia i suoi nella giunta Emiliano che a parole “schifa”. I grillini – attacca Foti- sino ad oggi, conniventi del “sistema Emiliano”, non prendono alcuna distanza dallo stesso; limitandosi a conclamare una netta distanza dallo scandalo sul voto di scambio in occasione delle competizioni elettorali. A parte la forte ilarità per l’evidente scelta di convenienza, ci chiediamo sino a quando questa immorale commedia degli inganni tra PD e 5Stelle continuerà ad ammorbarci”. La farsa è nei fatti: nella giunta Emiliano il M5S ci sta benone: ha tre assessori e un vicepresidente del consiglio. Di che parliamo?
Sechi: “Conte il giorno dello sciacallo”
Da incorniciare il giudizio nettissimo e severissimo di Mario Sechi nell’editoriale di Libero sull’intera vicenda e i suoi protagonisti: “È arrivato il giorno dello sciacallo, Giuseppe Conte ha sentito l’odore del cadavere e ha mollato il Pd di Elly Schlein. La storiaccia di Bari (…) ha dato al leader dei Cinque Stelle la scusa per aprire il sarcofago: saltare fuori come Dracula, succhiare il sangue al Pd e abbandonarlo al suo destino di non-morto”. La storia è questa: Conte “è un maestro nella zombificazione degli alleati. Un compagno di strada, con lui può star certo di ricevere il suo bacio della morte”. Ma è pur vero che “la sinistra non si è sciolta a Bari, ma il giorno in cui ha deciso di andare a spasso con il vampiro“.
C’è ancora chi crede in Giuseppi
E pensare che c’è chi a questa commedia crede ancora, come Gofredo Bettini, grande sponsor di sempre dell’asse giallorosso. Non si arrende all’evidenza: “A Bari da una parte c’è una candidatura del M5s e una del Pd. Io faccio un appello a Conte e al partito democratico, per ritirare i due candidati. E trovare una soluzione che possa portare a un processo unitario, che possa rendere direi certa la vittoria a Bari”. Non si arrende all’evidenza. Eppure il “vampiro” Conte è bene in mostra…