Fitto: “Col successo del Pnrr rendiamo l’indebitamento comune europeo una strada possibile”
Cambiare l’Europa è possibile, bisogna crederci e, soprattutto, essere credibili. Per questo l’Italia del governo Meloni può essere un esempio: non solo la destra ha sempre parlato della necessità di immaginare un’Europa diversa, anche dal punto di vista delle politiche economiche, ma quando è stata chiamata alla sfida ha dimostrato di poterlo fare. L’esempio è il Pnrr. “Dicevano che non si poteva cambiare, e invece ieri c’è stato un passaggio molto importante, quello dell’approvazione di una revisione tecnica concordata con la Commissione europea”, ha ricordato il ministro Raffaele Fitto, nel corso del dibattito “Superare l’austerity. Modello Italia: serietà, affidabilità e crescita per far ripartire l’economia europea”, che si è tenuto alla Conferenza programmatica di FdI a Pescara “L’Italia cambia l’Europa”.
All’incontro, moderato dal giornalista Andrea Bignami e introdotto dalla deputata di FdI Ylenja Lucaselli, hanno partecipato, oltre a Fitto, il presidente della Commissione Finanze della Camera, Marco Osnato; il senatore di FdI, Marco Scurria; il capo economista di Intesa Sanpaolo, Gregorio De Felice; l’ex vicepresidente della Banca nazionale austriaca, Barbara Kolm.
Lucaselli ha ricordato come la politica economica europea improntata all’austerity, che dovrebbe servire a portare i bilanci delle Nazioni in equilibrio, non si sia dimostrata all’altezza delle esigenze di molti Stati membri e, anzi, abbia prodotto maggiore tassazione e disuguaglianze sociali. “I fatti dimostrano invece l’efficacia del diverso modo di procedere messo in campo con le politiche del governo Meloni, che hanno come obiettivo principale quello di mettere a posto i conti pubblici devastati dai precedenti governi ma continuando a operare per una vera crescita“. “E prova ne sono – ha aggiunto la deputata – gli oltre 500mila nuovi posti di lavoro, l’abbattimento delle tasse, il contenimento dell’inflazione, il piazzamento dei Bpt italiani nel panorama economico europeo”.
Insomma, smettere di parlare esclusivamente di spesa e concentrarsi sull’investimento ha portato i suoi frutti e dato risposte alle esigenze degli italiani. Non ci sono totem che non si possono abbattere o obiettivi che non si possono raggiungere. “Quando diciamo che ‘L’Italia cambia l’Europa’ noi diciamo che si sta in Europa senza cedere all’ineluttabilità di quello che dice l’Europa”, ha sottolineato Osnato, rispondendo a una domanda di Bignami sul Mes. “Invece di ‘ce lo chiede l’Europa’ noi diciamo ‘lo chiediamo all’Europa’. E quello che chiediamo è di considerare le peculiarità degli Stati membri. Questo – ha chiarito Osnato – è il nostro atteggiamento in Europa”.
Una postura che è resa possibile dalla credibilità e dalla stabilità che il governo Meloni hanno saputo trasmettere ai partner europei e che sono state determinanti per raggiungere obiettivi come la revisione del Pnrr. È stato in particolare Scurria a soffermarsi su questo aspetto, chiarendo che questa è anche della base da cui partire per costruire le alleanze necessarie per conseguire il cambiamento cui si punta. Che, nel caso specifico affrontato dal dibattito, è anche quello dell’emissione di Eurobond, di un piano di finanziamento comune per i singoli Stati, ma con debito comune. Un argomento affrontato proprio alla luce dell’esperienza del Pnrr.
“La riuscita o meno del Pnrr italiano rappresenta la possibilità o meno per rendere credibile lo strumento. Quindi, per poter immaginare un dialogo con le istituzioni europee e con gli altri Stati membri nel condividere un indebitamento comune sugli obiettivi che devono essere portati avanti e realizzati”, ha avvertito Fitto, spiegando che “poter rivendicare strumenti di indebitamento comune per un Paese come il nostro, che ha un grande debito, penso che sia una strada possibile, a condizione che si abbia la capacità di dimostrare la qualità della spesa. Perché se la qualità della spesa è positiva, così come stiamo facendo, noi abbiamo un sistema virtuoso, che interviene positivamente sulla crescita e ci consente di rientrare dal debito. Diversamente questo problema non sarà risolto in alcun modo. E quello che il governo sta facendo con serietà e credibilità nelle istituzioni europee va esattamente in questa direzione”.