Gli Usa al Wall Street Journal: la maggior parte degli ostaggi nelle mani di Hamas potrebbe essere morta

11 Apr 2024 18:51 - di Redazione

La maggior parte degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas dal 7 ottobre scorso potrebbe essere morta. Lo dicono fonti americane al Wall Street Journal, secondo cui “funzionari israeliani ed americani ritengono che il numero dei morti potrebbe essere più alto” rispetto ai 34 ostaggi confermati dalle Forze di difesa israeliane. Secondo le fonti americane, tra i 129 che sarebbero ancora nelle mani dell’organizzazione terroristica palestinesi alcuni sarebbero rimasti uccisi durante i raid israeliani a Gaza. Altri invece per malattia, comprese le ferite riportate durante il loro rapimento il 7 ottobre scorso. Il report arriva nel mezzo dei colloqui per un accordo sulla tregua. Con alcune fonti di Hamas che nei giorni scorsi hanno indicato di non essere in grado di rintracciare i 40 ostaggi vivi che Tel Aviv chiede nelle trattative.

Usa: gli ostaggi potrebbero essere quasi tutti morti

Da Hamas parole di fuoco dopo l’uccisione dei figli e dei nipoti del leader di Hamas Ismail Haniyeh da parte dell’esercito israeliano. Una strage che dimostrerebbe – secondo Hamas – la “disperazione” del primo ministro israeliano Netanyahu e il suo intento di “minare” i colloqui in corso per il cessate il fuoco. Parola di Basem Naim, membro dell’ufficio politico di Hamas, citato da ad al Jazeera, secondo cui “Netanyahu non è riuscito nelle ultime settimane a rovinare i negoziati. Ed è sotto pressione da parte degli americani, della comunità internazionale e della società interna israeliana”. “Netanyahu sta ora usando tutti gli strumenti sporchi – dice Naim – uccidendo i nostri figli, le nostre mogli e assassinando leader o persone a Damasco… Insiste nel minare ogni possibilità di raggiungere un accordo di cessate il fuoco”.

Netanyahu: “Pronti a conflitti in altre zone oltre Gaza”

Nel frattempo Netanyahu ha detto che Israele si sta preparando ad affrontare conflitti in altre zone rispetto alla Striscia di Gaza.  ”Viviamo momenti difficili”, ha detto incontrando i militari di stanza nella base di Tel Nof a sud di Tel Aviv. “Siamo nel mezzo della guerra a Gaza, che sta continuando con forza mentre non risparmiamo sforzi per riportare a casa i nostri ostaggi”. Poi l’attacco ad alzo zero contro Hamas. “Siamo anche preparati per sfide in altri settori. Abbiamo una regola semplice: ovunque ci faranno male, faremo male a loro. Siamo pronti a soddisfare tutti i bisogni di sicurezza dello Stato di Israele, sia di difesa, sia di offesa”.

La minaccia dell’Iran al centro del colloquio Usa-Israele

Consultazioni Usa-Israele dopo la minaccia di rappresaglie iraniane. Il generale Michael Kurilla, capo del Comando Centrale degli Stati Uniti, è arrivato in Israele, per incontrare il ministro della Difesa, Yoav Gallant e i vertici militari israeliani sulla minaccia di un attacco dell’Iran come vendetta contro il raid del primo aprile scorso contro il consolato iraniano a Damasco.

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