Il bluff del Codice etico non convince nessuno: ridicolo tentativo di Schlein di reagire agli scandali di Bari e Torino
Povera Elly Schlein: pensava di cavarsela, dinanzi all’onda scandalosa di Votopoli tirando fuori il “codice etico” e invece… Invece, per l’appunto, piovono schiaffi critici da tutte le parti. Filippo Facci ironizza sul Giornale: “I primi passaggi del nuovo «codice etico» fanno pensare che sia tutto uno scherzo: ogni candidato dovrà fornire un certificato penale (già lo chiedeva Berlusconi nel 1994, ma noi pensavamo fosse una regola per tutti i partiti) e poi dovrà impegnarsi a denunciare condizionamenti tipo il voto di scambio o tentativi di corruzione. Nota: siccome il non denunciare equivale a violare la legge, soprattutto se si è pubblici ufficiali, il «Codice etico» in pratica dice semplicemente che non bisogna compiere reati”.
Calenda: la narrazione del Codice etico non funziona
Ma il codice salvifico, sbandierato per rispondere alle frecciate malevole di Giuseppe Conte, già esisteva. Insomma si tratta di un bluff. Libero affonda il dito nella piaga: “Un annuncio comodo ai fini propagandistici, perché permette a Schlein di raccontare che ora tutto cambia. Inutile nella sostanza e nella pratica: quelle regole già sono previste da anni, nel codice etico del Pd e nelle leggi dello Stato italiano, che obbligano gli eletti a denunciare quei reati, e la loro efficacia si è vista. Facile la battuta di Carlo Calenda: «Ma davvero questo impegno non era già in vigore? I deputati erano esentati dal dovere di denunciare il voto di scambio? Secondo me non funziona molto come narrazione»”.
Picierno: il codice etico nel Pd esiste dal 2008
Ieri era stata Pina Picierno a rovinare l’enfasi dell’annuncio del codice etico: «Segnalo che ai candidati del Pd è richiesta da sempre la presentazione del casellario giudiziario e che il codice etico del Pd esiste dal 2008». Marcello Sorgi commenta caustico su La Stampa: Quando si dice la toppa peggiore (quasi) del buco. La proposta di un codice etico di autoregolamentazione delle candidature, avanzata da Schlein per superare l’impasse in cui è caduto il Pd dopo i casi di Torino e Bari, non funziona”.