Il ricordo. Renato Besana, l’intellettuale-militante che ha riempito di “visione” la nostra politica
Non è facile ricordare Renato Besana senza ricadere in quelle frasi banali, di quelle per cui lui certamente non avrebbe fatto i salti di gioia. Tutto era, Renato, tranne che banale: un intellettuale di rara profondità culturale e un militante coerente fino alla fine, due qualità che difficilmente stanno insieme. In una vita ha condensato più di quello che molti non sarebbero riusciti a fare in due o tre vite: lo ricordo nelle mie letture di ragazzo tra le pagine eretiche di Area, nei suoi contributi a “Destra destre” al fianco del compianto Marzio Tremaglia. E poi nelle vesti più istituzionali di collaboratore dell’Assessorato alla Cultura di Regione Lombardia e di Assessore alla Cultura lui stesso, prima a Legnano e poi a Parabiago, sempre dalla stessa parte e con la stessa missione: permeare le istituzioni di quel pensiero nazionale, identitario, conservatore e non conforme che troppo spesso manca nei “palazzi” della politica.
Renato però è stato anche qualcosa di più, nella nostra Milano: instancabile promotore della cultura in tutte le sue forme, dalla musica classica dei Pomeriggi Musicali all’arte contemporanea della Triennale, passando anche per il cinema della Cineteca Italiana. Con questo enorme bagaglio di esperienza, Renato nel 2012 aveva aperto la strada a quel “ritorno ad Itaca” che è diventato uno di quei semi da cui sarebbe poi sbocciata Fratelli d’Italia. Prezioso e impagabile il suo contributo al nostro Partito, con quelle “Idee per un popolo sovrano” che ancora oggi rappresentano un faro da guardare e da puntare per non perdersi nella tempesta. E se oggi a guidare l’Italia c’è Giorgia Meloni, se quel sogno di liberare l’Europa è oggi sempre più concreto, un po’ lo dobbiamo anche a quell’intellettuale-militante dalla barba bianca, dall’atteggiamento a volte un po’ scontroso ma dall’animo sempre gentile e dal cuore grande.
Grazie, Renato. Non ti abbiamo dimenticato.
*Capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo