La Ciambella bar à vin – Roma
La Ciambella bar à vin
Via dell’Arco della Ciambella, 20 – 00186 Roma
Telefono: 06/6832930
Sito Internet: www.la-ciambella.it
Tipologia: tradizionale con spunti creativi
Prezzi: antipasti 15/30€, primi 16/24€, secondi 16/30€, dolci 10/12€
Chiusura: Martedì
OFFERTA
Ubicato nel pieno centro di Roma, fra Largo Argentina e Pantheon, questo bel ristorante propone una cucina di qualità che non cede al facile richiamo delle preparazioni turistiche. La si può provare in due percorsi degustazione, “Con le mani” (street food da mangiare senza posate) e “Roma, sulla strada della tradizione a nostro modo”, rispettivamente a 50 e 85€, 5€ in più rispetto all’anno passato. Noi abbiamo scelto di ordinare à la carte partendo con delle buone animelle servite con cicoria selvatica ripassata e salsa di brie e con degli involtini ripieni di baccalà, peperone crusco e crema di patate, piatto da mangiare con le mani prevaricato, a nostro avviso, dalla pasta (acqua, farina e maizena) dell’involtino. Erano stati preceduti da uno sfizioso appetizer costituito da una pasta al pomodoro con basilico croccante. Impeccabile la cottura “al chiodo” delle linguine con aglio nero fermentato, olio, peperoncino e bottarga di muggine, un primo equilibrato e ben concepito. È stata poi la volta della quaglia ripiena di albicocche disidratate con purea di topinambur e polvere di liquirizia, cotta alla perfezione così come il coniglio leprino della Tuscia ripieno di vignarola romana con peperoni arrostiti e salsa agrodolce, piatto a nostro avviso non impeccabile per via dei peperoni troppo cotti e soprattutto per l’acescenza della salsa che andava a coprire l’ottima carne. In chiusura abbiamo scelto un dolce classico, sebbene rivisitato, quale il goloso tiramisù e un più fresco, e a dire il vero meno appagante, dessert a base di ricotta di pecora, composta di visciole e crumble di mandorle, seguiti da un espresso ben estratto e di buona complessità. Ultimo cenno, stavolta negativo, per il pane: vengono portati in tavola diversi panini di produzione propria per nulla fragranti e invero leggermente secchi all’interno.
AMBIENTE
I tavolini che dalla stretta via annunciavano il ristorante sono scomparsi. Ora si mangia solo all’interno ed è un bene, visti gli spazi splendidi, dai soffitti alti e arredati con cura; in fondo c’è la cucina con i cuochi all’opera, ben separata da una vetrata.
SERVIZIO
Su questo aspetto abbiamo registrato un piccolo passo indietro. Affidato a giovani camerieri ben istruiti, risulta poco spontaneo e, scavando, neanche troppo competente nella spiegazione dei piatti.
Recensione a cura di: Roma de La Pecora Nera – ed. 2023 – www.lapecoranera.net