L’editoriale. Ilaria Salis e Valentina Mira: a sinistra è la stagione delle “cattive maestre”
Innocente – speriamo per lei – o no, il punto non cambia: Ilaria Salis non è e non dovrebbe essere assurta a riferimento o a bandiera. Figuriamoci se può rappresentare una di quelle figure “onorevoli” da spendere nel prossimo Europarlamento. Che messaggio dà allora la candidatura della maestra-militante antifascista (con un curriculum più ricco di segnalazioni e denunce che di pubblicazioni) come capolista di Alleanza Verdi-Sinistra alle Europee? Un segnale tutt’altro che edificante. Per tanti motivi.
Prima di tutto perché si tratta di un sommovimento interno alla polemica politica italiana. Peggio ancora: risponde a una gara tutta interna alla sinistra, alla ricerca disperata di protagonisti, in questo caso “antagonisti”, con cui rivitalizzare un campo tutt’altro che largo e soprattutto assai avaro di testimonial. Che cosa c’è di meglio, avrà pensato il duo Bonelli-Fratoianni ancora sotto shock per il caso Soumahoro, che offrire una tribuna a colei che da un anno e mezzo (accusata di essere un membro della “Hammerbande”, un gruppo di violenti mazzieri antifascisti che a Budapest ha massacrato una serie di manifestanti nazionalisti) è alle prese con la giustizia ungherese e con il governo di Viktor Orbàn? Una figurina perfetta da strappare ad Elly Schlein (che è riuscita a collezionare l’ennesima figuraccia, stavolta clamorosa: ossia il gran rifiuto proprio della Salis) e su cui far convogliare voti della sinistra-sinistra, utilissimi oltretutto per un partito che rischia di non superare la soglia? Una figurina perfetta, è chiaro, da contrapporre mediaticamente a Giorgia Meloni, accusata di essere alleata del presidente magiaro.
Poco importa, a quanto pare, che emergano tanti dubbi sull’opportunità e i vantaggi per le sorti processuali di una candidata del genere – proposta nata, appunto, sulla scorta dell’immunità parlamentare di cui potrebbe godere Ilaria Salis se eletta. Dubbi sollevati non solo dal governo ma anche da settori importanti del centrosinistra (a partire da Giuseppe Conte e dalla minoranza Pd). E poco importa che l’intervento di Sergio Mattarella, nell’esprimere vicinanza per la situazione carceraria della maestra, si sia concentrato nell’affidarsi all’azione diplomatica “attraverso” l’esecutivo. Non certo contro: proprio come hanno fatto ieri, in barba al richiamo quirinalizio, i rosso-verdi inebriati dall’annuncio.
Alla fine, comunque, è prevalsa la scelta di Salis e della famiglia di legare parte del suo destino ai voti degli elettori. Nulla da obiettare su questo: si tratta di decisioni personali. Discorso diverso, però, è il portato politico di coloro che hanno voluto fortemente questa candidatura. Scandalizzati – come tutti noi – per le catene ai polsi con cui Ilaria è stata condotta davanti ai giudici a Budapest (situazione non così dissimile però, in termini di assenza di Stato di diritto, da tante prassi vigenti ancora in Italia. E li aspettiamo adesso offrire seggi per gli altri 2mila italiani detenuti all’estero). Ma che, ricordiamolo, non hanno mai pronunciato una parola di solidarietà nei confronti delle vittime innocenti della follia della Hammerbande.
Che cosa suggerisce, allora, tale atteggiamento? Che al di là del sostegno ai diritti della detenuta, il vero dispositivo sia un altro: strizzare furbescamente ed elettoralmente l’occhio a un modello di neo-antifascismo fanatico, fuori da ogni tempo e da ogni logica. Un approccio inquietante che lega la “narrazione” di Ilaria Salis (partita per Budapest per «darsi da fare», ossia per impedire la manifestazione dei nazionalisti; e fermata sullo stesso taxi, ricordiamolo, con un reo confesso di essere membro della banda di sprangatori) a quella di Valentina Mira, la nuova eroina “antifa” che ribalta la verità storica sulla strage comunista di Acca Larenzia rivendicando nel suo libro – candidato per ciò allo Strega, questo è il vero motivo – la prassi dell’antifascismo. Quello che «fin dall’etimologia è una risposta: ed è violenta questa risposta, sì. Lo è necessariamente».
Sono costoro le ultime due eroine della sinistra. Per carità, ciascuno nella vita sceglie i propri riferimenti. Evidentemente da quelle parti è la stagione delle nuove “cattive maestre”.