L’Imu sulle case occupate dagli abusivi non va pagata: la Consulta conferma la scelta del governo
I proprietari di case occupate abusivamente non devono pagare l’Imu su quegli immobili. A stabilirlo è stata la Corte costituzionale, facendo riferimento ai principi di ragionevolezza e tutela della proprietà privata. Unico requisito richiesto per l’esonero è quello di aver sporto tempestivamente denuncia in sede penale. La sentenza della Consulta corrobora e di fatto estende retroattivamente la misura introdotta in Finanziaria dal governo Meloni a fine dicembre 2022 ed entrate in vigore il primo gennaio dell’anno scorso.
La Consulta: l’Imu sulle case occupate abusivamente non è dovuta
In particolare, la Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 9, comma 1, del decreto legislativo “Disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale” del 2011 nella parte in cui non prevede che non sia dovuta l’Imu per gli immobili occupati abusivamente relativamente ai quali sia stata presentata una tempestiva denuncia in sede penale.
Un principio di “ragionevolezza e tutela della proprietà privata”
La questione è stata sollevata dalla sezione tributaria Corte di Cassazione per violazione degli articoli 3, primo comma, 53, primo comma, 42, secondo comma, Cost. e 1 Prot. addiz. Cedu, per contrasto con i principi di capacità contributiva, uguaglianza tributaria, ragionevolezza e di tutela della proprietà privata in quanto per gli immobili abusivamente occupati e di cui sia precluso lo sgombero per cause indipendenti dalla volontà del contribuente verrebbe a mancare il presupposto dell’imposta, ossia l’effettivo e concreto esercizio dei poteri di disposizione e godimento del bene.
“Si finirebbe per tassare una ricchezza inesistente”
Secondo la Corte costituzionale, è innegabile che nelle ipotesi in cui un immobile sia stato occupato in esplicito contrasto con la volontà del proprietario, il quale si sia anche occupato di denunciare tempestivamente l’accaduto in sede penale, difetti, in relazione all’immobile occupato abusivamente, la capacità contributiva in capo a chi abbia subito impotente l’occupazione, cosicché «si finirebbe per tassare una ricchezza inesistente laddove, invece, ogni prelievo tributario deve avere una causa giustificatrice in indici concretamente rivelatori di ricchezza» (sentenze n. 10 del 2023 e 120 del 2020).
La misura del governo entrata in vigore il primo gennaio 2023
Del resto il governo, dando seguito a una battaglia di FdI fin dai tempi in cui era all’opposizione, era già intervenuto in questo senso con la legge di Bilancio per il 2023, stabilendo che, a decorrere dal primo gennaio di quell’anno, «sono esenti dall’imposta, per il periodo dell’anno durante il quale sussistono le condizioni prescritte, gli immobili non utilizzabili né disponibili, per i quali sia stata presentata denuncia all’Autorità giudiziaria in relazione ai reati di cui agli articoli 614, secondo comma, o 633 del codice penale o per la cui occupazione abusiva sia stata presentata denuncia o iniziata azione giudiziaria penale». La Corte costituzionale, con la sua sentenza, è come se avesse esteso retroattivamente la portata di quella norma.