Migranti, Piantedosi: “Sul tavolo un piano ad hoc per i Cpr. Il degrado è causato spesso dagli ospiti”
Espulsione di clandestini in odore di terrorismo, novità sulla gestione dei Cpr e il caso della nave Mare Jonio.Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, rispondendo a tre interrogazioni al Senato fa il punto sul pianeta immigrazione e le iniziative del governo. A cominciare dai numeri delle espulsioni. ”Tra le migliaia di persone rimpatriate nel 2023, sono stati eseguiti 77 provvedimenti di espulsione per motivi di sicurezza nazionale. Per rischio radicalizzazione o estremismo. Dall’inizio dell’anno in corso – osserva Piantedosi – sono state eseguite 27 espulsioni per gli stessi motivi”.
Migranti, Piantedosi: Cpr fondamentali per le espulsioni
Voglio segnalare – ha detto ancora – l’importanza dei Cpr nell’attività di rimpatrio ed espulsione di soggetti pericolosi. “Tali strutture consentono di trattenere soggetti per i quali la libera circolazione sul territorio, nelle more del rimpatrio, rappresenterebbe un rischio concreto e attuale per la sicurezza delle nostre comunità”. Sulle polemiche scatenate dalla sinistra per le condizioni dei centri per il rimpatrio il ministro ha chiarito che il governo ha già messo in campo diverse misure per ampliare la capacità ricettiva dei Cpr.
Il piano del governo per reperire nuove aree
“I dati registrati anche lo scorso anno confermano l’assoluta necessità di avere a disposizione un numero adeguato di posti in tali strutture per migliorare la capacità del sistema Paese di contrastare l’incremento dell’immigrazione irregolare con un aumento delle percentuali di rimpatrio”. Sul tavolo del governo – ha confermato Piantedosi – un piano straordinario per l’individuazione di nuove aree da destinare a queste strutture insieme a interventi di ristrutturazioni dei Cpr già attivi. Infine un’annotazione non secondaria: le condizioni di degrado dei centri sono spesso dovute a danneggiamenti e vandalizzazione da parte degli stessi migranti. Tema sul quale il Viminale è al lavoro.
Mare Jonio, spari di avvertimento dai libici
Sul caso della nave Mare Jonio, multata e sottoposta al fermo amministrativo dopo l’episodio degli spari da parte della guardia libica, invece, il ministro dell’Interno ha puntualmente riportato quanto riferito dalle autorità competenti. “In quel contesto avvenuto in acque internazionali e non italiane, un gommone di appoggio della nave privata Mare Jonio si era avvicinato alla motovedetta libica Fezzan. In un momento successivo a quello in cui quest’ultima aveva già assolto agli obblighi di salvataggio in mare. Le persone presenti sul gommone – ha detto Piantedosi – incitavano i migranti a lanciarsi in mare per interrompere le operazioni di salvataggio in atto da parte dell’unità libica. Mettendo a repentaglio l’incolumità delle persone stesse. Tanto che diversi migranti si sono gettati in acqua per poi essere nuovamente soccorsi. In parte dalla motovedetta libica e in parte dal gommone che li ha poi trasbordati sulla Mare Jonio”.
I volontari spingevano i migranti a gettarsi in mare
“In questa fase risulterebbe che siano stati esplosi affettivamente alcuni colpi di avvertimento in aria. Affinché le predette imbarcazioni private si allontanassero, così da poter riprendere le operazioni di salvataggio”. Piandedosi ha poi ribadito l’obiettivo primario del governo. “Contrastare ogni indebito, illecito o insostenibile ingresso sul territorio nazionale di persone, al di fuori di un quadro di regole”.