Non c’è più religione (perché mancano i prof). Pubblicato il bando del maxi concorso da 6mila posti
Non c’è più religione, ma solo perché mancano i professori: almeno a giudicare dalla infornata poderosa prevista dal bando di concorso appena pubblicato in Gazzetta ufficiale.
Il bando era atteso nel mondo della scuola da oltre 20 anni: il Dpcm autorizza il ministero dell’Istruzione e del Merito ad avviare le procedure concorsuali per la copertura di 6.428 posti di insegnante di religione cattolica, con un aumento significativo rispetto ai 5.116 posti previsti dal precedente decreto del 20 luglio 2021 mai reso attuativo.
La doppia procedura prevede un concorso ordinario (30% dei posti), aperto a tutti i candidati in possesso dei requisiti previsti, e un concorso straordinario (70% dei posti), riservato ai docenti di religione cattolica che hanno già svolto almeno tre annualità di servizio nelle scuole del sistema nazionale di istruzione.
Il nuovo concorso si basa sull’intesa siglata a dicembre 2020 tra il Ministero dell’Istruzione e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Per accedere al concorso, i candidati dovranno possedere la certificazione dell’idoneità diocesana, rilasciata dal Responsabile dell’Ufficio diocesano competente. Sulle procedure concorsuali, il sindacato Anief “le reputa sicuramente positive e continua a chiedere all’amministrazione una particolare valorizzazione dell’esperienza acquisita con l’insegnamento: molti dei colleghi hanno infatti oltre vent’anni di servizio alle spalle e non è accettabile che il servizio svolto non sia adeguatamente valorizzato”.
Come funziona il concorso per insegnante di religione
I concorsi per insegnante di religione cattolica saranno per titoli ed esami.
Per il concorso ordinario è previsto, nello specifico, l’espletamento di una prova orale didattico-metodologica.
Per il bando straordinario, invece, l’intesa tra ministero e Cei del 9 gennaio prevede l’espletamento di una prova scritta e una orale.
Al termine dei concorsi saranno redatte due graduatorie distinte, che andranno a scorrimento nel triennio successivo alla pubblicazione fino all’esaurimento o alla pubblicazione di un nuovo bando di concorso.
Il requisito principale: idoneità diocesana
La prova d’esame per entrambi i concorsi consisterà in una prova orale didattico-metodologica. Non è previsto un punteggio minimo di superamento, e la valutazione finale terrà conto anche dei titoli culturali e professionali dei candidati. La durata massima della prova orale è fissata a 30 minuti.
Il requisito principale per accedere al concorso è il possesso della certificazione dell’idoneità diocesana, come specificato nell’articolo 3, comma 4, della legge 18 luglio 2003, n. 186. Questa certificazione deve essere rilasciata dal Responsabile dell’Ufficio diocesano competente entro novanta giorni dalla presentazione della domanda di concorso.