Pescara, al via la tre giorni di FdI nel nome dell’Europa. “Portiamo il modello Italia nel cuore dell’Ue”
“Guardate che spettacolo!”, così il sindaco di Pescara, Carlo Masci, indicando il panorama mozzafiato che si staglia dietro al palco a picco sul mare, ha tagliando il nastro simbolico della tre giorni di Fdi, “L’Italia cambia l’Europa”. Al via dunque la conferenza programmatica in vista delle europee, ospitata dal capoluogo abruzzese, che sarà chiusa domenica 28 aprile dalla leader e vicepremier Giorgia Meloni. A coordinare il primo panel il direttore del Secolo d’Italia, Antonio Rapisarda, che ha sottolineato il grande entusiasmo, le forti aspettative sulla kermesse che mette l’Abruzzo sotto i riflettori della politica nazionale, europea e internazionale. “Ora questa destra di governo si candida a cambiare l’Europa. Adesso viene il bello, portare a Bruxelles il progetto politico, industriale ed economico della destra che ha vinto la scommessa nazionale”.
Al via i lavori della kermesse coordinati da Rapisarda
Al microfono il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, il governatore della Regione Abruzzo Marco Marsilio, il senatore e coordinatore regionale Etel Sigismondi, i parlamentari Luca Sbardella e Guerino Testa, e il presidente di Azione universitaria Nicola D’Ambrosio. “Questo appuntamento assume un ruolo strategico nella politica nazionale e internazionale”, ha detto il primo cittadino di Pescara. “Abbiamo un governo stabile, un centrodestra deciso e forte e la guida del G7. Potremo vincere la sfida europea seguendo le indicazioni dei territori, per costruire un’Europa di popolo non delle burocrazie. Con la Regione Abruzzo – ha aggiunto Masci – abbiamo una filiera perfetta, con il governatore Marsilio abbiamo fatto scelte importanti e i cittadini abruzzesi ci hanno dato ragione. Ora vogliamo proseguire il cammino vincendo l’appuntamento dell’8 e 9 giugno per l’Europa e per Pescara”.
La politica universitaria e la sfida dei territori
Nicola D’Ambrosio si è soffermato sulla sfida importantissima alle porte che – ha detto – “si vince ripartendo dalla politica giovanile universitaria, dai banchetti, dalle università, dalla strade. Tanto è stato fatto e tanto c’è da da fare e tanto c’è da raccontare. Manca poco per incasellare questo ultimo tassello, poco più di un mese ci separa dal voto per cambiare l’Europa, andiamo avanti ventre a terra”.
La sfida per cambiare l’Europa con il modello Italia
“Ricordo una convention analoga a questa a Torino nel 2019. Allora la nostra meta era eleggere una rappresentanza al Parlamento europeo, oggi parliamo di come cambiare l’Europa”, ha detto Sbardella. “Abbiamo fatto un percorso incredibile, dimostrando che con la nostra leader tutto è possibile. Abbiamo costruito un partito serio, strutturato, radicato. È questa la nostra risposta, il nostro biglietto da visita”. Guerino Testa, onorato che Fdi abbia scelto l’Abruzzo per questo grande appuntamento, ha definito “un fatto storico, epocale” la riconferma un mese fa di Marco Marsilio alla guida dell’Abruzzo. “Non era mai successo”, ha detto il parlamentare di FdI. “Voglio fare un parallelo con il governo nazionale. Marsilio è riuscito a far uscire l’Abruzzo dall’isolamento e il provincialismo che lo aveva ingabbiato, proprio come Meloni in 18 mesi ha fatto qualcosa di epocale, facendo tornare l’Italia al centro del consesso europeo e internazionale. Ora dobbiamo centrare l’obiettivo di confermare FdI primo partito a Pescara e tracciare la rotta di una nuova Europa confederale che non farà rimpiangere i padri che l’hanno voluta”.
Sigismondi: l’Abruzzo è stato il Camposanto del campo largo
Anche Sigismondi, abruzzese doc, ha acceso i riflettori sul modello Abruzzo, altro che Emilia Romagna. La regione scelta dalla premier Meloni come collegio elettorale. “Non c’è stata nessuna spallata come si illudeva il centrosinistra, che in campagna elettorale si è improvvisamente ricordato dell’Abruzzo con i suoi viaggi della speranza. Possiamo dire con orgoglio che la nostra regione è stato il Camposanto del campo largo”.
Marsilio: vi racconto la ripartenza di una regione isolata e dimenticata
Marco Marsilio ha ripercorso il difficile viaggio della ripartenza dell’Abruzzo, che, grazie agli investimenti sulle infrastrutture, può ricucire l’Italia e sanare le fratture tra Nord e Sud d’Italia. “Vi accolgo a braccia aperte – ha detto – non nascondo che stiamo toccando il cielo con un dito. Cinque anni fa quando presi a cuore questa missione impossibile, tutti compreso mio padre mi dicevano ‘ma chi te lo fa fare’. Bisognava far ripartire una terra dalle potenzialità enormi ma da 30 anni bloccata nella stagnazione e nell’isolamento. Oggi è la prima regione italiana per produzione di autoveicoli, la regione più industrializzata del sud, la settima in Italia”.
Esportiamo il modello Abruzzo e Italia nella Ue
“Le elezioni europee – ha detto il governatore di FdI -possono e devono cambiare l’Europa. Facciamo di Pescara e dell’Abruzzo il cuore della politica nazionale ed europea, grazie a una classe dirigente che, a differenza della narrazione giornalistica, ha avuto il coraggio di affrontare la sfida”. Una sfida che viene da lontano, da quando la premier Meloni ha puntato su L’Aquila per strappare il regno inattaccabile del Pd e sconfiggere un sistema di potere consolidato.
Siamo gente tosta, tagliati per le missioni impossibili
“Siamo gente tosta, tagliati per le missioni impossibili – ha aggiunto Marsilio – altrimenti tanti anni fa non avremmo bussato alle porte del Msi e delle sue organizzazioni giovanili”. Infine l’appello all’inclusività rivolto alla vigilia delle tre giorni. “Come abbiamo cambiato la narrazione in Italia dobbiamo farlo verso l’Europa. Esportiamo il modello di un Abruzzo vincente, il modello italiano e vinceremo anche la scommessa dell’8 e 9 giugno”. “Abbiamo il dovere di essere all’altezza di questa missione, con la nostra abnegazione, la nostra militanza. Non ce lo dimentichiamo mai. Siamo sempre stati una comunità militante, quello che la sinistra non ha mai capito”.
Ciriani: si vince con la qualità delle idee
Il ministro dei rapporti con il Parlamento ha ricordato le ragioni profonde del successo del centrodestra e di Fratelli d’Italia. “Vinciamo perché siamo la maggioranza di questo paese, un blocco sociale ed economico compatto intorno ai valori della cultura del lavoro del merito del sacrificio. Oggi è la giornata dell’orgoglio di un partito che non a caso è il primo della nazione alla fine di un percorso di coerenza e di coraggio. Che ha lanciato un grande progetto conservatore e moderno. E che ha fatto i conti con il passato mille volte se lo mettono in testa. Abbiamo un grande leader e lo mettiamo nel simbolo altri non possono”. E ancora: “Pensavano che nei primi sei mesi di governo Meloni lo spread ci avrebbe inginocchiato, è successo esattamente il contrario. Oggi l’immagine dell’Italia non è mai stata così. Si vince con la qualità delle idee non con la censura. Ora portiamo nel cuore delle istituzioni europee la speranza che divampa”.