Racket dei borseggi, un’altra donna vittima di pestaggio. Ma solo la destra se ne occupa
La donna circondata e afferrata per il collo da due uomini, che poi iniziano a picchiarla. Dopo il caso della rom 39enne incinta all’ottavo mese massacrata di botte a Termini dai suoi sfruttatori, un altro video che fa pensare allo stesso contesto ha iniziato a circolare sui social, rilasciato sempre da Welcome to favelas. Stavolta l’ambientazione è la fermata metro di Spagna. L’ipotesi è che, anche in questo caso, si tratti di una borseggiatrice, forse rom forse sudamericana, punita dai propri sfruttatori. A questi due casi romani si aggiunge quello di Torino, dove una ragazza rom anche lei incinta all’ottavo mese è stata picchiata così violentemente, e a quanto emerso in famiglia, da perdere il bambino.
Lo sfruttamento delle donne rom
Si tratta di casi che, oltre a provocare sdegno e turbamento, sollevano il velo sulla condizione in cui vivono in particolare le donne rom, vittime di soprusi e violenze alle quali non possono ribellarsi, come emerso chiaramente dal caso di Meri Secic, la 39enne picchiata a Termini e costretta a partorire in anticipo per poi subire un’operazione maxillo-facciale, che è stata pestata per aver tentato di ribellarsi all’obbligo di delinquere.
L’intervento di Meloni: “Inaccettabile. Il governo ha avuto il coraggio di intervenire”
Sul fenomeno è intervenuta con decisione il premier, parlando di situazione “inaccettabile”, rilanciando l’impegno del governo contro il racket del borseggio e dell’accattonaggio forzato che colpisce non solo chi ne è vittima diretta, ma “anche coloro che, in alcuni casi, sono costretti a praticarli”. “Il governo – ha aggiunto Meloni – ha avuto il coraggio di intervenire su questo fenomeno, sul quale altri hanno chiuso gli occhi, con le misure anti borseggio contenute nel Pacchetto Sicurezza, attualmente al vaglio del Parlamento”.
La destra contro il racket e a tutela di tutte le vittime
Oltre a quello di Meloni, sono stati diversi gli interventi di esponenti di destra che, insieme all’esigenza di tutelare le vittime dei furti, hanno sottolineano l’esigenza di intervenire anche a tutela di chi è costretto a compierli. Colpisce invece il silenzio della sinistra, sul quale ha acceso il riflettore la deputata di FdI Sara Kelany, sottolineando che è “vergognoso che da sinistra non si sia sentita una sola voce di condanna per questi criminali. Vittime di un eterno cortocircuito ideologico che non consente loro di leggere la realtà, gridano al patriarcato e condannano la violenza solo a fasi alterne e se questo non cozza con il totem buonista dell’inclusione indiscriminata”.
Il silenzio della sinistra
Si tratta di un problema antico per la sinistra politica e d’opinione, drammaticamente distratta sui casi che non sono funzionali alla propria narrazione. E che sulla questione rom è stata storicamente pronta a puntare l’indice contro chiunque sollevasse il problema della delinquenza o dello sfruttamento dei minori e che anche sul Pacchetto sicurezza, che oggi nei suoi passaggi anti-racket torna così drammaticamente al centro delle cronache, ha usato toni allarmisti parlando di accanimento contro i deboli.