Sanità, allarme a orologeria: i tagli vengono da governi tecnici e di centrosinistra. Ma gli scienziati tacquero

4 Apr 2024 14:36 - di Adriana De Conto
Tagli Sanità centrosinistra

La faccia tosta non ha limiti. I titoli di Stampa e Repubblica e altri quotidiani affini sul “crak della Sanità pubblica” che sarebbe provocato dal governo in carica ha dell’inverosimile. Così come lunare è il grido di dolore d4egli degli scienziati che hanno dato l’allarme e delle opposizioni che si crogiolano in questo mare di non verità. La domanda sorge spontanea: sogno o son desto? Il tam tam catastrofista nel giro di 24 ha coinvolto tra l’altro due figure ben note dai tempi del della lotta al Covid, Franco Locatelli e Walter Ricciardi. Catastrofisti ieri, catastrofisti oggi. Faccia di bronzo senza limiti, hanno lanciato accorati allarmi sulla fine della sanità pubblica.

Tagli alla Sanità, la replica a medici e Nobel tra cui Ricciardi e Locatelli

La memoria non è la dote di tutti questi signori che dovrebbero rispondere ad alcune domande: dov’erano quando il centrosinistra al governo tagliava i fondi alla Sanità? Lanciavano proclami? E  durante la pandemia, quando si è messa in ginocchio l’assistenza ospedaliera e sono crollati i livelli di prevenzione, hanno fiatato, recriminato, firmato appelli? La pandemia ha avuti tra gli effetti nefasti la fuga dei camici bianchi verso il privato; le liste d’attesa infinite e il business crescente delle visite domiciliari a pagamento. Qualcuno ha attaccato i governi in carica, il Conte 2 e il l’esecutivo Draghi? No.

Sanità, il problema non sono i tagli di oggi ma i tagli di ieri. Le facce toste

Eppure  14 scienziati, tra cui Silvio Garattini, Franco Locatelli, il Nobel Giorgio Parisi, Paolo Vineis e l’economista Nerina Dirindin, già collaboratrice dell’ex ministro della Salute Rosy Bindi, hanno firmato un appello furibondo per denunciare come il servizio sanitario pubblico sia «fortemente a rischio». Per motivi finanziari- scrivono- «perché i costi dell’evoluzione tecnologica, i radicali mutamenti epidemiologici e demografici e le difficoltà della finanza pubblica hanno reso fortemente sotto-finanziato il Ssn: , al quale nel 2025 sarà destinato il 6,2% del Pil (meno di 20 anni fa)». Ma non notano il problema di fondo. “Già a novembre, Giorgia Meloni aveva dovuto ricordare che «con quasi 136 miliardi di euro, noi raggiungiamo il più alto investimento mai previsto per la sanità»- ricostruisce bene la Verità– . E aveva spiegato che «nel 2019 il Fondo sanitario nazionale ammontava a 115 miliardi di euro per viaggiare, negli anni del Covid, tra i 122 e i 127». Il problema, insomma, non sono i soldi di oggi, ma i tagli di ieri”.

Rinfreschiamo la memoria: Da Monti a Draghi, i tagli alla sanità vengono da lontano

Fu Mario Monti che nei due anni a capo del governo (2011-2013) diede inizio a una lunga stagione di tagli massicci alla sanità pubblica. Dopo il governo Monti, sono stati proprio tre governi guidati dal Pd (Letta, Renzi, Gentiloni) a depauperare la sanità pubblica, con tagli lineari e promesse di fondi non versati. Tanto che la Fondazione Gimbe, che non è certo di centrodestra, ha calcolato in ben 37 miliardi i soldi sottratti al finanziamento della sanità tra il 2010 e il 2019. La gestione del Covid ha solo dato il colpo di grazia a un Sistema sanitario già in grave crisi di risorse: dal 2010 al 2020 sono stati chiusi 111 ospedali e 113 punti di Pronto Soccorso; tagliati 37mila posti letto e 29mila sanitari. Per il 2023 il governo Draghi previde un ulteriore taglio di 15 miliardi di euro.

Con il governo Meloni record di risorse destinate alla sanità

Pertanto i 136 miliardi di euro che il governo Meloni ha stanziato nella legge finanziaria sono un investimento importante. Pur in un momento di crisi globale e di oggettive difficoltà mai si era raggiunta una cifra così alta di investimento per il Servizio sanitario nazionale. Non basta, certo, ma è un segnale che non giustifica il senso politico delle lamentazioni “a posteriori” degli illustri scienziati e politici al seguito.

Locatelli e Ricciardi tra i firmatari dell’appello contro il governo Meloni

Ritorniamo ora alle due figure prima citate, Locatelli  ex coordinatore del Comitato tecnico scientifico; dunque espressione  della linea dei governi Conte e Draghi ai tempi della pandemia. Un’esperienza che non l’ha reso esente da una serie di errori ( sulla quale si pronuncerà la commissione d’inchiesta) . “Si sarebbero potuti curare milioni di persone a casa, ma si è preferito mandare gli anziani a rischiare la vita negli ospedali, strappandoli alle famiglie ed esponendoli al contagio e a malattie più gravi. Mentre chi era in cura per tumori e malattie cardiache ha dovuto subire ritardi vergognosi ed è totalmente saltata la prevenzione”. E che dire del consigliere scientifico dell’ex ministro Speranza, Walter Ricciardi. In questi giorni  ha pubblicato sul Riformista un articolo in cui denuncia tutte le carenze della sanità pubblica, dai soldi alle strutture e fino al personale. Concludendo in maniera molto enfatica che la sanità è destinata a a morire. Naturalmente, per colpa del governo in carica. Dov’era gli anni passati quando si consumavano tutte le premesse alle attuali difficoltà? Faccia tosta…

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *