Saviano “geloso” di Scurati: vuole essere lui il tele-martire numero uno: “Fui difeso da pochi”
La professione più trendy degli ultimi tempi è quella del tele-martire. Ne spunta uno al giorno e Roberto Saviano non vuole fare da spalla – per carità- a chicchessia. Il caso Scurati -sul quale la Rai ha aperto un’istruttoria- ha fatto ingelosire lo scrittore di Gomorra e il suo ego smisurato. Guardate, ci sono anch’io. Anzi, vengo prima io: così appare in tv da Fazio sul Nove e oggi 23 aprile il Domani lo intevista. “L’Italia non ha più gli anticorpi democratici”, afferma Saviano che rigurgita tutta la sua rabbia contro la Rai “meloniana”. Poco gli importa che i vertici di viale Mazzini abbiano avviato un’istruttoria per capire perché Scurati non sia andato dalla Bortone a titolo gratuito, come la scaletta consentiva (mail di conferma). Ma, scava scava, a Saviano parlare di Scurati serve più che altro per parlare di se stesso e per insultare il governo, la Rai, la premier. “La destra intimidisce cronisti e intellettuali”.
Saviano non rinuncia al ruolo di “perseguitato speciale”
Siamo alla follia, la gara tra chi è stato più “censurato”. Tutto è pretestuoso, naturalmente. Saviano appena può rivanga il caso della sua trasmissione Insider, presentata al palinsesto Rai, ma mai andata in onda per via del codice etico: aveva definito Salvini ministro della malavita. Applicato qualche giorno prima anche a Filippo Facci. Non sia mai che il martire-principe venga messo in sordina… Il ruolo di perseguitano speciale numero uno non lo molla per nessuno al mondo, neanche per Scurati. “L’Italia è scivolata in una democrazia illiberale”, afferma con il solito vittimismo dell’intellettuale “considerato un nemico”. Anzi, si intravede pure un po’ di invidia per il clamore mediatico che sta avendo Scurati rispetto a se stesso: «Quando un anno fa hanno censurato il mio programma, in tanti sono rimasti in silenzio, pensando che era un problema mio. E sono stato difeso da pochi».
Il caso Scurati rinverdisce l’ego di Saviano
Il piagnisteo è proseguito dalle colonne del Corriere della Sera, toccando vertici assurdi: «Insider è stato eliminato per vendetta, il governo mi vuole annientare per ciò che rappresento, mi hanno bloccato anche le ospitate televisive. Il messaggio è: “se vi comportate come lui, quella è la fine”». Fazio allora gli offre un ruolo nella sua realtà: «Puoi sempre venire qui». Lacrimuccia. Siamo alle tragicomiche. Scena madre finale: “Hanno distrutto la Rai in pochi mesi”. Con se stesso come protagonista, naturalmente. Piagnisteo e delirio. Il ritorno del vittimismo in grande stile.