Scintille tra Mazza e la Di Cesare: “Non si vergogna del post sulla Balzerani”? “Assolutamente no” (video)
C’è voluta tutta la pazienza e la civiltà di Mauro Mazza per trovarsi di fronte alla professoressa Donatella Di Cesare l’autrice del tweet-elogio su Barbara Balzerani, la brigatista recentemente scomparsa. La docente è stata di nuovo invitata da Giovanni Floris a “Di martedì, dopo una “quarantena” lontana dai riflettori del programma di La7. Chi conosce l’ex direttore di Raiuno sa quanto possa essergli costato ricorrere a tutto il suo bagaglio di sobrietà e capacità di confronto di fronte all’arroganza di nuovo sfoderata dalla docente contestatissima per il suo post, che pure ha rivendicato in tutto e per tutto. Inneggiare, o commemorare, Barbara Balzerani è una gravissima forma di negazione per il sangue versato e per le sofferenze dei familiari delle vittime.
Mazza e l’arroganza della prof rossa Di Cesare
Il confronto ha rivelato arroganza e una sostanziale “un’arrampicata sugli specchi” della professoressa. Così commenta un utente social sulla pagina del programma, dove molti, anche a sinistra, si sono sentiti imbarazzati: la difesa di una stagione di terrorismo non è accettabile soprattutto da parte di una docente. Mazza con pacatezza ha chiesto alla Di Cesare se in questi quaranta giorni abbia avuto il tempo per vergognarsi delle parole scritte su X: “La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna”. “Assolutamente no” si è sentito rispondere dalla Di Cesare che ha rilanciato il suo pensiero interrompendo l’interlocutore. L’ex direttore del Tg2 si è detto “basito” nel sentir parlare in pubblico la professoressa come se nulla fosse accaduto in queste settimane.” Come un giocatore che dopo uno stiramento, torna in campo, torna tra noi”, ha specificato Mazza. “Il suo rimpianto, a sentirla stasera è di non aver avuto tempo di fare un saggio invece che un tweet. Questo è ancora più grave”.
L’arroganza della Di Cesare che prova a fare la vittima
La docente ha risposto con l’arroganza di chi presume di avere diritto di vergare parole divisive e pericolose, giudicando un delitto di lesa maestà se qualcuno glielo fa notare. “Quindi non posso scrivere un saggio su chi voglio io?”, ha replicato stizzita. Mazza la inchioda: “Lei vuole fare un saggio elogiativo su una capa delle brigate rosse. Perché quello c’era sul tweet: la condivisione della rivoluzione sanguinaria delle Br”. “Io sono convinto, immaginando la sua buona fede che rivendica stasera, che in questi quaranta giorni – quarantena – abbia provato un po’ di vergogna”, ha insistito ancora Mazza, sperando in parole più caute della docente. Per tutta risposta, il suo “assolutamente no” risuona in studio in maniera imbarazzante. L’ex direttore e scrittore allora è rimasto calmo ma fermo e ha inchiodato la docente alla gravità assoluta delle sue parole: “Vergogna” aggiungendo: “Vede, questa parola vergogna la potrei ripetere 83 volte. Perché? Perché 83 sono le vittime assassinate dai suoi amici delle brigate rosse”.
Scintille Mazza Di Cesare: lei prova a fare la vittima
E’ qui che la prof si arrampica sugli specchi: “Io non c’entro niente con la violenza. Io nel tweet ho parlato di vie diverse”, ha replicato la professoressa. “Chi mi conosce, chi ha letto i miei libri, chi legge i miei articoli, chi sa del mio insegnamento universitario, chi sa della vita anche all’epoca sa che io non ho mai scelto la violenza”. A questo punto, da notare la correttezza di Floris, che rimette il discorso nei giusti binari: “Qui non su sta giudicando la sua storia professionale, risponda nel merito del tweet”. Lei, imperterrita fa la vittima, l’arma che rimane a chi non ha altri strumenti di replica. Si dichiara vittima di “una modalità violenta” usata dagli “architetti del linciaggio”. Insomma, la “linciata” sarebbe lei…
Il web prende le distanze dalla Di Cesare
Il web – al netto- degli odiatori del centrodestra- si chiede come mai qualcuno non verifichi “l’ideoneità all’insegnamento di personaggi simili, scrive un utente su Fb. “E vai con la serie cattivi maestri…”, commenta un altro. Su X Mazza si prende molti elogi mentre la Di Cesare è messa sotto accusa: “Torna l’amica dei brigatisti”. “Demenziale risposta”. Un utente commenta: “La Di Cesare se condanna qualsiasi violenza, deve esprimere in modo chiaro la propria condanna contro le Brigate rosse”. Il commento coglie il punto. Dalla prof nessuna parola in tal senso…