Scontri alla Sapienza, i rettori: respingiamo violenza e boicottaggi. Bernini: sfondare vetrate non è contestare

18 Apr 2024 14:10 - di Lorenza Mariani
Scontri Sapienza

Mentre prosegue lo sciopero della fame di alcuni studenti della Sapienza, iniziato ieri contro gli accordi siglati dall’ateneo con le istituzioni accademiche e di ricerca israeliane. E dopo gli assalti agli agenti e le devastazioni, in un crescendo di scontri, fino alla tentata occupazione del Rettorato e del commissariato. Tra feriti sia nella polizia, che tra gli universitari – anche se basta guardare le immagini per scoprire che non mancano tra loro persone di 40-50 anni con i capelli brizzolati – e in scontri che hanno registrato la presenza alla manifestazione alla Sapienza anche di cinque noti anarchici estranei all’ambiente universitario, la Conferenza dei rettori «accoglie con seria preoccupazione le notizie di nuovi scontri fra studenti e forze dell’ordine alla Sapienza».

Crui: preoccupati per gli scontri alla Sapienza

Come ribadito più volte nelle ultime settimane «la violenza non è mai accettabile, da nessun punto di vista e in nessuna forma – ha detto Giovanna Iannantuoni, presidente della Crui –. È ancora più irricevibile quando tenta di forzare una decisione assunta democraticamente da un organo di governo di una università». Concludendo infine: «Gli atenei italiani sono e saranno sempre il luogo di confronto di idee e cultura». Questa mattina, dunque, si è svolta a Roma la conferenza dei rettori delle università italiane (Crui) presieduta dalla presidente e rettrice della Bicocca, Giovanna Iannantuoni.

«Dopo queste proteste non è cambiato nulla: siamo aperti a collaborare al di là dei confini e dei conflitti con tutti»

Il tema dell’incontro, primo punto all’ordine del giorno in agenda, e già previsto da tempo, la discussione di un documento sulla sicurezza negli atenei messo a punto da alcune settimane da un gruppo di rettori dopo le proteste contro gli accordi di collaborazione con le università di Israele. Un contesto in cui la Iannantuoni, durante il confronto in corso sulle tensioni di questi giorni nelle università, ha replicato con nettezza: «Nessun ateneo della Crui ha mai votato il boicottaggio alla collaborazione scientifica con atenei israeliani. Dopo queste proteste non è cambiato nulla. Noi siamo aperti a collaborare al di là dei confini e dei conflitti con tutti. Non c’è nessun boicottaggio dei rapporti scientifici esistenti con le università israeliane».

«La scienza sia uno strumento di pace: non facciamo parte della politica»

Aggiungendo in calce: «Sono manifestazioni legate alla guerra e crediamo la scienza sia uno strumento di pace: non facciamo parte della politica, non siamo un ente di parte, ma difendiamo la libertà di pensiero e di critica forte, da parte di chiunque voglia venire negli atenei a parlare. Il dialogo certo è fondamentale. Non dobbiamo e non vogliamo formare le opinioni degli studenti – continua –. Dobbiamo dare gli strumenti affinché i ragazzi si formino una propria idea di quello che succede nel mondo».

Scontri alla Sapienza, Valditara: «È una protesta sbagliata: la scienza e la ricerca sono libere»

E sulla situazione incandescente, che al momento continua a covare sotto la cenere, è intervenuto anche il ministro Valditara, che da Milano ha sottolineato: «Quella della Sapienza è una protesta sbagliata, perché la scienza e la ricerca sono libere. E i rapporti tra le università italiane e quelle israeliane devono continuare. È vergognoso pretendere che si interrompano i rapporti scientifici e di ricerca tra università – ha evidenziato Valditara –. Scienza e ricerca non devono essere sottomesse alla politica».

Bernini: «Sfondare vetrate non è libera manifestazione di pensiero critico»

E alla dichiarazione del ministro arrivata questa mattina a margine della sua visita al Salone del Mobile alla Fiera di Milano a Rho, ha fatto eco quanto asserito dalla titolare del dicastero dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. La quale, questa mattina in audizione al Senato ha dichiarato: «I disordini della Sapienza non li classifico come libera manifestazione di un pensiero critico: sono violenze critiche e verbali. Ho chiesto al ministro Piantedosi di convocare un comitato per l’Ordine e la sicurezza dedicato alle proteste nelle università, chiedendo che si potesse rappresentare ai rettori quello che sta succedendo. Mai militarizzazione nelle università. Ma mai lassismo, voglio ribadire. Per poter protestare bisogna saper ascoltare. Sì alla contestazione. Ma no alla violenza».

Scontri alla Sapienza, Bernini: «Sì alla contestazione. Ma no alla violenza»

E ancora. «Il nostro obiettivo è evitare che il margine delle contestazioni nelle università esondi. O che le cose non vengano chiamate con il loro nome», ha ribadito il ministro a Palazzo Madama, nel corso dell’audizione davanti alla commissione straordinaria intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza del Senato. «I reati sono reati. Gli studenti sono studenti. I rappresentanti dei centri sociali sono rappresentanti dei centri sociali. E gli anarchici sono anarchici», ha aggiunto. Tanto per chiarire quanto c’è in campo e quanto in gioco.

 

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