Scurati, la Rai aveva già pagato per lui hotel e viaggio. La censura è una bufala, Porro tira fuori le mail
Nuove carte si aggiungono a fare luce sul caso Scurati per dimostrare che non ci fu affatto censura. Dal Giornale, esattamente dal sito di Nicola Porro veniamo informati di un documenti del piano di produzione del programma condotto da Serena Bortone, Che sarà, con tanto di scambio di mail interno sui comunicati stampa della trasmissione di sabato 20 aprile. Dal carteggio emerge che la produzione Rai prevedeva eccome la presenza di Scurati in onda. Lo dimostra una mail del 19 aprile, ore 17,42, firmata dalla capo-struttura Ilaria Mecarelli, nella quale viene ufficializzata la scaletta con la presenza dello scrittore. Dallo stesso indirizzo parte anche il comunicato stampa, con Scurati sempre presente, che riceve il via libera del vice direttore degli Approfondimenti, Giovanni Alibrandi. Non solo, l’evidenza arriva dal fatto che la Rai il 19 aprile alle 10.35 aveva provveduto ad acquistare i biglietti di andata e ritorno del treno. E una notte all’hotel River Chateau di Roma.
Le prove che su Scurati non c’è stata alcuna censura dalla Rai
Insomma, il “martirio” di Scurati va raccontato diversamente. Quale sarebbe la logica nell’inserire Scurati in scaletta, inviare il comunicato stampa a tutti i giornali ed acquistare pure biglietti ed hotel per un ospite che non deve andare in onda? In attesa che venga resa nota l’itruttoria interna, pian piano viene demolita la narrazione di una Rai piena di dirigenti cattivi pronti a silenziare Scurati. Persino Marco Travaglio nell’editoriale di sabato 27 aprile titola “La non censura” riperticando la tempistica della vicenda Scurati. “Ho parlato più volte di “censura” a proposito della mancata partecipazione di Antonio Scurati sabato 20 a Chesarà… (Rai3). Mi ero basato sull ’unica versione disponibile: quella di Serena Bortone, di cui non avevo motivo di dubitare (…). Ora però, con tutte le carte in tavola, si può serenamente affermare che non è stata censura“, scrive. Aggiungendo il solito mix di veleni sulla presunta inadeguatezza di quelli che definisce “i meloniani”.
La ricostruzione del caso Scurati minuto per minuto
E quella mail, delle 1742 del 19 aprile, certifica il fatto che lo staff di Bortone dà l’ok all’arrivo dell’ intellettuale gratis. Nessun oscuramento dello scrittore. Nicola Porro aggiunge anche di più, pubblicando alcune carte inedite sul suo sito: un’altra mail che parte alle 1741, un minuto prima, con il comunicato stampa relativo alla puntata di Che sarà: di nuovo il nome di Scurati c’è. E Scurati leggerà il suo monologo. Solo che dietro le quinte si è stabilito, per una ragione o per l’altra, di non dargli un euro. Sulla questione compenso si può naturalmente obiettare, ma certo è che tutta la polemica montata per una settimana non ha ragion d’essere. Questa la tempistica e le mail, ricostruiti sul Giornale da Stefano Zurlo, sulal scorta delle carte. Il polverone si scatena la mattina successiva quando Serena Bortone lancia con un post l’allarme e si attua il cortocircuito: con le le opposizioni che si convincono che la democrazia sia in pericolo e che la svolta “orbaniana” e autoriataria sia dietro l’angolo. Biglietti e hotel vengono ovviamente annullati all’ora di pranzo di sabato; quando ormai il caso si é trasformato in una cosa ben diversa da com’era stata programmata: ossia, viaggio e pernottamento per Scurati. Che avrebbe potuto sostenere le sue tesi in diretta tv. Gli sarebbe bastato accettare la partecipazione a titolo gratuito, godendo intanto di treni e hotel.
Documentazione dal suito di Nicola Porro, rilanciate dal Giornale.