“Sempre e per sempre dalla stessa parte: quella dell’antifascismo militante”. Le citazioni dal libro delle polemiche

16 Apr 2024 10:24 - di Redazione

Pubblichiamo di seguito alcuni stralci del libro di Valentina Mira “Dalla stessa parte mi troverai” (Sem) che dimostrano a chi avesse ancora dubbi che non si tratta di una “storia d’amore” o che non si tratta solo di questo. E’ anche un pamphlet politico che giustifica l’antifascismo militante e ne invoca il ritorno.  

“I fascisti hanno a che fare col motivo per cui ho scelto di raccontare questa storia. E a volte vorrei soffrire di vittimismo autoassolutorio come loro. Purtroppo non mi appartiene. Sono colpevole di averli frequentati: non una vittima ma una complice”.

“Roma, Acca Larentia, fratricidio. Le famiglie sventrate non dalla politica ma dal fascismo. L’antifascismo che fin dall’etimologia è una risposta: ed è violenta questa risposta, sì. Lo è necessariamente”.

“Cercherò qui di fare una ricognizione del periodo storico nel quale avvenne Acca Larentia. Per smontare la retorica vittimista sulla quale si basa l’autonarrazione che ancora induce qualcuno a portare una corona di fiori su una croce celtica, in un quartiere normale, di gente normale, perbene. Laddove la normalità, a quanto pare, non è sufficiente. L’essere perbene non è sufficiente. Si necessita antifascismo”.

“L’antifascismo militante non si attiva subito. I primi a colpire sono proprio loro, i fascisti. Lo fanno due giorni dopo la Festa della Liberazione, il 27 aprile del 1966 alla facoltà di Architettura a Roma, quando sparano a Paolo Rossi (lo studente morì perché cadde da un muretto in seguito a tafferugli con estremisti di destra davanti alla facoltà di Lettere, ndr). Gli antifascisti non hanno mai il desiderio di configurarsi come vittime inerti, non sono neanche gruppi di ‘cavalieri senza macchia’: attaccano i fascisti. E’ una reazione giusta e fisiologica in una paese che ha fatto la Resistenza. Mi pare comunque evidente chi abbia attaccato per primo. Da Sempre”.

“E’ il 7 gennaio 1978. A via Acca Larentia la celtica non c’è ancora. C’è tuttavia una sede del Msi. Qui si riuniscono quelli del Fronte della gioventù che, lo dice il nome, sono i giovani che l’estrema destra alleva in batteria. Mentre escono dalla sezione due di loro vengono ammazzati. Gli sparano. Sono anni in cui succede. carnefici o, qualche volta, come ora, vittime. Del resto lo sai, se frequenti certi ambienti, che puoi morire”.

“Non si capisce a fondo quanto il loro sia vittimismo, senza prima comprendere che è di carnefici che stiamo parlando”

“Sono ovunque (i fascisti, ndr) e si mascherano bene. Fingono di parlare il linguaggio del popolo, ma in realtà il popolo lo sfruttano, gli rubano le parole d’ordine, si fingono specchio delle sue esigenze e nel frattempo gli tagliano le gambe favorendo solo se stessi e quelli come loro: di solito altri ricchi… la loro tradizione è la menzogna. Il loro pensiero è vigliaccheria e mistificazione. La loro azione è la forma più perversa di vittimismo”.

“Finché ci forzeremo alla retorica del dialogo, del perdono in assenza di presa di responsabilità, e della pacificazione a tutti i costi, noi saremo in profondo, profondissimo pericolo. e di certo uno dei motivi per cui ho scritto questo libro è la necessità di stroncare quella retorica. Mi interessa, sì, che i fascisti non ottengano il perdono di nessuno”.

“E’ chiaro che la destra istituzionale auspica la pacificazione nazionale. Per la stessa persona che mette corone di fiori sulle croci celtiche (Giorgia Meloni, ndr) pacificazione non significa né più né meno che rimozione di responsabilità storiche da parte della sua area politica”.

 

 

 

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