Suviana, la corsa contro il tempo in mezzo all’acqua che sale. I vigili: poche le speranze per i 4 dispersi
È una corsa disperata contro il tempo, ma la speranza di trovare vivi i quattro dispersi in seguito alla tragica esplosione della centrale idroelettrica di Bargi al lago di Suviana è sempre più flebile. Finora il drammatico bilancio dell’incidente provocato dallo scoppio di una turbina al piano meno è di tre morti, cinque feriti gravi e quattro dispersi. Sono 100 gli operatori dei Vigili del fuoco impegnati nelle difficili operazioni di ricerca al di sotto le livello del lago. L‘acqua sta salendo e le squadre di ricerca stanno lavorando al di sotto del livello del lago con l’acqua che entra.
Suviana, sommozzatori al lavoro con l’acqua che sale
“La situazione è molto difficile, l’acqua sta salendo già da ieri, ha raggiunto il piano -8, almeno 50 centimetri d’acqua quando prima era asciutto. Quindi stiamo rimodulando l’intervento solo per i nostri sommozzatori”. Così il responsabile responsabile della comunicazione in emergenza del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, Luigi Cari, che si trova sul luogo dell’incidente.
Cari: scarse le speranze di trovare vivi i dispersi
“Non c’è visibilità in acqua, si procede passo per passo nel tentativo di individuare i dispersi. Stiamo cercando di entrare anche coi gommoni dalla parte del lago”, spiega Cari ammettendo che lo scenario “molto complesso” non fa sperare nella possibiltà di trovare superstiti. Nel primo pomeriggio sono state sospese le ispezioni interne. “Ci sono degli ingegneri e dei tecnici che stanno valutando la sicurezza”. Così il luogotenente Giovanni Cirmi, comandante dei sommozzatori della Guardia di Finanza di Rimini. ”
Il sindaco di Bologna: è una corsa contro il tempo
“Si sta tentando di tutto per individuare e recuperare i dispersi a decine di metri sotto terra, intrappolati nella struttura della centrale. In condizioni davvero complicate anche per i soccorritori stessi. Ai quali va tutta la nostra gratitudine, a partire dalle molteplici squadre dei vigili del fuoco impegnate”. Così il sindaco di Bologna Matteo Lepore che ha parlato di uno degli incidenti sul lavoro più gravi degli ultimi anni. E ha invitato la popolazione alla manifestazione che si terrà domani nel capoluogo emiliano, in occasione dello sciopero nazionale indetto da Cgil e Uil.
La Russa: un dramma enorme
“Di dramma enorme ed ennesima tragedia sul posto di lavoro”, ha parlato Ignazio La Russa, aprendo la seduta del Senato. Durante la commemorazione delle vittime ha rivolto il suo ringraziamento ai soccorritori che lavorano in situazioni di grande pericolo.
Piantedosi: una grandissima tragedia
“Com’è stato detto dai Vigili del Fuoco l’evoluzione probabilmente non sarà di quelle auspicabili. Una grandissima tragedia che mi addolora molto, doppiamente, perché ho parte del mio cuore da quelle parti. Non ci sono altre parole”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “Non ci si può abituare a così tanti morti sul lavoro”, ha detto il governatore della Regione, Stefano Bonaccini, che ha ricevuto la telefonata del presidente Mattarella che ha auspicato si faccia piena luce sull’incidente.
Dimesso uno dei ricoverati, gravissimo un altro
Intanto è stato dimesso nel primo pomeriggio dall’ospedale Bufalini di Cesena, Nicolas Bernardini, 25 anni, uno dei due tecnici ricoverati ieri nel reparto grandi ustionati. Resta in pericolo di vita l’altro ricoverato a Pisa con ustioni su tutto il corpo.
Chi sono i 4 dispersi: tra i 37 e i 68 anni
Hanno fra i 37 e i 68 anni i quattro lavoratori che ancora risultano dispersi alla centrale idroelettrica, I loro nomi sono stati confermati dalla Prefettura di Bologna: si tratta di Paolo Casiraghi, 59 anni, di Milano; Alessandro D’Andrea, 37 anni, di Pontedera; Adriano Scandellari, 57 anni, nato a Padova e residente a Mestre e Vincenzo Garzillo, 68 anni, di Napoli.
Tre le vittime. Il più giovane aveva 36 anni
Tre le vittime morte sul colpo mentre si trovavano all’ottavo piano sotto lo zero. Vincenzo Franchina, il più giovane, 36 anni, da poco diventato papà, Mario Pisani, 73 anni e Pavel Petronel Tanase, 45 anni sono morti tutti sul colpo. Pisani era il titolare della Engineering automation srl, la ditta per cui lavoravano anche le altre due vittime. che fornisce “ingegneria di sistemi di controllo e supervisione per i settori della produzione di energia, dell’acciaio e dell’ambiente”.
Enel Green Power: scelti i migliori tecnici
Nell’esprimere “ancora profondo cordoglio e vicinanza a tutte le vittime e alle loro famiglie”, Enel Green Power “continuerà a dare ogni forma di collaborazione alle autorità preposte per accertare i fatti”. Lo comunica la società energetica. L’amministratore delegato, Salvatore Bernabei, ha assicurato che per i lavori di aggiornamento tecnologico di fornitura, montaggio e collaudo, “avevamo le migliori società nel campo dell’elettrico e dell’idroelettrico: Siemens, Abb, Voith”. Ma non ha risposto sui subappalti: dovete chiederlo ai contractor.