La “partita del futuro” si giocherà “sul fronte della tecnologia” e questo vale sia “per l’Italia come per il resto d’Europa”, per cui “servirà valorizzare la ricerca, accompagnare il sistema produttivo nella sua trasformazione proteggendo i più svantaggiati, creare un ambiente normativo, economico e finanziario che favorisca l’assunzione di rischi imprenditoriali nei settori innovativi e che limiti il potere monopolistico di pochi grandi attori, ha quindi sottolineato.
Salari ancora bassi
In Italia “l’evoluzione dei salari ha riflesso il ristagno della produttività: i redditi orari dei lavoratori dipendenti sono oggi inferiori di un quarto a quelli di Francia e Germania. In termini pro capite, il reddito reale disponibile delle famiglie è fermo al 2000, mentre in Francia e in Germania da allora è aumentato di oltre un quinto”.
Il capitale umano “ha un ruolo decisivo” e “il ritardo rispetto a molti Paesi avanzati nelle competenze lavorative di giovani e adulti si riflette in un’occupazione sbilanciata verso le professioni meno qualificate”. Per cui, ha proseguito, “competenze e conoscenze, da nutrire e rivitalizzare lungo tutto l’arco della vita, sono il cardine non solo del progresso economico, ma anche e soprattutto di quello civile”.
Il ruolo positivo degli immigrati regolari
“E’ possibile che un sostegno all’occupazione derivi da un flusso di immigrati regolari superiore a quello ipotizzato dall’Istat. Occorrerà gestirlo, in coordinamento con gli altri Paesi europei, bilanciando le esigenze della produzione con gli equilibri sociali e rafforzando le misure di integrazione dei cittadini stranieri nel sistema di istruzione e nel mercato del lavoro”, ha detto ancora Panetta ricordando come “decisi aumenti dei tassi di occupazione, fino ai livelli medi dell’area dell’euro, potrebbero arrivare a controbilanciare gli effetti del calo demografico e mantenere invariato il numero degli occupati”.
“E’ chiaro – ha però indicato – che anche con maggiore occupazione e maggiori flussi migratori l’apporto del lavoro alla crescita dell’economia non potrà che essere modesto. Solo la produttività potrà assicurare sviluppo, lavoro e redditi più elevati”.
Indicatori positivi per le banche
In Italia, “il quadro è migliorato anche per le banche meno significative, sottoposte alla nostra diretta supervisione. I coefficienti patrimoniali sono aumentati, anche su sollecitazione della Banca d’Italia” e “ciò ha riflesso l’evoluzione dei profili di rischio, in particolare quello di un rapido aumento dei tassi di interesse, poi materializzatosi”. E ha ricordato come l’istituto di via Nazionale abbia “intensificato l’azione di vigilanza per prevenire e affrontare tempestivamente casi di difficoltà riconducibili a debolezze nel governo societario e nei controlli interni”.