Campi Flegrei, il governo assicura monitoraggio e prevenzione a largo spettro. Musumeci: subito un piano di evacuazione
Campi Flegrei, il governo procede e analizza la situazione a tutto campo nel corso del vertice interministeriale convocato dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni per monitorare in tempo reale la situazione in quell’area nevralgica. E da Palazzo Chigi, al termine dell’incontro, fanno sapere che «è stata effettuata una dettagliata ricognizione sullo stato dell’arte, distinguendo tra la situazione attuale e le necessarie opere di prevenzione e di messa in sicurezza». Sottolineando a margine di quanto discusso e esaminato, che la situazione attuale «è costantemente monitorata dando attuazione a quanto stabilito dal decreto legge n.140 del 2023», che riguarda misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei. ribadendo inoltre, «quanto alla prevenzione», che «andrà definita a largo spettro con priorità sulla messa in sicurezza delle scuole e sulla garanzia di continuità dei servizi essenziali».
Campi Flegrei, il governo fa il punto e assicura monitoraggio, prevenzione e messa in sicurezza dell’area
Non solo. A seguito delle scosse dei giorni scorsi, a breve – ha assicurato il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi, al termine del vertice interministeriale sull’attività sismica nell’area dei Campi Flegrei – «lavoreremo per definire il piano di evacuazione». Precisando: «Le stime saranno fatte nei prossimi giorni ma servono oltre 500 milioni di euro per la messa in sicurezza degli edifici nei Campi Flegrei». Specificando a stretto giro: «La comunità scientifica non è nelle condizioni, nonostante il fenomeno sia monitorato h24 con centinaia di strumenti di rilevazione, di poter intercettare l’evoluzione del fenomeno. Quindi il Governo dice che bisogna essere pronti a ogni evenienza e questa capacità ad essere pronti deve coinvolgere sia le istituzioni e sia gli abitanti».
Campi Flegrei, Musumeci, in quell’area esistono tre rischi: sismico, vulcanico e bradisismico
E ancora. «La scossa 4.4 è l’elemento di novità perché è la più forte registrata in quell’area negli ultimi 40 anni», spiega Musumeci, per il quale è impossibile fare previsioni sull’andamento degli sciami sismici: «Le scosse – dice il ministro – possono durare un mese, un anno. Possono evolversi, e possono estinguersi già domani senza alcun processo evolutivo». Per questo motivo non resta che «convivere con il rischio». Ma nel segno di una «convivenza vigile – la definisce Musumeci – da parte degli abitanti, che è legata al fatto che in quell’area esistono tre rischi: sismico, vulcanico e bradisismico».
Il piano di evacuazione
«In quell’area – prosegue il ministro – sono state realizzate migliaia di edifici, di unità abitative. Ci vivono circa 80mila persone: è facile comprendere come questa eccessiva antropizzazione di quel territorio, che andava impedita nel passato, oggi crea problemi anche dal punto di vista del piano di evacuazione». E allora, proprio di vie di fuga parla il ministro. Ribadendo la necessità del lavoro che si sta facendo «con Prefettura. Comuni. E Regione, per definire un piano di evacuazione che rimane nel cassetto. Ma se dovesse rendersi necessario, deve essere subito utilizzato e attuato».
La zona rossa del bradisismo: la messa in sicurezza delle scuole
Dunque sono tre i comuni interessati a quella che viene definita «la zona rossa del bradisismo», che, Musumeci precisa, è «da non confondere con la zona rossa del rischio vulcanico che, invece, comprende 7 comuni». In questa area «abbiamo deciso di intervenire per mettere in sicurezza le infrastrutture pubbliche». E non si può che partire dalle scuole di ogni ordine e grado. «Gli spazi dove vanno i nostri figli devono essere sicuri – dice ancora il ministro –. Abbiamo concordato con la Regione e gli enti locali una serie di interventi e di iniziative per risolvere le criticità di maggiore rilevanza. Con Valditara stiamo varando un piano che coinvolga tutti gli edifici scolastici. Sono presenti una sessantina di scuole, vedremo quali necessiteranno di interventi».
L’appello del ministro a trasformare la paura in consapevolezza vigile
Più complessa invece, la messa in sicurezza dell’intero comparto edilizio, pubblico e privato: «Certamente ci vorranno oltre 500 milioni di euro, secondo una stima complessiva. Ma nei prossimi giorni potremo essere più precisi». La conclusione della conferenza stampa, infine, contiene un invito alla tranquillità. «L’appello – afferma Musumeci chiosando – è a non farsi prendere dal panico. A lavorare con grande responsabilità. Tutti abbiamo paura quando la terra trema sotto i piedi, ma, siccome non dovrebbe essere una novità per quelli che vivono lì, vediamo di trasformare questa paura in consapevolezza. Più il cittadino è informato, maggiore è la capacità di autodifesa. Lo Stato farà tutto quanto è necessario fare per mitigare ogni possibile rischio».