
Chi è Karim Khan, il procuratore Aja che equipara Israele ad Hamas: origini pakistane, ha la moglie di Clooney come consulente
“È del tutto inaccettabile che si mettano sullo stesso piano Hamas e Israele, i capi del gruppo terroristico che ha avviato la guerra di Gaza massacrando cittadini innocenti e i capi del governo eletto dal popolo di Israele. È assurdo che il procuratore abbia solo concepito questo parallelismo. In nessun modo si può solo immaginare una equiparazione del genere. Attenzione a non legittimare posizioni anti-israeliane che possono alimentare fenomeni di antisemitismo”. Ad affermarlo è il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, commentando in un’intervista al Corriere della Sera la richiesta di arresto da parte della Corte penale internazionale nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu e dei leader di Hamas.
A firmare la richiesta è stato il procuratore della Corte penale internazionale, Karim Ahmad Khan, avvocato britannico di origine pakistana. 54 anni, originario di Edimburgo, in Scozia, Khan appartiene alla comunità musulmana Ahmadiyya, un ramo che sostiene una forma più moderata di Islam e che sta affrontando persecuzioni in Pakistan, il suo paese d’origine. La comunità ha trasferito il suo quartier generale nel Regno Unito nel 1980.
Scozzese con origini pakistane, è stato l’avvocato di Gheddafi junior
Il percorso accademico di Khan in legge è iniziato al King’s College di Londra, una delle migliori università del mondo, concentrandosi sui diritti umani. All’inizio della sua carriera, negli anni ’90, ha lavorato come procuratore presso l’ufficio del procuratore generale britannico, prima di passare alla scena internazionale nel 1997, dove ha lavorato come procuratore presso il Tribunale penale internazionale per il Ruanda, affrontando i crimini contro l’umanità durante il genocidio nel paese africano.
Avvocato britannico, ha assunto la carica di procuratore capo dell’ICC nel giugno 2021. Prima di allora, aveva prestato servizio sia per la difesa che per l’accusa in diversi tribunali internazionali. Tra i suoi clienti di alto profilo c’erano Seif al-Islam el-Gheddafi, figlio del defunto dittatore libico Muammar Gheddafi; e l’ex presidente della Liberia Charles Taylor. Khan ha anche collaborato con il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, indagando sui crimini contro l’umanità commessi dall’ISIS in Iraq.
Eletto per un mandato di nove anni, Khan è il terza procuratore generale nella storia della CPI dalla sua istituzione nel 2002, succedendo a Fatou Bensouda, attualmente Alto Commissario per il Regno Unito. Anche quest’ultimo aveva avviato un’indagine contro Israele per presunti crimini a partire dal 2014. Sotto Khan, l’indagine è continuata, espandendosi fino a includere il massacro del 7 ottobre e i successivi eventi bellici. E’ di queste ore la richiesta choc: mandati di arresto per alti funzionari sia di Israele che di Hamas.
Tra i consulenti dell’avvocato della Cpi anche la signora Clooney
L’avvocatessa per i diritti umani Amal Clooney appoggia la decisione della Cpi di chiedere il mandato di arresto per i vertici di Hamas, il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. Lo ha detto la stessa Clooney, che è stata tra gli esperti di diritto internazionale chiamati dal procuratore della Cpi ad assisterlo nella decisione. “Ho servito in quella commissione perché credo nella legalità e nella necessità di proteggere i civili”, ha detto in una dichiarazione sul suo sito Clooney Foundation for Justice l’avvocatessa libanese sposata con l’attore George Clooney.
“La legge che protegge i civili in guerra è stata sviluppata oltre cento anni fa e si applica in tutti i paesi del mondo, a prescindere dalle ragioni del conflitto”. Nella dichiarazione, la Clooney afferma anche che “ci sono ragionevoli basi” per ritenere che Netanyahu e Gallant “hanno commesso crimini di guerra e contro l’umanità tra cui l’uso della fame come arma, l’assassinio, la persecuzione e lo sterminio”.
L’accusa del New York Times a Karim Khan: “Con il suo annuncio vuole forzare la mano alla Corte”
Come ricostruisce il New York Times “l’annuncio di Karim Khan di aver chiesto ai giudici mandati di arresto per il primo ministro Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant, ministro della difesa del paese e tre leader di Hamas è stato un evento eccezionale per gli standard del CIC”. Infatti, “invece di aspettare che i giudici decidessero o firmassero i mandati, ha inaspettatamente rivelato i suoi piani in un annuncio registrato sul sito web della corte. Altrettanto insolita è stata la sua simultanea divulgazione di un elenco di esperti di spicco, due dei quali ex giudici, che aveva consultato per esaminare le sue prove e la sua analisi legale prima di chiedere i mandati. Mentre i pubblici ministeri sono noti per consultare specialisti, alcuni esperti hanno visto la pubblicazione dell’elenco dei nomi come un tentativo da parte di Khan di dimostrare che c’era un forte sostegno legale per la sua decisione al di fuori del tribunale”.