“Dante offende l’Islam”. In una scuola di Treviso i musulmani sono esonerati dallo studio della Divina Commedia
Esonerati dallo studio della Divina Commedia in quanto studenti di religione musulmani, con una precisa motivazione: “Dante offende l’Islam”. Accade in una scuola media della provincia di Treviso, nella quale le famiglie, di fede islamica, hanno fatto esplicita richiesta alla professoressa d’italiano e alla preside, che le ha accontentate, dirottando i due studenti islamici sulle letture di Boccaccio. In realtà l’iniziativa l’aveva presa l’insegnante, che aveva chiesto ai ragazzi che non seguono le lezioni di religione cattolica a scrivere sul diario una nota con cui viene chiesto ai genitori un parere sull’eventuale insegnamento dell’opera dantesca e altri scritti di carattere religioso. A quel punto, le famiglie islamiche hanno espresso la loro contrarietà e per questo motivo i due studenti sono stati esonerati dal seguire le spiegazioni sulla Divina commedia.
Nel corso della giornata di oggi, è stata ”disposta una ispezione per verificare come stanno i fatti. L’esclusione dal programma scolastico di uno dei pilastri della nostra letteratura, per motivi religiosi o culturali ancora non abbiamo ben capito, è del tutto inammissibile”, come ha annunciato il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara al termine del Consiglio dei ministri.
Dante e l’Islam, un rapporto non semplice
Come ricorda Today, si sono verificati anche in passato, sia in Italia che all’estero. In paesi come Olanda e Belgio, l’opera è stata ritradotta per evitare di urtare la sensibilità dei fedeli musulmani. E in alcuni paesi islamici i versi su Maometto sono stati cancellati. Secondo il professore Raffaele Donnarumma, del dipartimento di Italianistica dell’Ateneo per il ciclo dei seminari “Il folle volo – Lezioni dantesche”. “I versi su Maometto – spiega Donnarumma sul sito dell’Università di Pisa – sono costati alla ‘Commedia’ la censura in alcuni paesi islamici, dove il canto XXVIII dell’Inferno è stato cassato dalle traduzioni, o la circolazione del poema è proibita”. Una polemica, quella di Dante “islamofobo”, che è tornata a riaccendersi anche recentemente. Non ultimo a marzo scorso, quando Gherush92, un’organizzazione non governativa per i diritti umani, ha chiesto, assieme ad alcuni membri del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, di abolire la Divina Commedia dai progetti scolastici proprio per le frasi offensive contro l’Islam. “In realtà – continua l’italianista dell’Università di Pisa – il rapporto di Dante con l’Islam è più complesso e sottile. Nel Limbo, fra i saggi e gli eroi greci e latini, troviamo anche Saladino che aveva fama di sovrano nobile e giusto, ma che era pur sempre un vittorioso nemico dei crociati; e poi anche Avicenna e Averroè, al quale Dante riconosce la diffusione del pensiero e delle opere di Aristotele nell’Europa neolatina”.