Facebook e Instagram nel mirino dell’Ue: aperta un’indagine sul rischio dipendenza nei bambini
Un procedimento formale su Meta e un monitoraggio su Temu. La Commissione europea mette nel mirino i colossi del web per verificare il loro rispetto della legge sui servizi digitali, il Digital Services Act. In particolare, per quanto riguarda la società di Mark Zuckerberg, cui fanno capo Facebook e Instagram, le preoccupazioni dell’Ue riguardano la tutela dei minori; per quanto riguarda il sito cinese di e-commerce Temu, nei confronti del quale un intervento è stato sollecitato dall’organizzazione europea dei consumatori, l’attenzione si rivolge alla tutela degli utenti da pratiche commerciali che potrebbero risultare scorrette o, comunque, non in linea con la normativa comunitaria. Meno di un mese fa, la Commissione era intervenuta su un altro colosso cinese dell’e-commerce, Shein, inserendolo nella categoria delle “piattaforme online principali”, sottoposta a regole più stringenti.
La Commissione Ue apre un’indagine formale su Meta: Facebook e Instagram nel mirino
Nei confronti di Meta la Commissione Ue ha avviato un procedimento formale per valutare se abbia violato il Digital Service Act in ambiti legati alla protezione dei minori. In particolare, l’esecutivo Ue teme che i sistemi di Facebook e Instagram, inclusi i loro algoritmi, possano stimolare dipendenze comportamentali nei bambini e creare il cosiddetto “effetto conigliera” (o tana del coniglio), che si verifica, ad esempio, quando una persona guarda un video e viene invogliato dall’algoritmo a guardarne altri simili. Inoltre, la Commissione è preoccupata anche per i metodi di accertamento e di verifica dell’età messi in atto da Meta.
I sospetti sull’effetto “tana del coniglio”
L’apertura dell’indagine formale, ha spiegato la portavoce Johanna Bernsel, è basata sulla valutazione dell’analisi preliminare, che a sua volta si basa sulla relazione che Meta ha inviato alla Commissione nello scorso settembre, e sulle risposte ad alcuni quesiti che l’esecutivo Ue ha posto successivamente a Meta. La Commissione ha deciso dunque di aprire l’indagine perché nutre dei “dubbi” sulle spiegazioni date dalla società riguardo ad alcuni aspetti riguardanti la tutela dei minori. Per l’indagine “non ci sono scadenze”: la Commissione potrà richiedere ulteriori informazioni, effettuare ispezioni, adottare misure temporanee e accettare impegni da parte di Meta. “È quello a cui guardiamo, una buona collaborazione con Meta per portare avanti questa indagine”, ha precisato Bernsel.
Temu sotto monitoraggio, dopo l’allarme dei consumatori europei
Per quanto riguarda la correttezza dell’operato di Temu dubbi sono stati sollevati dalla Beuc, l’organizzazione europea dei consumatori che, insieme a 17 dei suoi gruppi membri, ha denunciato la piattaforma per violazione delle norme previste dal Dsa. Nello specifico, la Beuc ha sollecitato l’Ue a designare Temu come “piattaforma online principale” (Vlop, “Very large digital platform”), una categoria che prevede obblighi più stringenti rispetto alla normativa. Secondo i consumatori europei, Temu non garantirebbe ai propri utenti un ambiente online sicuro, prevedibile e affidabile come richiesto dalla legge.