Fatti, non parole. Dalla liberazione di Alessia Piperno al ritorno di Chico Forti: 5 successi del governo Meloni
Il rientro in Italia di Chico Forti non è solo una buona notizia per lui, per i suoi familiari, e per tutti gli italiani che, negli anni, hanno perorato la sua causa e si sono mobilitati per riportarlo a casa, ma, soprattutto rappresenta un grande successo della diplomazia italiana, del governo – con la premier Meloni e il vicepremier Tajani in testa a tutti – che, dal minuto successivo al suo insediamento, ha affrontato lontano dai riflettori e con determinazione i casi critici come quello del nostro connazionale tornato a casa in queste ore.
Non solo Chico Forti: i 5 successi del governo Meloni e della diplomazia italiana
Casi risolti tutti positivamente che, dalla vicenda di Alessia Piperno a quella di Patrick Zaki. Passando per la famiglia Langone e fino alla questione giudiziaria di Ilaria Salis, che si trova ora ai domiciliari, l’esecutivo ha risolto positivamente. Cinque successi che danno la dimensione dell’autorevolezza guadagnata dal governo Meloni, dopo anni di frettolosi annunci degli esecutivi precedenti, smentiti poi dai fatti. O come ha detto poco fa l’onorevole Alessandro Urzì capogruppo di Fratelli D’Italia in Commissione Affari Costituzionali della Camera, di «improvvisati tentativi goffamente abortiti».
Gli anni precedenti di annunci, smentite, silenzio e tentativi falliti
Un punto sul quale Urzì, felicitandosi per il rientro del 65enne trentino in Italia dopo una detenzione lunga 24 anni negli Stati Uniti, ha rilevato: «Si ricorderanno le illusioni seminate dall’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Oggi è il silenzioso ma efficace e soprattutto credibile lavoro della diplomazia italiana a lasciare il segno. Solo un Paese forte riesce a guadagnare risultati tangibili come quello della restituzione alla propria giurisdizione di quello che a tutti gli effetti è un detenuto. Ora si apre una stagione nuova di ricongiunzione di Chico Forti con la sua Patria nelle forme e i modi che il diritto disciplina. Un successo di cui l’intera nazione può vantarsi perché plasticamente restituisce una Italia capace di trattare alla pari sulla scena internazionale anche con i più potenti Paesi al mondo».
Fatti, non parole: ecco come l’esecutivo ha lavorato nel silenzio, lontano dai riflettori
E allora vediamo, riassunti a mo’ di schematico elenco riassuntivo, i 5 casi che segnano il successo del governo Meloni e della diplomazia italiana che, come ha sottolineato a sua volta il capodelegazione di Fratelli d’Italia-Ecr al Parlamento europeo Carlo Fidanza, «sono riusciti dove altri avevano fallito» e che ci riempiono di gioia e di orgoglio che – conclude Fidanza – «non potranno essere offuscati al risentimento di una certa sinistra colpevolista che non ha mai smesso di odiare». Casi in cui, lavorando a una conclusione positiva, l’esecutivo si è dimostrato credibile e autorevole, preferendo, ancora una volta, i fatti alle parole.
Non solo Chico Forti, Da Alessia Piperno a Patrick Zaki, passando per i domiciliari alla Salis
1) Alessia Piperno. «Dopo un intenso lavoro diplomatico oggi Alessia Piperno è stata rilasciata dalle autorità iraniane e si appresta a tornare in Italia. Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a che Alessia riabbracci i familiari, ha informato i suoi genitori nel corso di una telefonata, pochi minuti fa». Era il 10 novembre del 2022 quando questa nota di Palazzo Chigi annunciava la fine dell’incubo della travel blogger 30enne e il suo rientro a Roma. La giovane romana, arrestata in Iran e processata, ha fatto ritorno in Italia dopo 45 giorni di detenzione nel carcere di Evin, a Teheran.
La liberazione dopo la detenzione in Iran in uno dei penitenziari più duri e malfamati
Un istituto penitenziario drammaticamente noto per i maltrattamenti dei detenuti, le violenze e i soprusi, dove la nostra connazionale si trovava tra prigionieri politici e dissidenti del governo iraniano dal 29 settembre, giorno dell’arresto. La strada per la sua liberazione è stata complessa e laboriosa, articolata su un doppio canale: quello della diplomazia. E quello dei servizi d’intelligence. Non a caso, quando arrivò la notizia della liberazione della Piperno la premier Giorgia Meloni, che in quella circostanza si trovava in conferenza stampa con il Segretario generale della nato Jens Stoltenberg, intervenne per dire: «Mi perdonerà il segretario Stoltenberg se faccio una cosa irrituale, ma avrete saputo che Alessia Piperno sta tornando a casa. Io volevo ringraziare il nostro servizio di intelligence, il sottosegretario Mantovano e il ministero degli Esteri, per il lavoro straordinario e silenzioso fatto per riportare a casa questa ragazza».
La condanna a Zaki, la condanna e la grazia
2) Patrick Zaki. Come molti ricorderanno, PatrickZaki è stato condannato a tre anni di carcere dal Tribunale di emergenza per reati contro la sicurezza dello Stato di Mansoura. L’attivista egiziano, che studiava in Italia all’Università di Bologna – dove poi si è anche laureato – è stato al centro di una tortuosa, drammatica odissea. Il giovane fu fermato in Egitto e portato in custodia nel febbraio 2020. Nel dicembre 2021 venne disposta la scarcerazione, ma non l’assoluzione dalle accuse di aver diffuso notizie false. Poi, dopo un’infinita serie di rinvii della pronuncia, la condanna arrivò il 18 luglio 2023, all’11esima udienza. Un giorno dopo però l’attivista venne graziato dal presidente al-Sisi e il 20 luglio rilasciato.
Anche la concessione della grazia a Zaki, allora, è il frutto di un lungo lavoro diplomatico del governo Meloni. Il lieto fine è arrivato grazie a una costante trattativa tra l’esecutivo italiano e quello egiziano. Con l’intervento determinante della Farnesina e dell’intelligence esterna italiana (Aise). «È stato un lavoro corale e alla fine il presidente egiziano ha deciso di concedere la grazia», sottolineò allora il ministro Antonio Tajani nel giorno della liberazione del giovane. Puntualizzando: «Non c’è nessun baratto, nessuna trattativa sottobanco. Siamo persone serie. E mi pare che non sia un risultato di poco conto».
La famiglia Langone sequestrata in Mali
3) La famiglia Langone. I tre ostaggi italiani, rapiti nel 2022 e liberati il 24 febbraio di quest’anno – Rocco Langone, la moglie Maria Donata Caivano e il figlio Giovanni – furono sequestrati il 19 maggio 2022 dalla loro abitazione alla periferia della città di Koutiala, a sud est della capitale del Mali, Bamako, dove vivevano da diversi anni. La loro vicenda incarna gli ultimi di una serie di rapimenti che hanno coinvolto nostri connazionali nella regione del Sahel. Con il loro rientro in Italia un Paese intero ha tirato un sospiro di sollievo. Anche il loro ritorno a casa, allora, si deve all’impegno lungo e laborioso messo in campo dal governo italiano che, dopo il rilascio, ha sottolineato l’importante collaborazione avviata dall’Aise, di concerto con la Farnesina, «fin dall’immediatezza del sequestro. E in particolare grazie ai contatti dell’Agenzia con personalità tribali e con i servizi di intelligence locali».
Il controverso caso Salis
4) Ilaria Salis è un caso ancora al centro del dibattito e delle polemiche cavalcate da sinistra, nonostante la docente 39enne abbia ottenuto i domiciliari a Budapest. Il tribunale di seconda istanza ungherese ha accolto il ricorso presentato dai legali dell’imputata, che è potuta uscire dal carcere. «È quello che volevamo», ha commentato subito il ministro Tajani, sottolineando che «ora potrà votare» e che «speriamo possa essere assolta». Aggiungendo poi: «E speriamo possa tornare il prima possibile in Italia». E proseguendo con il sottolineare che questo risultato «è merito di tutti, dell’azione sinergica: il governo e la nostra ambasciata hanno lavorato intensamente, in silenzio, senza fare propaganda, senza rulli di tamburi come sempre fatto. Come stiamo facendo con Falcinelli. E come stiamo facendo con tutti».
Il ritorno di Chico Forti
5) Tutti, come con Chico Forti: ultimo caso di connazionale detenuto all’estero che dopo 24 anni trascorsi nel carcere di Miami, oggi è tornato a casa. Un risultato straordinario del governo e dalla diplomazia italiana, frutto di un grande lavoro di squadra. Segno di una ritrovata credibilità e autorevolezza del Paese, e del suo governo.