Gentiloni sbugiarda Conte, ma quali pugni sul tavolo per i soldi del Pnrr: decise un algoritmo, nessun negoziato
Gentiloni sbugiarda Conte sul Pnrr e smentisce quattro anni di rivendicazioni e fake news: dai pugni sbattuti sul tavolo, agli estenuanti negoziati di vertici notturni spuntati dall’allora premier. I soldi del Pnrr? Fu un algoritmo a decidere: nessuna clamorosa vittoria del condottiero di Volturara Appula in nome della «dignità dell’Italia» e dei suoi cittadini. La rivelazione è arrivata in un giorno in cui su Conte e i suoi sbandierati “successi” si è abbattuta anche un’altra pesantissima tegola: la pietra tombale del Fmi sul Superbonus. “Lo stimolo alla crescita derivante dai crediti d’imposta sull’edilizia abitativa è stato probabilmente piuttosto limitato rispetto all’entità delle risorse fiscali spese”, ha certificato il Fmi, confermando l’analisi di quanti sottolineano che la misura si è dimostrata un disastro su tutta la linea.
Come prevedibile, la rivelazione del commissario europeo ha innervosito, e non poco, il M5S. Con la deputata Chiara Appendino, vicepresidente del M5S, che si aggrappa con le unghie e coi denti alla narrazione contiana, parlando di «un florilegio di amenità pur di provare a offuscare verità molto semplici». Con l’europarlamentare pentastellato Mario Furore, che evoca negativamente una non meglio precisata «nostalgia dell’Europa dei burocrati e della tecnocrazia». E infine, con il deputato e vicepresidente M5S Riccardo Ricciardi, che allude a un «tentativo di manipolare la genesi del Pnrr provando a minimizzare il ruolo del governo Conte». Sostenuto dal capogruppo M5S al Senato, Stefano Patuanelli, che commentando le dichiarazioni di Paolo Gentiloni sul Pnrr, accusa di «sciatteria» il Commissario. O meglio, il modo in cui “liquiderebbe quella stagione”…
Eppure, ce lo ricordiamo tutti il Conte degli annunci con ricchi premi e cottilion. Dei successi avocati a sé e conseguiti con veemenza sul tavolo di estenuanti trattative, al termine delle quali l’allora presidente del Consiglio sarebbe riuscito a ottenere i 200 miliardi e oltre contenuti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Come dimenticare, del resto, quelle affermazioni eclatanti su accordi siglati con occhi cerchiati, in vertici Ue notturni che tutelavano orgoglio, economia e lavoro del Bel Paese. Che garantivano «potenza di fuoco». E che stupivano gli italiani martoriati da un massacrante lockdown da Covid, con effetti speciali a reti unificate.
I soldi del Pnrr? Gentiloni smentisce Conte: fu un algoritmo a decidere la distribuzione
Tutto con somma lode riecheggiante sui giornaloni e auto-propagandistica soddisfazione dell’esecutivo in carica ai tempi. Ebbene, oggi a infrangere il ricordo di quella festa autoreferenziale dell’allora premier arriva il commissario europeo Paolo Gentiloni, che in un’intervista contenuta nel libro di Paolo Valentino in uscita per Solferino, Nelle vene di Bruxelles. Storie e segreti della capitale d’Europa, rivela spudoratamente come effettivamente andarono le cose: non ci fu alcun negoziato sui fondi del Pnrr. A decidere la distribuzione dei soldi è stato un algoritmo.
La narrazione auto-propagandistica dell’allora premier
Proprio così, dunque. Non ci fu alcun negoziato, nel luglio 2020, per stabilire le quote dei 750 miliardi di euro del Recovery Fund da assegnare ai singoli Paesi dell’Unione europea. A decidere la distribuzione del fondo, che per l’Italia previde oltre 200 miliardi di euro, fu un algoritmo ideato e messo a punto peraltro da due alti funzionari della Commissione: due direttori generali, entrambi olandesi. La formula digitale si basava su criteri come il numero delle vittime da Covid-19 e i danni provocati all’economia dalla crisi pandemica. «Parlo delle quote di finanziamento assegnate ai diversi Paesi. Non sono state negoziate dai capi di governo».
«C’è un po’ di retorica italiana sul fatto che abbiamo conquistato un sacco di soldi. Non è vero»
E ancora. «C’è un po’ di retorica italiana sul fatto che abbiamo conquistato un sacco di soldi. Non è vero – incalza Gentiloni, non certo una figura politica che può dirsi vicina al centrodestra –. L’Italia è il settimo Paese in termini di rapporto tra soldi ricevuti e Pil. Ci sono altri che in termini relativi hanno portato a casa molto di più: dalla Spagna alla Croazia. Sempre grazie all’algoritmo», spiega nell’intervista, riportata dal Corriere della Sera. Insomma, Gentiloni racconta cosa è accaduto effettivamente e smentisce, ridimensionandolo assai, il ruolo e la vittoria (o almeno spacciata come tale) dell’allora premier Giuseppe Conte.
Gentiloni smentisce Conte: il merito va ascritto a un algoritmo messo a punto da due dirigenti olandesi
Eppure, tornando indietro con la memoria a quegli anni, tormentati da pandemia e restrizioni, lockdown e crisi, dirette serali quotidiane e annunci choc da Palazzo Chigi, non possiamo fare a meno di ricordare il trionfalismo di Conte e governo d’allora, in merito all’accordo sul Recovery Fund. Quella narrazione auto-esaltante che descriveva i leader europei impegnati in duri negoziati cominciati la sera prima. E estenuantemente tracimati fino all’alba del giorno dopo. Di accordi siglati con applauso finale, dopo una ennesima notte di trattative. Tra occhi cerchiati dalla stanchezza e un testo approvato per acclamazione in un vertice combattuto fino al fotofinish, e che in più di un’occasione aveva rischiato il fallimento. Ma che, alla fine, si risolse sul filo di lana nell’ennesimo summit sulle riforme tra Conte e Rutte, guidati da Merkel e Macron.
«Un sacco di soldi» presentati come frutto del suo magistrale artifizio in sede europea
Istantanee di una fatica erculea che da quasi quattro anni Giuseppe Conte ci ripropone tra citazioni e rimandi, disegnando per sé sempre le fattezze e le gesta di un supereroe italico in azione nelle sedi dell’Unione europea a tutela dei suoi amati cittadini. Quando, sbattendo i pugni sui tavoli di fantomatiche e lunghissime trattative, sarebbe riuscito a ottenere «un sacco di soldi» presentati come frutto della fatica negoziale di Giuseppe Conte e del suo magistrale artifizio in sede europea, grazie al quale vantarsi di aver lasciato «una Ferrari» nelle mani del nuovo governo di centrodestra, che l’ha succeduto.
La pesante smentita di Gentiloni a una clamorosa rivendicazione di Conte
E chissà che, asserendolo lui da tanto tempo, non se ne sia effettivamente convinto. Del resto, il beneficio del dubbio va concesso a tutti… La smentita, pesante, arrivata però dal commissario europeo per gli Affari economici e monetari Gentiloni è, per portata, clamorosa. E direttamente proporzionale alle balle spaziali rilanciate ai quattro venti nelle campagne elettorali grilline (e non solo). Come le fake news sulla possibilità per gli italiani di ristrutturare “gratuitamente” le loro case e di aver salvato l’economia italiana grazie al lavoro svolto per ottenere i 200 miliardi di euro del Pnrr. Stando alle rivelazioni di Gentiloni, Conte non può rivendicarsene il merito…