Giustizia, sì alla riforma. Carriere separate e stop alle correnti. Nordio: “È una svolta epocale”

29 Mag 2024 15:54 - di Eugenio Battisti

Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma della giustizia. Nel vertice, durato circa venti minuti, è stato approvato il disegno di legge costituzionale in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare. La decisione è stata salutata da un applauso. Il disegno di legge, tra le priorità dell’agenda del governo Meloni, mira a eliminare la degenerazione delle correnti interne alla magistratura e prevede la separazione delle carriere tra pm e giudici. Il provvedimento non tocca l’articolo 112 della Costituzione, ossia quello che riguarda l’obbligatorietà dell’azione penale.

Giustizia, Meloni: un altro impegno mantenuto

Di “provvedimento epocale” parla il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi. Un concetto espresso anche dalla premier Giorgia Meloni che, in videomessaggio, ha sottolineato l’impegno mantenuto con gli italiani. Che dimostra la volontà del governo per una giustizia più equa. “Qualcuno ha detto che non avremmo mai avuto il coraggio di presentare questa riforma, evidentemente non conoscono la nostra determinazione”, ha detto la premier. Che ha passato in rassegna i tre punti chiave di una riforma storica. Che si aggiunge alle altre riforme “che questo governo ha già varato, come la riforma del fisco e la riforma istituzionale”. La premier ‘ha promesso’ di continuare così, “perché in questa Nazione le cose che non funzionano bene vanno cambiate. E più cercheremo di cambiarle più le forze della conservazione si muoveranno contro di noi. Ma non abbiamo paura, siamo qui per fare quello che va fatto. E alla fine di questo lavoro saranno i cittadini a giudicarci”. Soddisfazione è stata espressa da tutta la maggioranza, Matteo Salvini e Antonio Tajani mentre la sinistra grida alla ferita costituzionale e l’Anm prepara le barricate (forse lo sciopero).

Nordio: una riforma epocale

Con la riforma della separazione delle carriere –  ha chiarito il Guardasigilli nel punto stampa – “il pubblico ministero resta assolutamente indipendente, godrà delle stesse garanzie di indipendenza dei giudici. La riforma – ha aggiunto – è un omaggio a Giovanni Falcone che era favorevole alla separazione delle carriere”. Ma anche a Giuliano Vassalli, “che aveva voluto a il codice accusatorio al quale ci siamo ispirati”. “Siamo aperti al dialogo, accettiamo contributi, suggerimenti”, ha aggiunto rivolgendosi all’Anm, che ha già convocato una riunione d’urgenza pomeridiana per dare battaglia. “Ma devono accettare principio che volontà popolare è sacra. E se ci è stato dato il mandato di separare le carriere noi ubbidiamo alla sovranità che appartiene al popolo”.

Un omaggio a Falcone e Vassalli

Tra gli obiettivi principali della riforma quello di scardinare il potere delle correnti delle toghe. “Il Consiglio superiore della magistratura non ha dato buona prova di sé”, ha detto Nordio. “Scandali come quelli di Palamara e altri hanno eccitato le proteste ma i rimedi non sono stati apprestati. I rimedi a quella che unanimemente è definita la degenerazione correntizia”.

“Il Csm non ha dato buona prova di sé”

E ancora: il Csm “sta alle correnti in cui è divisa l’Anm come il Parlamento sta ai partiti. Interrompere il legame tra eletti ed elettori che ha portato a una serie di anomalie è stato il nostro compito principale, attraverso il sorteggio. Che non avviene tra passanti di strada non esperti di diritto ma tra persone estremamente qualificate.  Il Csm mantiene una maggioranza di magistrati che però vengono sorteggiati tra magistrati già valutati varie volte, che abbiano una presunzione assoluta di competenza, onestà preparazione”. Una ‘rivoluzione’ rimarcata anche dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. “La riforma della giustizia prevede l’assoluta paritarietà nell’espressione dei componenti del Csm e dell’Alta corte di giustizia disciplinare. In entrambi i casi il passaggio è quello del sorteggio, poi la legge ordinaria stabilirà i paletti. E per l’Alta corte si prevede un profilo elevato di professionalità”, spiega Mantovano. “Che passa dall’aver svolto o avere in svolgimento un ruolo in Procura generale della Cassazione o ruoli della Cassazione”.

Mantovano: spero in temi non dilatati per l’approvazione

Quanto al ramo del Parlamento in cui verrà incardinata la riforma, Mantovano ha chiarito che dipende dalla interlocuzione governo-Parlamento. “Non possiamo stabilirlo ora. La materia, del nostro punto di vista, non richiede scelte politiche perché del tutto coerente con gli impegni assunti davanti agli elettori. Ma trattandosi di una riforma costituzionale i tempi non saranno rapidissimi, ma spero non dilazionati”. Il testo non è blindato ma aperto ai contribuiti delle Camere. “Se facciamo un flashback e ricordiamo la Bicamerale presieduta da D’Alema, ricorderemo che i temi trattati trovano condivisione nelle forze politiche di sinistra”. Insomma bando agli ostruzionismi ideologici delle opposizioni.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *