Il libro. “Che cos’è l’economia?”. Fra denaro e derivati: rudimenti per tornare padroni del nostro destino
Economia spesso una parola che irrigidisce gli animi. Ma sono i lemmi e le idee che muovono il mondo e lo plasmano nella direzione che vogliamo in una lotta tra pulsioni e visioni. Altaforte Edizioni ha appena pubblicato il saggio Che cos’è l’economia? Stato, imprese e consumatori al tempo del capitalismo (104 pp.; 12,00€) a cura di Massimiliano Bartolozzi. L’autore, classe 1971, laureato in Economia e Commercio ha un’esperienza che da oltre vent’anni lo conduce attraverso gli ambiti contabili e tributari. Avvalendosi della prefazione del giornalista, penna de La Verità, Carlo Cambi e della postfazione del saggista Filippo Burla il testo risponde a una delle massime di Federico Caffè: “Paradigma dell’economista è non spacciarsi da profeta”. La pubblicazione, pagina dopo pagina, diventa un viaggio all’interno dei meandri del danaro e dei suoi derivati. L’essenza di un’esperienza che inficia sulla vita di tutti i giorni ed è quadro essenziale per comprendere le leggi e le direzioni del sistema economico e dei suoi meccanismi.
Bartolozzi scrive: “L’economia che mi accingo a raccontare in questo volume, probabilmente, potrebbe essere etichettata in modo dispregiativo, da tanti esperti della materia, come ‘sovranista’. Ma ammetto candidamente che riterrei che un’etichetta del genere non solo non avrebbe carattere dispregiativo ma la considererei come un vero e proprio complimento”. Un libro, quindi, volenteroso di fornire la più semplice, ma non immediata, spiegazione che possa consentire a chiunque, pure ai lettori alla ricerca dell’abc dell’economia, la chiave di volta all’interno di una materia, troppo spesso, considerata ostica e per questo lasciata a totale appannaggio degli esperti. E proprio nei decenni di privatizzazioni e disimpegno dello Stato nella cosa pubblica l’appello e la riflessione dell’autore è quanto mai salutare. “Lo Stato deve intervenire, ma deve intervenire sempre, riappropriandosi del proprio ruolo, della propria autonomia e dei necessari strumenti di lavoro, in una parola della propria sovranità”. I rudimenti di una Nazione capace di tornare padrona dei propri destini nel maremoto dell’Unione Europea.