Il Salone del Libro trabocca di amore per la lettura. E ci sono tanti amici da salutare e curiosità da scoprire

11 Mag 2024 15:51 - di Annalisa Terranova
salone del libro

“Questa trentaseiesima edizione del Salone del libro è la più grande mai realizzata. Importante perché abbraccia vari anniversari. Marco Polo, settecento anni dalla morte, Goliarda Sapienza, cento anni dalla nascita e Franz Kafka, centenario della morte. Edizione ricca, dunque, che ha ampliato gli spazi espositivi e gli appuntamenti”. Lo dice Adriano Monti Buzzetti, presidente del Centro per il libro e la lettura, particolarmente soddisfatto, mentre è in attesa del giallista Maurizio De Giovanni, padre del commissario Ricciardi che a Napoli risolve casi spinosi e misteriosi.

Effettivamente il Salone del Libro brulica di visitatori, giovani soprattutto. Curiosi e attenti. E di cose da vedere ce ne sono in abbondanza: come lo spazio promozionale dove gli autori del self published si presentano al pubblico. “Noi – mi dice uno di loro – siamo davvero alternativi. Più indipendenti di noi non ce ne stanno…”. Grande ressa anche per loro e non solo per le firme “spinte” dai grandi circuiti editoriali. Per ora tutto è filato liscio come l’olio e la direttrice del Salone Annalena Benini, incrociata all’aperitivo offerto dal commissario italiano per la Buchmesse Mauro Mazza, appare in effetti sorridente e soddisfatta. A chi le chiede se sia stanca risponde: “Stanca? Non posso permettermelo”. Un largo sorriso. Le signore commentano l’outfit: atto eroico portare i tacchi da mattina a sera.

In uno stand siede Luciano Canfora, dietro il suo libro in bella mostra sul fascismo eterno. “Professore la posso salutare, sono del Secolo d’Italia ci siamo conosciuti a distanza in tv”. Lui si alza a fatica. Cordialissimo. Stretta di mano. “Con Cardini vi siete visti?”. “Eh, lui è più anziano di me ma veleggia da una parte all’altra, ha più energia”. “Però è ingrassato”. “Sì, sì, ma quello gli fa bene”. Ci sono poi gli standisti che ti raccontano il libro se ti lasci catturare dalla copertina. Una fra le migliaia che occhieggiano, colorate, persuasive, ammiccanti mentre cammini facendoti largo tra file interminabili: c’è una bambina a braccia conserte che guarda un gruppo di galline. Titolo: “Le galline non mangiano la camomilla”. La ragazza mi racconta il libro. Ricordi d’infanzia. Le Langhe. La vita di campagna. La modernizzazione dell’Italia. Si prende.

C’è anche il libro di Salvini esposto. Nessuno rovescia la copertina. Anzi quando è arrivato al Salone del Libro Salvini è stato strattonato sì, ma dai ragazzini delle scuole che volevano l’autografo e lui a ripetere a tutti: “Grazie, viva la vita”. I bambini devono leggere su carta, ci spiega il neurologo Pierluigi Brustenghi. “Se i bambini stanno per dieci ore davanti a uno schermo la corteccia cerebrale si riduce del 20%”. Seguitissimo il suo intervento alla sala conferenze del Cepell. Si dilunga sul mind wondering: quando leggiamo la nostra mente si rilassa. Solo il libro su carta consente la contemplazione. Applausi.

Poi arriva Franco Cardini, protagonista dello spazio “Io, i libri e la lettura”. “C’è chi si dedica a viaggiare o a fare all’amore – esordisce – io ho passato la vita sui libri, ma non ho rimpianti”. Lui, storico, dice di avere capito che passato, presente e futuro in realtà non esistono. Tra una citazione di Ildegarda di Bingen e una di Bulgakov si arriva alle domande. “Scusi, ma Barbero è uno storico o un tuttologo?”. Cardini: “Uno storico può fare il tuttologo, uno che copia dagli altri no”. Ancora applausi.

Vicino c’è lo stand della Neri Pozza, dove Marco Valle ha presentato con successo il suo libro “Viaggiatori straordinari”. Al Salone di amici ne incontri a ogni passo. C’è Alessandro Campi che presenta il suo “Machiavelliana” (Rubbettino). E non si può mancare all’appuntamento della casa editrice Settecolori, che offre al pubblico un inedito: le memorie di Nadezda Mandelstam, grande scrittrice russa vittima col marito delle purghe staliniane che la costrinsero all’esilio. E ci sono poi gli stand di Idrovolante, Eclettica, Fergen, Giubilei Regnani, Luni, le edizioni sindacali dell’Ugl. I libri di Giorgio Ballario con le edizioni del Capricorno.

Ma soprattutto c’è amore per la lettura. Ne hanno parlato stamattina nella sala blu l’attore Giorgio Colangeli e il poeta Lucilio Santoni durante un reading organizzato dal Cepell e introdotto da Luciano Lanna. Santoni ha raccontato dello storico greco Ecateo di Abdera che vista il mausoleo di Ramsete II e vi trova una iscrizione “luogo di cura dell’anima”: era la biblioteca del faraone. Colangeli legge da par suo il discorso di Victor Hugo del 1848 contro i tagli alla cultura. Poi recita a memoria due canti della Commedia. Si conclude con una splendida citazione da “Le memorie di Adriano” di Yourcenar: le biblioteche sono i granai dove si accumulano provviste per quando arriverà l’inverno dell’anima. Applausi e ancora applausi. C’è l’altro evento che preme. Chiara Valerio attende, ci dicono gli organizzatori. Si va via subito.

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