Indignati per i manifesti di Atreju? Loro rispondono strafottenti: se vi diamo fastidio ignorateci…
Manifesti “fascistoidi”. Il parere è di Lilli Gruber. Violenti. Il parere è di Elisabetta Piccolotti. Attacco alla libera informazione. E’ la condanna di Usigrai. Sono diventati un caso politico i manifesti digitali di Atreju, la manifestazione dei giovani del FdI, che usano i volti di noti giornalisti per invitare a votare Giorgia. “Anche se lei/lui ci rimane male, tu scrivi Giorgia”. E nella carrellata di quelli/e che ci rimarrebbero male sfilano Gruber, Littizzetto, Fazio e Formigli. Poi c’è l’invito a fare piangere la redazione di Repubblica, sempre scrivendo Giorgia. E ancora a non farsi rubare il futuro in Europa con l’immagine di Piero Fassino che scappa con un profumo. Goliardia, nello stile irriverente di Atreju.
Ma la polemica divampa. E allora quelli di Atreju replicano a modo loro, riprendendo il manifesto del Pd che invitava a ignorare il generale Vannacci. “Se la nostra campagna social vi infastidisce IGNORATECI”. Quest’ultimo imperativo appare a coprire il volto di una Meloni in bianco e nero sorridente. Ma tanta indignazione da parte della sinistra è giustificata?
“Oggi i simboli di partito non vanno più, si punta sulle persone. Sono loro il brand”, osserva Luigi Di Gregorio, docente di comunicazione. “Alle politiche del 2022 – ricorda Di Gregorio – +Europa fece una locandina digitale con la scritta ‘nemici dell’Italia’ e c’erano Berlusconi, Meloni, Salvini e Conte. Quindi questa opposizione non a un simbolo ma a un volto non è una cosa solo di destra”. “Aggiungerei che Atreju è una manifestazione dissacrante e la sua campagna va letta in quest’ottica. Chi conosce Atreju sa che è sempre stato un posto plurale e aperto e che ha preso in giro tutti. Il manifesto di Fassino è goliardico, non è violento contro la persona ma mi rendo conto che chi non conosce Atreju può interpretarla in modo diverso”.
Non volti politici ma giornalisti? E’ lecito? “E’ vero che i manifesti attaccano giornalisti e non politici ma dietro quei volti ci sono sistemi valoriali ben precisi, sono icone di valori opposti alla destra che una volta avrebbero avuto sintesi in un simbolo mentre oggi la battaglia delle idee è più personalizzata. Anche Salvini per lanciare il suo messaggio mette la faccia della Fornero… il brand che si vota una volta era il simbolo di partito oggi è il leader. Al limite quei manifesti promuovono i giornalisti facendoli assurgere al rango di leader . Giorgia del resto è una persona, nei manifesti ci stanno persone che a lei si oppongono. Persone contro persone”.
Manuela Lamberti, esperta di marketing, promuove la campagna: “Scanzonata, divertente, leggera ed intrigante, la campagna di Atreju per le elezioni europee a sostegno di Giorgia Meloni ti lascia dapprima sorpreso, poi ti diverte ed infine ridi a crepapelle. Geniali. Marinettiani. Irriverenti. I creativi di Atreju sono riusciti nell’ impresa di fare entrare un po’ di sana ironia nei palinsesti della cronaca elettorale. Complimenti alla brigata, non fermatevi. Continuate così!”.
Nel dibattito che s’infiamma c’è da valutare anche cosa fa la parte che avversa la destra. Come, ad esempio, additare i presunti mostri presenti nelle liste di FdI: si scrive Giorgia – recita la locandina digitale targata Pd – si legge no vax, pistoleri, omofobi, misogini. Una raffica di insulti. E ancora il vezzo comunicativo di rappresentare gli esponenti di FdI, Meloni in primis, in bianco e nero. Con le facce imbruttite e ingrigite. Con lo sguardo cattivissimo. Tecniche infantili ma altamente demonizzanti. L’avversario è truce. L’avversario è caricaturale. L’avversario fa paura. Messaggio non meno offensivo dell’ironia usata da Atreju.