L’intervista. Giorgianni: “Pene più severe contro le truffe online. Un passo avanti a tutela delle vittime”

16 Mag 2024 14:22 - di Sara De Vico

«Finalmente offriamo una risposta concreta alle richieste tanto attese delle vittime, schierandoci al fianco dei cittadini onesti e perbene». È decisamente soddisfatta la deputata di Fratelli d’Italia Letizia Giorgianni, madrina dell’emendamento che introduce il reato di «truffa online”, una delle principali novità contenute nel ddl Cybersicurezza approvato ieri in prima lettura alla Camera.

Onorevole Giorgianni, la soddisfazione è doppia…

È così. Grazie a questo emendamento, i cittadini saranno decisamente più tutelati. Inoltre, l’emendamento riprende integralmente una mia proposta di legge depositata qualche mese fa per inasprire le pene contro chi truffa online. Quando è stato pubblicato il testo del ddl Cybersicurezza, mi sono resa conto che la mia proposta poteva trasformarsi in emendamento, accorciando sensibilmente i tempi vista l’emergenza delle truffe digitali.

Come mai Fratelli d’Italia ha deciso di sposare questa battaglia?

Il fenomeno delle truffe online è diventato emergenziale. Dall’inizio della pandemia di Covid-19, c’è stata una impennata di raggiri sfruttando la maggiore presenza degli italiani sul web durante il lockdown. Parliamo di compravendite fantasma, truffe romantiche, finte lotterie e donazioni, trading online che promette facili guadagni, e i noti casi di phishing, dove una e-mail fasulla induce il destinatario a cedere credenziali e password, portando alla sottrazione di denaro.

C’è qualche caso che le è rimasto particolarmente impresso?

Sì, proprio qualche giorno quello di un giovane professionista che ha risposto a un messaggio apparentemente proveniente dalla sua banca. Gli veniva chiesto di contattare un call center e scaricare un’applicazione per risolvere problemi di certificati di sicurezza del telefono. Dopo aver scaricato l’applicazione, in 16 ore ha perso due terzi del saldo del suo conto corrente, circa 49.110 euro. La banca ha declinato ogni responsabilità.

Cosa cambia rispetto alla situazione precedente?

Cambia molto. Fino ad oggi, le truffe digitali non erano una fattispecie di reato specifica e venivano perseguite come truffa semplice, con pene da 6 mesi a 3 anni, spesso con sconti di pena e misure alternative che evitavano il carcere. Con le modifiche introdotte, si prevede un’aggravante per chi sfrutta l’anonimato della rete, con confisca dei mezzi utilizzati per il crimine e l’aggressione dei beni personali del truffatore fino al raggiungimento dell’importo rubato.»

Quindi per le vittime sarà più facile ottenere il risarcimento?

Sì, grazie a questa norma, finalmente offriamo una risposta concreta alle richieste tanto attese delle vittime, schierandoci al fianco dei cittadini onesti e perbene. In passato, si prevedeva solo il recupero del maltolto, ma spesso queste somme risultavano irrintracciabili poiché disperse dal truffatore. Ora, sarà più semplice ottenere il risarcimento aggredendo i beni personali del colpevole.

Secondo le stime di Consumerismo No Profit, nel nostro Paese i reati informatici sono in aumento: +20% solo nel 2023. Basteranno pene più severe a scoraggiare i malintenzionati?

Credo di sì. La grande diffusione delle truffe online dipende non solo dalla facilità con cui possono essere realizzate, ma anche dalla debolezza nella repressione penale di questa forma di criminalità. Le norme attuali prevedono pene miti, che non consentono misure cautelari né confische per somme equivalenti a quelle rubate. Finora truffare in rete era un modo per arricchirsi a buon mercato.

A sorpresa, i dati indicano che anche i giovani sono vittime di queste truffe…

Esattamente. Un giovane su tre cade vittima di questi raggiri. Questo dimostra quanto i malfattori del web siano abili nel non insospettire anche gli utenti più esperti. Per questo, è necessario porre rimedio e trovare strumenti di contrasto. Riguardo alle campagne nelle scuole, ho intenzione di confrontarmi con il Miur per proporre programmi informativi per gli studenti. Le scuole già organizzano incontri con le forze dell’ordine, che possono affrontare anche questi temi.

Grazie Onorevole Giorgianni per il suo impegno e per averci parlato di questa importante iniziativa

Grazie a voi per avermi dato l’opportunità di spiegare l’importanza di questa battaglia per la sicurezza dei cittadini, e un doveroso ringraziamento al mio capogruppo Tommaso Foti e ai colleghi deputati, il loro sostegno è stato determinante. Ci tengo a ringraziare anche l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale che, oltre a svolgere un prezioso lavoro a fianco del governo, ha dimostrato da subito grande disponibilità».

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