Maggioranza granitica: superbonus “spalmato”, il governo incassa la prima fiducia al Senato
L’Aula del Senato ha dato il via libera al dl Superbonus con il voto di fiducia espresso con 101 sì, 64 contrari e nessun astenuto. Ora il testo del provvedimento fiscale passa alla Camera. In un’Aula praticamente deserta del Senato, la maggioranza si è ricompattata sul maxi-emendamento che “spalma” il rimborso dei crediti del Superbonus su più anni, per evitare un tracollo dei conti pubblici.
Con l’ultimo emendamento del governo al decreto Superbonus scatta l’obbligo di le rate delle detrazioni per i lavori edili, spalmare da 4 a 10 anni. L’obbligo di spalmare i crediti concerne soltanto le spese sostenute nel 2024.
Anche Forza Italia ha votato sì alla misura, dopo le perplessità dei giorni scorsi. “Sul Superbonus continuiamo ad avere molte perplessità e siamo contro qualsiasi ipotesi di legge retroattiva, in qualsiasi settore.E’ una questione di principio. Non rinunciamo alla difesa dei nostri principi.Detto questo, per un emendamento che non condividiamo non viene assolutamente meno la fiducia nel governo. Abbiamo votato e lo faremo sempre la fiducia a questo governo di cui siamo parte protagonista ma continueremo sempre a dire quello che pensiamo con grande trasparenza e lealtà”, dice il segretario di Forza Italia, vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando a margine di una iniziativa elettorale a Livorno.
Superbonus, la soddisfazione di FdI
“A causa di una scellerata misura come il Superbonus, l’Italia si avvia a essere una delle nazioni più indebitate d’Europa, come da previsioni della Commissione europea. Ecco perché abbiamo detto basta con le storture di un provvedimento disastroso che ha dopato l’economia. Con l’approvazione del Dl 39 mettiamo in sicurezza i conti dello Stato tutelando, allo stesso tempo, famiglie e imprese”, ha detto il senatore di Fratelli d’Italia e relatore al decreto Superbonus, Giorgio Salvitti.
“Abbiamo stanziato 35 milioni di euro per le aree dei sismi, 100 milioni per il terzo settore, spalmato le detrazioni, a partire solo dai lavori effettuati dal 2024, su dieci anni, una scelta che permetterà un risparmio di 12 miliardi di euro. Senza dimenticare la sinergia con i Comuni per i controlli e per il recupero di 16 miliardi sulle frodi, lo stop alla sugar tax e il riferimento al rispetto dello statuto del contribuente per intervenire nella riscossione di quanto dovuto. Tutti interventi studiati dal Governo Meloni che, con serietà e responsabilità, ha avuto il coraggio di mettere un freno alla corsa del debito grazie a una misura che ha fallito gli obiettivi fissati e si è trasformata in una mancia elettorale che il M5S ha usato come arma di ricatto”, conclude Salvitti.
Parole concilianti anche dalla Lega. “Qualche considerazione sul metodo di questo provvedimento. Non è stato facile – ha detto il senatore della Lega Massimo Garavaglia, presidente della Commissione Finanze del Senato, nel corso delle dichiarazioni di voto in Aula -. Perché il gruppo di Forza Italia non solo si è astenuto sull’emendamento governativo ma ha anche votato con l’opposizione. Nonostante l’atteggiamento di Forza Italia l’emendamento è stato approvato e i lavori si sono chiusi in maniera ordinata con il mandato al relatore a Salvitti”.
Il nuovo segretario generale del Senato è Toniato
“Sono lieto di annunciare che il consiglio di Presidenza, su mia proposta ha nominato, per acclamazione, Federico Toniato segretario generale del Senato della Repubblica. Sono stati individuati anche i vice che passano da due a quattro, come era in precedenza, e verranno confermati dopo un passaggio con i sindacati”, ha annunciato, a fine seduta, Ignazio La Russa, presidente del Senato, aprendo l’Aula di Palazzo Madama. I nomi proposti come vicesegretari sono quelli di Alfonso Sandomenico, Edoardo Sassoli, Grazia Maniscalco e Alessandro Goracci.