Israele-Hamas, riprendono i negoziati al Cairo. I media: “Progressi significativi”. Cosa prevede il piano

4 Mag 2024 12:45 - di Gigliola Bardi
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Riprendono al Cairo i negoziati per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Secondo quanto riferito dai media egiziani e in particolare dall’emittente al-Qahera News, legata ai servizi segreti del Paese, sulla proposta di cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi a Gaza “ci sono progressi significativi”. I mediatori egiziani, ha riferito una fonte anonima, hanno “raggiunto una formula concordata sulla maggior parte dei punti controversi”. Secondo quanto riferito dalla tv israeliana Channel 12, poi, Hamas avrebbe approvato la prima fase di un accordo per il rilascio degli ostaggi, in cambio di garanzie americane su un completo ritiro di Israele da Gaza tempo 124 giorni, a completamento delle tre fasi che comporrebbero l’intesa.

I media egiziani: “Progressi significativi nei negoziati tra Israele e Hamas”

L’emittente ha citato una fonte della stessa Hamas, la cui delegazione è arrivata stamattina al Cairo “determinata a raggiungere un accordo tale da soddisfare le richieste palestinesi”, come è stato fatto sapere nella tarda serata di ieri. Secondo la fonte, le garanzie americane sarebbero state fatte pervenire per il tramite dei mediatori egiziani e qatarini che oggi incontreranno al Cairo gli esponenti del movimento. L’accordo prevederebbe inoltre la promessa sostenuta dagli Stati Uniti che Israele non avvierà la prevista operazione nella città meridionale di Rafah, nell’enclave palestinese.

Cosa prevede l’ultima proposta di accordo

L’ultima proposta di accordo prevederebbe una prima fase di durata fino a 40 giorni durante la quale 33 ostaggi tenuti a Gaza verrebbero rilasciati e l’Idf si ritirerebbe da parte della Striscia. La seconda fase si estenderebbe fino a 42 giorni durante i quali verrebbero rilasciati tutti gli altri ostaggi ancora in vita e le parti si accorderebbero sulle condizioni di un ritorno alla calma a Gaza. Durerebbe 42 giorni anche la terza ed ultima fase, dedicata alla consegna dei corpi senza vita. Nel corso della prima fase è anche previsto il rientro della popolazione palestinese che si è rifugiata nel sud di Gaza nella parte settentrionale della Striscia: Israele, secondo gli Stati Uniti, avrebbe accettato un rientro senza limitazioni della popolazione nelle aree di provenienza. Nel quadro dell’intesa è previsto inoltre il rilascio di centinaia di prigionieri palestinesi. La fonte di Hamas citata da Channel 12 ha parlato di “compromessi raggiunti” sul numero di detenuti da rilasciare in cambio della liberazione di ciascun ostaggio.

Blinken avverte Israele: “Da operazione a Rafah danni oltre l’accettabile”

“Aspettiamo di vedere se, in effetti, possono accettare un sì come risposta sul cessate il fuoco e sul rilascio degli ostaggi”, ha detto il segretario di Stato americano, Antony Blinken, al Forum di Sedona del McCain Institute in Arizona. “La realtà in questo momento è che l’unica cosa che si frappone tra la popolazione di Gaza e il cessate il fuoco è Hamas”, ha aggiunto Blinken, tornando ad avvertite però anche Israele che i danni di un’operazione miliare israeliana a Rafah “andrebbero oltre l’accettabile” senza un piano per proteggere i civili palestinesi. “Assente un piano del genere, non possiamo sostenere una grande operazione militare a Rafah, perché i danni che farebbero andrebbero oltre quello che è accettabile”, ha ammonito Blinken, secondo cui “ci sono modi migliori per fare quello che serve a Israele per risolvere quello che resta del problema di Hamas”.

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