Meloni sigla il patto da 6,8 miliardi per la Sicilia: “Consentiamo al Sud di misurarsi ad armi pari”

27 Mag 2024 18:58 - di Carlo Marini

Un patto da 6.8 miliardi di euro, con 580 interventi previsti e gli investimenti maggiori in direzione di ambiente e infrastrutture (Ponte sullo stretto in primis): è ufficiale la stipula dell’accordo sui Fondi sviluppo e coesione tra il governo regionale e quello nazionale, alla presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci e del presidente della Regione Renato Schifani.

“Abbiamo due grandi obiettivi: fare in modo che neanche un euro venga disperso, torni indietro, finisca impantanato nella democrazia o finisca nello scontro politico; e immaginare una nuova idea di sviluppo nel Mezzogiorno d’Italia”. Dal teatro Massimo di Palermo Meloni fa il punto sulla “storica firma”, così come l’ha definita il governatore siciliano Renato Schifani dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il governo e la Regione della Sicilia.

Meloni: “Il governo ha liberato complessivamente quasi 10 miliardi per la Sicilia”

“Io guardo le persone che ho davanti – prosegue il premier Meloni – conosco molto bene questa terra, in parte è anche la mia terra. Questa gente orgogliosa non chiede la carità ma di potersi misurare ad armi pari. Ed è quello che vogliamo garantire”. A proposito dell’accordo, lo definisce “finanziariamente il più significativo sottoscritto fino ad ora”. “Questo è il 18esimo accordo che firmiamo – aggiunge – Stiamo andando su tutto il territorio nazionale. Si tratta di risorse ingenti. È stato un lavoro molto lungo e complesso che abbiamo fatto giorno dopo giorno, in silenzio e con serietà, e che oggi ci regala un accordo strategico straordinario. Noi assegniamo complessivamente alla Regione Siciliana pari a 6,8 miliardi di euro, che comprendono 1,3 miliardi di euro destinati per legge al Ponte sullo Stretto di Messina, e 237 milioni che erano stati dati come anticipo nel 2021, ci sono altri 2,9 miliardi di euro. La mole complessiva che noi stiamo liberando su questo territorio raggiunge quasi i 10 miliardi di euro. Penso che sia un segnale importante”.

“I fondi di coesione servono a combattere il divario e le disparità tra i territori, il più significativo dei divari tra nord e sud è determinato soprattutto dalla disparità infrastrutturale. Non avremmo potuto occuparci di questa materia senza affrontare la questione delle infrastrutture”, spiega ancora Meloni. Ecco perché “abbiamo previsto l’istituzione di un fondo di perequazione”, che “prevede l’obbligo di destinare il 40% delle risorse per le infrastrutture al Mezzogiorno”. “Ho sempre contestato il principio per cui la distribuzione della spesa infrastrutturale viaggiasse sulla base della popolazione: al Sud c’è il 34% della popolazione e quindi va il 34% di spesa infrastrutturale – dice ancora – Ma c’è un problema: al Sud c’è lo spopolamento e quello spopolamento è figlio anche e soprattutto dell’assenza di infrastrutture per cui, se noi continuassimo a legare la spesa infrastrutturale alla popolazione, avremmo oggettivamente un problema”.

Varchi: un accordo che cambierà volto alla Sicilia

“Con 6,8 miliardi di investimenti si interverrà per la crescita della Sicilia in ogni settore – dichiara Carolina Varchi  deputato e Responsabile Politiche per il Mezzogiorno di Fratelli d’Italia – dalle infrastrutture ai rifiuti, dall’ambiente alla crisi idrica. Grazie all’accordo si rilanceranno le terme di Sciacca e Acireale, si interverrà migliorando i nostri beni architettonici e culturali, oltre ai centri abitati di tanti comuni. A Palermo, ad esempio, verrà riqualificata con un intervento da 30 milioni la Fiera del Mediterraneo dove sorgerà un grande Centro congressi, si interverrà sulle coste, si metterà in sicurezza Monte Pellegrino e 15 milioni serviranno per ristrutturare il Teatro Politeama. Con i Fondi della coesione, poi, nasceranno nuovi ospedali, come quello di Gela, e rimetteranno in funzione i tre dissalatori di Trapani, Gela e Porto Empedocle. Una somma di 120 milioni servirà per i nostri impianti sportivi e ovviamente sono centinaia i milioni destinati alle imprese e allo sviluppo. Un piano ambizioso, fortemente voluto dal governo di Giorgia Meloni – conclude Varchi – che cambierà il volto della Sicilia”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *